sabato 21 agosto 2010

Le barzellette del Littorio

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Panorama di giovedì 26 agosto 2010, pagina 87
Cane sciolto - di Feltri Vittorio

Fini ha sbagliato a non raccontare tutto. Un uomo delle istituzioni non può esporre se stesso e la sua carica a una figuraccia

Molti lettori mi chiedono con insistenza come si concluderà, e con quali conseguenze, la vicenda di Gianfranco Fini e dell'appartamento di Montecarlo al centro di infuocate polemiche. E sinceramente non so come rispondere. Non perché voglia mantenere chissà quali segreti di cui peraltro non sono depositario: semplicemente non ho la più pallida idea del motivo che spinge il presidente della Camera a negare l'evidenza. E cioè che quell'alloggio nel principato è stato oggetto di trattative poco chiare ed è finito inspiegabilmente nell'orbita della sua famiglia, per l'esattezza a disposizione del «cognato» Giancarlo, fratello di Elisabetta Tulliani. Eppure quell'alloggio, secondo la volontà della nobildonna che lo ha lasciato in eredità ad Alleanza Nazionale, doveva servire a finanziare una «buona battaglia» del partito e non ad arricchire il patrimonio immobiliare di qualcuno. Detto questo, Fini se fosse stato furbo avrebbe detto subito la verità, senza cercare di sorvolare sulla questione, manifestando per giunta insofferenza verso i giornalisti impegnati a risolverla.

Ora è tutto maledettamente complicato. Succede sempre così. Si comincia con una omissione, si aggiunge una piccola bugia, poi una più grande, a un certo punto, si fatica a tornare indietro e a dire: ebbene, ho commesso una leggerezza, ma non è il caso di crocefiggermi; c'è chi ha fatto di peggio ed è stato perdonato. Fini, quando usci il primo articolo della lunga serie, ci rise su. Il solito Feltri che si diverte a fare le bucce ai politici. Un corno. Giorno dopo giorno, sono stati pubblicati particolari, documenti e testimonianze che dimostravano la fondatezza di tanti sospetti sollevati dai cronisti. Niente da fare. Il presidente della Camera ha continuato a sottovalutare il pasticcio del quartierino di Montecarlo, forse nella convinzione che ci saremmo stancati di indagare e che lo avremmo lasciato in pace. Quindi, sentendosi pressato, ha deciso di rispondere ai nostri quesiti, ma non è stato persuasivo. Ha dovuto ammettere che l'appartamento a sua insaputa è abitato dal cognato, tuttavia non ha precisato perché proprio da lui.

Sicché i redattori non hanno cessato di indagare e sono venuti fuori altri dettagli oscuri. Poteva Fini non essere al corrente del giro strano compiuto dalla casa prima di essere ceduta in locazione a Giancarlo Tulliani? L'appartamento inoltre è stato venduto in società off-shore a un prezzo assai inferiore a quello di mercato: successivamente è stato rivenduto a un'altra società off-shore a una cifra di poco superiore, infine è entrato in possesso del disinvolto giovanotto.

Come mai questi passaggi a società off-shore (delle Antille) con pagamenti risibili rispetto al valore dell'appartamento? Perché il ragazzo, che ha speso 200 mila euro per una Ferrari, non ne ha spesi 300 mila per assicurarsi il pied-à-terre? Forse dietro le società (di comodo, anche agli effetti fiscali) c'è lo stesso congiunto di ElisabettaTulliani? Fini è stato ingannato?

In ogni caso la faccenda, una volta resa di pubblico dominio, andava raccontata nel suo reale svolgimento. Un uomo delle istituzioni non si nasconde dietro a un dito ma dice come stanno le cose. Altrimenti fa brutta figura. E ne fa una peggiore se tenta di giustificarsi arrampicandosi sugli specchi. Meglio una verità bruttarella che cento balle ispirate alla disperazione tipica di chi ha sbagliato.

Fini ha sbagliato a non raccontare tutto. Un uomo delle istituzioni non pu esporre se stesso e la sua carica a una figuraccia.
Qualcuno ha detto società off-shore? Vogliamo parlare di case comprate a pressi risibili?