mercoledì 16 dicembre 2009

Sono solo, sono solo, non c'è nessuno dietro di me...

"Poco prima che l'aggressore scaraventasse contro il presidente la statuetta ho visto che c'è stato dietro... come se lui si stesse dimenando per prendere qualcosa da qualcuno che ovviamente non ho visto. Mi è sembrato di vedere proprio questo gesto che lui stesse prendendo qualcosa e questo l'ho visto perchè avevo degli amici che erano lì alla sbarra e mi stavo preoccupando che potessero salutare il presidente del Consiglio [...] E poi mi è sembrato di vedere un nylon, come se questa cosa fosse avvolta in un nylon. Quando poi è stato catturato dalla polizia e dal servizio d'ordine, la cosa che mi ha fatto tornare in mente quello che avevo visto poco prima è stato il fatto che lui ha detto, appena catturato: sono solo, sono solo, non c'è nessuno dietro di me'. Io invece ho avuto la percezione che qualcuno gli stesse passando qualcosa".

Andrea Di Sorte, coordinatore dei club della Libertà
"Il premier ha il diritto di stare tra la folla"
De Magistris: capire se c'è un suggeritore

di Buccini Goffredo

da il Corriere della Sera di mercoledì 16 dicembre 2009, pagina 9

«Sa qual è l'assurdità, poi?».

Quale?

«Non si può dire al presidente del Consiglio stattene chiuso in casa. Berlusconi ha tutto il diritto di scendere in strada a parlare con la folla, anzi mi piace l'idea di un politico che va tra la gente. Il punto è proteggerlo».

Quindi?

«Non voglio insinuare nulla: ma con la sicurezza che ha, stupisce sia stato colpito».

Ha sospetti, da ex pm?

«Beh, proprio da ex pm sono abituato ad attendere l'esito dell'indagine».

Qualcuno avrà aiutato Tartaglia?

«Bisogna chiarire se è andato là da solo, se qualcuno gliel'ha suggerito, se l'hanno lasciato fare...».

Pensa a mandanti morali?

«Ma no! Quelle su Di Pietro sono calunnie e falsità. Vorrei vedere se Tartaglia è stato agevolato o se qualcuno l'ha potuto istigare. Aspettiamo».

Dopo la bufera, Luigi De Magistris vuole «politicizzare», ricucire, relativizzare le differenze con Tonino Di Pietro raccontate sui giornali come l'ennesima rottura nell'Italia dei Valori, il segno della nuova Opa che ai primi di febbraio il delfino mai designato potrebbe lanciare contro il fondatore non più indiscusso, al congresso del partito. E tuttavia gli accenti sono diversi per quanto Tonino il Vecchio e Gigino il Giovane sembrano uguali, troppo uguali, anche nelle foto del 5 dicembre, al No Berlusconi Day, con le sciarpe viola al collo e il sorriso sgranato per i flash. «De Magistris è Di Pietro allo specchio» e lo metterà alle corde, prevede Alessandro Campi di FareFuturo. De Magistris da Bruxelles sbuffa, tossisce, s'è appena alzato dal suo scranno di eurodeputato, batte e ribatte sulla difesa della libertà del web:

«E' una anomalia italiana cercare di controllare la Rete prendendo a pretesto i soliti imbecilli»

Poi giura:


«Mi può non credere, ma io e Antonio non abbiamo avuto mai divergenze. Anzi, gli ho telefonato poche ore fa. Ci siamo detti: è paradossale che in tutta la faccenda sotto attacco ci finiamo noi».

Veramente ci fluisce lui. Lei ha fatto la figura del bravo ragazzo, condannando senza se e senza ma l'aggressione a Berlusconi.

«Io e lui non siamo fatti con lo stampone, non voglio dire chi è meglio. Ma le idee sono quelle: difesa della Costituzione e opposizione netta».

Di Pietro per cancellare l'ultima battaglia con lei aveva detto: «Siamo d'accordo su tutto, l'unica cosa è che non andiamo a letto insieme». Siete in quella fase?

«Ognuno ha il suo modo di esprimersi. Ma le idee sono quelle...».

Scusi se la interrompo. Di Pietro ha appena detto alla Camera che Fabrizio Cicchitto, capogruppo PdL, ha «condannato a morte» Travaglio, Santoro e tutti i presunti protagonisti della «campagna d'odio» contro Berlusconi. Condivide?

«Penso che Cicchitto usi parole da peronismo del Terzo millennio: lo scriva, noi non ci faremo intimidire».

Le chiedevo di Di Pietro. Condivide i toni del suo leader?

«Condivido sì, nel senso che nel PdL stanno cambiando le carte in tavola. Poi non sono abituato a mettere la firma su dichiarazioni degli altri. Ma le diversità, tra Di Pietro e me, sono ricchezza per l'IdV e il centrosinistra».

Lei parla in politichese, ma molti pensano che voglia far fuori Tonino.

«Falso».

Dunque al congresso sosterrà Di Pietro per la presidenza dell'IdV?

«Non ci sono alternative a Di Pietro. Io porterò nel partito le mie idee».

Per questo si è iscritto?

«Beh, non sono ancora iscritto».

Ma l'aveva dato per fatto...

«Il percorso dovrebbe essere quello, valuteremo con Di Pietro. Ma, scusi se insisto, vorrei che scrivesse che la mia posizione è sempre stata chiara su Berlusconi: condanna piena della violenza senza arretrare di un millimetro contro il peronismo».

Secondo lei Di Pietro pu nutrire rancori personali verso Berlusconi, magari dai tempi di Mani Pulite?

«Non penso, lo conosco. E poi siamo nel 2009. A quell'epoca ero un ragazzo...».

...che si sognava magistrato...

«Sì, la magistratura è il sogno di una vita».

Per questo non voleva mollare, neanche quando l'hanno eletta eurodeputato?

«Io e Di Pietro siamo tra i pochissimi che hanno lasciato la toga entrando in politica».

Di Pietro era infognato nelle inchieste di Brescia...

«Beh, sono storie diverse».

Andrebbe a trovare Berlusconi in ospedale?

«No. E una passerella».

Gigino il Giovane e Tonino il Vecchio, diversi ma uguali. Almeno un po'.

Luigi De Magistris, 42 anni, nato a Napoli, ha intrapreso la carriera di magistrato nel '95. Dal '98 al 2002 ha lavorato alla Procura della Repubblica di Napoli per poi passare come sostituto procuratore al Tribunale di Catanzaro. Nel 2009 lascia la magistratura e si candida alle elezioni del Parlamento europeo come indipendente nell'italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Diventato europarlamentare, viene eletto presidente della commissione del Parlamento europeo preposta al controllo del bilancio comunitario.

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