mercoledì 29 luglio 2009

Miracoli aquilani part two


LINK
di GIUSEPPE CAPORALE

In quasi tutti i 49 paesi colpiti dal sisma
i detriti non sono stati portati via

Scontro sindaci-Bertolaso
"Sulle macerie lavori a rilento"

Il sottosegretario: "A settembre chiuderemo le tendopoli,
non si può pretendere che faccia tutto la Protezione civile"


L'AQUILA - Le macerie del terremoto del 6 aprile sono ancora lì, in quasi tutti i 49 paesi colpiti dal sisma. Ferme da 113 giorni. Dopo la vicenda di Castelnuovo (riportata ieri da Repubblica), si scopre che anche in altri borghi gravemente danneggiati, la situazione è quantomeno simile, specie a Villa Sant'Angelo, Fossa, Sant'Eusanio e Tione degli Abruzzi (anche a causa degli ingenti danni). Ogni Comune dell'area del cratere, nel suo territorio, ha provveduto a pulire esclusivamente le vie d'accesso per la circolazione ed ha isolato la "zona rossa", lasciando così gran parte delle macerie al loro posto.

Alcune amministrazioni locali hanno anche predisposto siti temporanei per lo stoccaggio, ma i lavori, comunque, procedono a rilento. Non solo, all'Aquila - da giorni - è scoppiato un "caso macerie": la giunta guidata da Massimo Cialente ha affidato lo smaltimento di un milione e 500mila metri cubi di "rifiuti derivanti dai crolli connessi all'evento sismico", ad una sola ditta. Senza gara d'appalto. "Un business da 50 milioni di euro - accusa l'opposizione guidata dal capogruppo del Pdl, Gianfranco Giuliane - quanto meno sospetto per le procedure adottate". Dopo che la Guardia di Finanza ha acquisito gli atti della vicenda per approfondimenti, l'incarico è stato revocato.

E sulla vicenda "ricostruzione e macerie", ieri, è intervenuto anche il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso: "Noi a settembre chiuderemo le tendopoli, riapriremo le scuole, ma non si può pretendere che faccia tutto la Protezione Civile. Anche le altre amministrazioni ed i cittadini si devono impegnare per affrontare i problemi e risolverli".

Questo ha risposto a margine dell'inaugurazione della strada per la funivia del Gran Sasso (risistemata dall'Esercito) alla presenza del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Ed ha aggiunto: "La Protezione Civile ha emanato nei tempi stabiliti le ordinanze. Tocca però ad altri applicarle e ciò non sta avvenendo".

Secca e tecnica la replica del sindaco Cialente: "Al Comune dell'Aquila sono arrivati 20 milioni di euro, per far fronte alle domande di intervento delle case classificate A, B e C. Per le sole A, secondo le nostre stime ne servono 120. E poi: il prezziario regionale è incompleto; siamo sommersi da richieste di revisione per case classificate agibili. Ed i rimborsi per la ricostruzione leggera hanno procedure poco chiare".

Intanto l'1 agosto prenderà il via un censimento. Spiega Bertolaso: "Metteremo gli aquilani che sono ancora senza alloggio davanti a tre scelte: trasferirsi nelle case che stiamo costruendo, oppure andare ospiti presso parenti o amici. O andare in affitto in case che può trovare la Protezione Civile e si può eventualmente procedere a requisire le case sfitte".

LINK
di Vincenzo Bisbiglia

Ricostruzione L'Aquila.
I cittadini devono anticipare i soldi


L'AQUILA - La ricostruzione dell’Abruzzo dopo il terremoto? Ci pensa lo Stato, con i soldi dei terremotati. Il cittadino de L’Aquila che vorrà effettuare i lavori di ristrutturazione ed in molti casi di ricostruzione della propria abitazione, dovrà infatti anticipare tutta la somma e, intanto, fare richiesta di rimborso al Governo che, quando questo sarà effettuato, provvederà a restituire la somma al netto dell’Iva.

Questo è quanto si evince dagli indirizzi per l’esecuzione degli interventi firmata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Guido Bertolaso.
Al punto 10 dell’ordinanza, infatti, alla voce “documentazione dei lavori eseguiti, si richiedono testualmente “documenti di spesa costituiti da: computo metrico estimativo redatto sulla base del prezziario regionale; fatture di pagamento; documenti attestanti l’avvenuto pagamento delle fatture (unico valido è la copia del bonifico, ndr)” ed inoltre “rapporto fotografico dello stato post-operam e delle fasi lavorative, con relativa planimetria in cui sia indicato il punto di vista di ciascuna immagine fotografica”. In definitiva, fai eseguire i lavori, paga l’architetto, gli operai, i permessi e quant’altro e, infine, fai “richiesta” per ottenere il “contributo” (al netto dell’iva, non dimentichiamolo).

Adesso proviamo a fare un po’ di conti e prendiamo il caso, uno dei tanti, di una palazzina de L’Aquila semidistrutta dal terremoto. Mettiamo il caso che i danni totali ammontino a circa 1 milione e mezzo di euro e che questa palazzina contenga sei appartamenti: ognuno dei proprietari dovrà anticipare allo stato la bellezza di 250mila euro, probabilmente di più del valore della casa se fosse andata sul mercato prima del sisma. Ciò vuol dire che i proprietari degli appartamenti, dopo essersi accollati un mutuo nel migliore dei casi ventennale per quello che è diventato un ammasso di macerie, dovranno contrarre altri debiti (semmai gli verranno concessi dalle banche) per ricostruirli.
Insomma, pian piano sta venendo a galla l’ennesima bugia del governo Berlusconi, l’ennesima azione populista di un presidente del Consiglio tuttofare che si spreca in allettanti parole dai salotti compiacenti della tv di Stato che imbroglia gli italiani e gli fa trovare queste “divertenti” sorpresine.

LINK
di Anna

Di tetti sulla testa, ritardi ed indennizzi


Prima seduta ordinaria dopo il terremoto quella che si è tenuta ieri mattina presso l'aula del Consiglio Regionale, nel bellissimo palazzo dell'Emiciclo, sulla villa comunale di L'Aquila. Reso di nuovo agibile con poco lavoro. Ha esordito il Sindaco Cialente, rendendo finalmente noto a tutti ciò che i comitati cittadini vanno sbandierando dalla prim'ora: lo scellerato progetto C.A.S.E. non sarà sufficiente a mettere un tetto sulla testa a tutti gli sfollati. 12.500 i nuclei familiari che rimarranno senza casa per l'inverno. Fallimento ratificato, quindi: è stata ammessa la necessità di soluzioni abitative temporanee, in legno. Scempio compiuto, soldi intascati, terreno reso fertile per le associazioni mafiose, aree agricole rese per miracolo edificabili e cittadinanza disgregata fra tendopoli e alberghi. Una comunità annientata. Dopo quattro mesi in alloggi di fortuna, gli sfollati si sentono dire che avranno case temporanee. Non sarebbe stato il caso di approntare tali abitazioni per tutti e velocemente, in modo da tenere unita la comunità? Se così fosse stato, oggi, tutti saremmo nella nostra città, a minor prezzo per le tasche dei contribuenti. E' apparso chiaro che, se tutti avessimo agito, cittadini ed istituzioni locali, in coesione ed energicamente, e con decisione, forse, la Protezione Civile non avrebbe fatto di noi e dei nostri luoghi terra di conquista. Parlando di ricostruzione leggera, quella che vede le abitazioni rese agibili con lavori di medio e piccolo onere finanziario, i ritardi appaiono vergognosi. L'ordinanza del capo indiscusso dott. Bertolaso è stata firmata il 25 maggio. E' uscita il 6 giugno, ma le linee guida da intraprendere sono state rese note dall'alto solo il 23 luglio, pur decorrendo dal 6 giugno l'inappelabilità dei novanta giorni per la presentazione delle domande di contributo. A tutt'oggi, non è stato ancora designato un ufficio preposto a istruire tali pratiche. Di fatto, ancora nessuno ha iniziato a ricostruire, poichè i cavilli burocratici sono talmente macchinosi da disorientare anche il tecnico più scaltro. Se non ammanicato con chi di dovere, e dallo stesso indicato alla cittadinanza. La Regione Abruzzo non lavora insieme con il Comune di L'Aquila e, a tutt'oggi, non ha chiarito quanto sia stato stanziato, all'interno del piano finanziario, per il territorio aquilano e per le sue attività produttive. Quando Gianni Chiodi, presidente della Regione Abruzzo, ha preso la parola ed ha iniziato un breve quanto sterile excursus sulle vicende attraversate dalla popolazione aquilana, vicende che tutti gli astanti ben conoscevano, il dissenso fra i convenuti in sala si è reso palese. Il Chiodi, non amando, come il suo capo e maestro, chi non lo osanna, ha abbandonato il Consiglio, causando il successivo scioglimento dei lavori per mancanza del numero legale. E noi qui, ad aspettare che si decida delle nostre vite. Ci rendiamo conto che ci aspetta una battaglia di diritti. Una lotta per la difesa del nostro territorio, per sentirci ancora figli della nostra terra. E questo nonostante un governo che ci penalizza vergognosamente. E cerca di destabilizzarci.
Nel frattempo, oggi, a quasi quattro mesi dal sisma, è giunta per mio marito e per me la prima rata del danaro che ci ripaga per aver scelto la sistemazione autonoma. Riguarda il solo mese di aprile. Quel mese che ci ha visto dormire in automobile, e mangiare panini nei chioschi di fortuna. Il confortante importo è stato, per due, di ben centosessanta euro. E già, il terremoto ci ha distrutti il 6 aprile. Ci hanno decurtato i primi sei giorni. Cento euro a testa, diviso trenta, per ventiquattro : uguale ottanta euro. Stasera si va a ballare. Di questo passo, entro la fine dell'anno, ci avranno indennizzati con ben cinquecentottanta euro a testa. Pari a sei mesi di alloggio e vitto autonomi. Già vi ho parlato dei cinquanta euro giornalieri che uno sfollato in tenda o in albergo costa agli Italiani. Abbiamo fatto risparmiare allo stato ed ai contribuenti tutti 16.240 euro. Dicasi sedicimiladuecentoquaranta. Che non sono andati ad ingrassare albergatori compiacenti e vertici della Protezione Civile. Ci aspettiamo un applauso......

LINK
di Emilia Urso Anfuso

La ricostruzione? La pagano i terremotati.
I rimborsi? Poi…


I primi inganni del Maxi Decreto N° 39/2009 sulla ricostruzione in Abruzzo, si palesano. Prima di tutto agli Abruzzesi, ed i Media nazionali continuano ad occultare notizie ed informazioni preziose a tutti i cittadini italiani, relativamente al post sisma. Si deve infatti riflettere su un punto. Se da un lato in questo caso abbiamo i protagonisti passivi del fatto – i terremotati – è necessario pensare che, ogni terremotato abruzzese potevamo o potremmo un giorno essere noi. Con la conseguenza di ritrovarci nelle stesse identiche condizioni dei nostro connazionali che attualmente hanno un bel da fare per far si che vengano riconosciute loro, dignità ed accuratezza delle operazioni di ricostruzione.

Il punto in questione, è la nota dolente relativa agli stanziamenti per la ricostruzione. Ricordo ai lettori che, pur con promesse verbali di ben otto miliardi per la ricostruzione in Abruzzo, da parte del mondo politico, la realtà dei fatti palesa – all’interno del Decreto in questione – una somma di circa cinque miliardi, da trovare e da utilizzare da qui al 2032. C’è poco da scialare e da dormire sonni tranquilli.

Questi stanziamenti appunto, sembra che dovranno intanto esser messi dagli stessi terremotati. Per intero. Che potranno poi, richiedere allo Stato il risarcimento delle somme utilizzate per ricostruire il proprio immobile distrutto dal sisma e tramite presentazione di una serie di documenti.

Appare incredibile ma nella sua bizzarria, questa è la realtà dei fatti. Il denaro promesso come si dubitava, non c’è nelle casse dello Stato, che forse sperava davvero in un extra gettito fornito da ulteriori giochi di fortuna, come gratta e vinci e simili, così come si legge nel Decreto N°39.

Nel documento firmato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Guido Bertolaso, relativo alle norme per l’esecuzione degli interventi, si legge infatti che i cittadini dovranno presentare: “documenti di spesa costituiti da: computo metrico estimativo redatto sulla base del prezziario regionale; fatture di pagamento; documenti attestanti l’avvenuto pagamento delle fatture (unico valido è la copia del bonifico)” ed inoltre “rapporto fotografico dello stato post-operam e delle fasi lavorative, con relativa planimetria in cui sia indicato il punto di vista di ciascuna immagine fotografica”.

All’atto pratico, i terremotati dovranno prendersi cura a loro spese della ricostruzione dell’immobile disastrato, pagare quindi ogni fattura ed esibire poi la documentazione per intero, comprese fatture pagate e certificazione di agibilità da parte dell’Impresa edile costruttrice. Ed attendere poi, la restituzione degli importi pagati, ammesso che lo Stato sia poi in grado di aprire i cordoni della borsa al momento opportuno per risarcire tutti.

C’è da aggiungere peraltro, che molte persone che hanno subito gravi danni strutturali all’abitazione, stavano pagando – al momento del sisma – un mutuo proprio per pagare l’immobile acquistato. Con questa decisione quindi, non si fa altro che aggiungere danno al danno. In molti, hanno visto crollare in pratica, un debito da pagare. Oggi si ritrovano a pagarlo tre volte.

Questa nota dolente, va ad aggiungersi peraltro ad un’altra. Ad oggi, non è stato definito nulla di nuovo relativamente la decisione già presa relativamente al fatto che, i cittadini abruzzesi debbano riprendere a pagare regolarmente le tasse a partire da gennaio 2010. Appena otto mesi di tempo per respirare. In una regione in cui, moltissime attività commerciali, industriali e di servizi, sono ferme dal 6 Aprile, giorno del terribile sisma.

In altri casi, in altri terremoti, lo Stato ha garantito un lasso di tempo più ampio, proprio in virtù del fatto che, al disagio della distruzione non venisse fatto carico ai cittadini straziati dal sisma anche quello delle gabelle da tornare a pagare, prima ancora di riassestarsi economicamente attraverso la ripresa del lavoro.

Nel bailamme dei fatti e degli eventi che tengono incollati i cittadini italiani alla televisione ed alla lettura delle testate nazionali, grande è la confusione normativa e grande la non corresponsione di realtà alle garanzie date verbalmente.

Questo disastro naturale, sta svelando un disastro che promette di divenire ancor più grave. La totale mancanza di concretezza e sostegno da parte dello Stato nei confronti dei cittadini, che una volta in più, stanno vivendo una società aberrante che trascende le fondamentali necessità umane e da ampio respiro ad azioni nettamente contrarie in ordine di dignità e Democrazia.

Parlarne senza mai perdere il controllo della situazione, è un dovere che noi giornalisti non possiamo permetterci di dimenticare.

venerdì 24 luglio 2009

Anche in Iran fa tanto caldo, oggi

LINK

Iran, la polizia carica sostenitori di Mousavi
Scontri tra sostenitori dell'opposizione e forze dell'ordine vicino all'università di Teheran, dove si è tenuta la preghiera del venerdì. Secondo testimoni, gli agenti hanno usato lacrimogeni e bastoni per disperdere la folla

17 luglio, 2009 - Scontri tra sostenitori dell'opposizione e polizia vicino all'università di Teheran, dove nelle scorse ore si è tenuta la preghiera del venerdì. Secondo testimoni, gli agenti hanno usato lacrimogeni e bastoni per disperdere la folla, mentre l'ex presidente Rafsanjani - che sostiene il leader dell'opposizione Mousavi - stava pronunciando il sermone per la preghiera del venerdì. I sostenitori di Mousavi hanno interrotto il sermone - diffuso dalla tv di stato - gridando slogan in favore del loro rappresentante.

LINK

Teheran, la sfida continua. Rafsanjani attacca regime
Ieri il potentissimo ayatollah, durante la preghiera del venerdì, ha contestato i risultati elettorali, chiedendo che venga ristabilito un clima di libertà. Intanto, nella capitale iraniana, si temono altre proteste contro il governo

18 luglio, 2009 - Storico venerdì di preghiera ieri a Theran, sconvolta da nuovi scontri di piazza. Il tradizionale sermone all'università è diventato pretesto per un duro atto d'accusa contro il regime, a farlo l'ex presidente Rafsanjani, che guida l'assemblea degli esperti. Il suo discorso, trasmesso in tutto il Paese, dà vigore a un'opposizione sfiancata dalla repressione e segna ormai una frattura profonda all'interno della gerarchia iraniana. I sostenitori di Mousavi, ieri, sono tornati in piazza a migliaia e per oggi sono attese nuove proteste.

LINK

Iran, Rafsanjani sotto attacco: "Sostiene sovversivi"
Un importante giornale filo-governativo accusa l'ex presidente e attuale capo dell'Assemblea degli esperti per il sermone in cui ha appoggiato l'opposizione e le manifestazioni di protesta, durante le quali ci sarebbero stati 100 arresti

18 luglio, 2009 - Attacco degli ultraconservatori all'ex presidente Rafsanjani. "Appoggia i sovversivi", scrive un importante giornale filo-governativo, dopo il sermone con cui Rafsanjani, influente figura politica della Repubblica islamica, ha appoggiato l'opposizione e le manifestazioni di protesta seguite alla rielezione di Ahmadinejad a presidente. Durante il suo discorso, decine di migliaia di persone sono scese di nuovo in piazza, a sfidare la polizia e le milizie basiji. Ci sarebbero stati 100 nuovi arresti, secondo fonti dei manifestanti.

LINK

Iran, nuovi scontri tra polizia e dimostranti
Stando ai racconti sui social network, a Teheran la milizia basiji ha caricato e violentemente respinto centinaia di giovani che manifestavano contro il risultato delle elezioni del 12 giugno scorso. Almeno 40 gli arresti

21 luglio, 2009 - Torna la protesta nelle strade di Teheran, ma torna anche il pugno duro del regime. Stando ai racconti sui social network, nella capitale iraniana la polizia e la milizia basiji hanno respinto con gas lacrimogeni e cariche violente centinaia di giovani che manifestavano contro il risultato delle elezioni del 12 giugno scorso. Si parla di almeno 40 persone finite in carcere. Persone trascinate via, caricare su auto civili. Le nuove violenze e gli arresti arrivano a quattro giorni dalla dichiarazione dell'ex presidente Akbar Rafsanjani di stato di crisi della Repubblica Islamica.

LINK

Iran, spari sulla folla
Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a Teheran per protestare contro Ahmadimejad. Poche le immagini degli scontri. Soltanto i blogger e Twitter sono riusciti ad aggirare la censura ed inviare filmati choc.

21 luglio, 2009 - Il governo iraniano ha vietato ai mezzi di informazione esteri di filmare e fotografare quello che accade per le strade di Teheran. Ma le immaginie i video, per quanto sgranati e confusi, giungono lo stesso attraverso l'unico mezzo ancora a disposizione dei cittadini iraniani: Internet. In particolare, i mezzi usati sono soprattutto Twitter e Youtube dove vengono postati i video amatoriali girati dai sostenitori di Moussavi. Alcuni di questi video mostrano vere e proprie scene di guerriglia urbana, altri, le vittime di questi scontri. Immagini dure, forti, drammatiche che dimostrano il coraggio e la perseveranza della gente che ha deciso di sfidare fino in fondo il regime brutale degli Ayothollah.

LINK

Iran: Conservatori vogliono estromettere Rafsanjani

Roma, 24 lug. (Apcom) - Un documento che sarebbe stato approvato dalla "maggioranza" del Consiglio degli Esperti, avrebbe come obbiettivo l'estromissione di Ali Akbar Hashimi Rafsanjani dalla guida dello stesso potente organo al fine di "escludere definitivamente" l'influente ayatollah dalla vita politica del paese. E' quanto ha rivelato un membro del Consiglio dei Guardiani iraniano alla Tv satellitare al Arabiya. Secondo l'emittente saudita "il documento e' stato promosso da personalita' vicine al presidente Mahmoud Ahmadinejad, come gli ayatollah; Musbah Yezdi, Muhammad Yazdi e Ahmad Jannati. Quest'ultimo presidente del Consiglio dei Guardiani della Costituzione, l'organismo che ratificato la contestata rielezione di Ahmadinejad nelle presidenziali del 12 giugno scorso. Nel testo, il Consiglio degli Esperti chiederebbe a Rafsanjiani che lo presiede di ratificare le sue posizioni e di chiarirle allineandosi a quelle della Guida suprema, Ali Khamenei. Nel sermone della preghiera del venerdì scorso, Rafsanjani, criticando implicitamente la guida suprema della Rivoluzione, aveva chiesto l'apertura di un indagine per punire i responsabili delle repressioni contro i giovani dimostranti che vaveano partecipato alla protesta riformista.

LINK

Iran, manifestazione davanti a Onu
Centinaia per liberazione prigionieri

24/7/2009 - Diverse centinaia di persone, alcune in sciopero della fame, hanno cominciato a manifestare davanti alla sede dell'Onu a New York per chiedere la liberazione dei prigionieri politici in Iran, un mese dopo la controversa rielezione del presidente Mahmud Ahmadinejad. "La nostra principale rivendicazione è la liberazione di tutti i prigionieri politici" incarcerati in Iran, ha riferito Akbar Ganji, giornalista iraniano che si oppone al regime.

giovedì 23 luglio 2009

Quattro esempi di miracoli a L'Aquila

LINK
di Helene Benedetti

Added 20 hours ago - Scusate la velocità dei filmati, stavano per sequestrarmi la digitale. Nelle tendopoli è vietato entrare, filmare, fotografare, fare riunioni.
Le tendopoli sono gestite dalla Protezione Civile che assegna un Capo Campo ad ogni tendopoli i Capo Campo si comportano come militari.
Berlusconi parlava di tendopoli ben gestite, queste persone non hanno la protezione sulle tende, il sole li soffoca e si sono dovuti scavare da soli dei canali nella terra perché la pioggia allagava le tende. La signora che vedete sulla sedia a rotelle ha 81 anni ed è invalida al 100%

LINK
di Buscialacroce

L'Aquila "La situazione reale"

Sabato 18 Luglio 2009, 16:46 - Vale più un'immagine che cento parole... A L'Aquila non va tutto bene la ricostruzione ancora deve partire ammesso sempre che parta!



LINK
di Crazyhorse70

Abruzzo: cronaca di una morte annunciata

Luglio 19, 2009 - Se prendete la strada da Roma verso nord o sud e vi fate 150 chilometri, lo stacco ambientale , il cambio di epoca non lo trovate.

Se invece ve li fate verso est passate il Gran Sasso vi capita di entrare in epoche lontane come succede in pochi posti in Italia.

Incontrate paesini "dipinti" sui monti, transumanze e pastori a frotte , cafoni di Silone che ancora si inchinano ai preti ed ai maggiorenti del paese, operai che ancora parlano di scuola serale e sindacato con lo sfilatino con la frittata di peperoni e la bottiglia di vino rosso seduti per terra in fila per uno, giovani con sul viso disegnato un bel paio di cerchi rossi sulle guancie e non sono pagliacci, ma salute vento e formaggio buono, anzi formaggio vero.



Vecchi vestiti con mantelli neri e seduti sui sagrati delle chiese a parlare ancora di raccolti e si tolgono il cappellone nero quando passi perché sei teoricamente appartente ai maggiorenti, quel modo antico di sentire le differenze di classe ed i mestieri.

Sono stato sabato in Abruzzo nei 50 chilometri intorno a L’Aquila ed ho parlato con la gente vera , quella in carne ed ossa, non con i figuranti e le comparse che sbraitano per una foto col silvio.

Scusate ma non ho tempo di rendere organico e completo questo insieme di appunti presi in base a quel che ho visto e sentito ed ora faccio solo un pò di cronaca

A tre mesi dal sisma la protezione civile è impegnata ancora nella gestione dell’emergenza, ci siamo ancora dentro fino al collo.

Eppure l’utilizzatore terminale continua a fare lo scemo.

Agenzia Ansa 2009-07-16 17:51

Terremoto: Berlusconi, battuto ogni record ricostruzione

L’AQUILA – Lo Stato coprirà il 100% delle spese per la ricostruzione in Abruzzo. Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa tenuta al termine della sua visita nelle aree terremotate.

ROMA – “Siamo in avanti rispetto ai tempi previsti dagli esperti del settore. Le case saranno consegnate entro fine novembre”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in conferenza stampa a L’Aquila, in merito alla costruzione delle abitazioni per i terremotati abruzzesi.

La verità?

Ci sono solo un paio di cantieri veri in cui in effetti ho visto le casette antisismiche venir su a vista d’occhio tra Bazzano ed Onna ma basteranno per pochi, 12.000, se consegnate tutte ed in tempo e qui tutti ricordano settembre e non dicembre come termine di consegna promesso all’inizio dal silvietto.

Pensate che solo i terremotati con le case di tipo E, cioé completamente distrutte , sono 13.000 a L’aquila città, quindi escludendo dal conto tutti i paesi colpiti dei 49 comuni censiti.

Inoltre ci sono altre decine di migliaia di abitazioni con altre classificazioni per le lesioni subite.

Pochissimi hanno visto l’assegno di 800 euro al mese garantito a professionisti commercianti artigiani ed agricoltori per la perdita del lavoro

Le 100 euro mensili a testa per le famiglie che hanno trovato autonomamente un alloggio subito dopo il sisma?

Le aziende continuano a licenziare e gli aiuti ritardano, il governo ha già deciso che recupererà le tasse sospese da gennaio prossimo, ma é impossibile pagare le tasse più gli arretrati né ora né dopo, perchè la città è all’anno zero e nessuno lavora.

Lunedì prossimo la Commissione congiunta di finanze e bilancio discuterà gli emendamenti presentati in Parlamento, ma allo stato attuale i terremotati oltre a dover pagare i mutui, devono restituire il 100% delle tasse e degli oneri previdenziali arretrati e sospesi per il terremoto in 24 rate a partire da primo gennaio 2010.

Ricordo a tutti che in Umbria e Marche i cittadini cominciano a pagare gli arretrati delle tasse oggi, a 14 anni di distanza dal sisma. Ed e’ poi inaccettabile che dei 4 miliardi di euro stanziati dal governo per il decreto anti crisi, 500 milioni siano a carico degli abruzzesi.

I soldatini di stagno al servizio del premier venissero a vedere di persona cosa é L’Aquila oggi.

Togliendo i figuranti che si sono portati al G8 per evitare troppi vuoti e relative figuracce internazionali (proprio così!) ed i 5.000 dei cortei in gran parte poi ripartiti e che hanno fatto almeno un po’ di civilissime proteste colorate , oggi L’Aquila é un città fantasma e l’esodo verso la costa é pressoché totale.

Del resto qui se ne é parlato già abbastanza e sappiamo come tale esito sia voluto (vedi la seconda parte di Rosellina di questo post Controinformazione a 4 mani: perché papi ha preso l’ultima curva prima della fine e perché l’ Abruzzo finirà a banche e mcdonald e casette isolate con gli sponsor) ed anzi corrisponda ad una idea ben precisa e quindi tralascio il tutto e torno a fare il cronista.

Certo ho visto una nuova bella ed ampia strada che collega l’aeroporto di Preturo con la caserma di Coppito, quella del G8.

Lo svuotamento delle tendopoli va invece molto a rilento e gli abruzzesi che non avevano lesioni gravi nelle case rientrano comunque con lentezza, la terra trema e c’é ancora paura, i soldi per le riparazioni sono ancora promesse lontane da mantenere, mancano servizi essenziali come il gas.

Questa del gas é una cosa molto preoccupante qui, insieme al grosso ostacolo ai lavori che é la mancanza del prezzario.

La regione non ha fissato il prezzario per le imprese che devono inserirsi nella ricostruzione, é da un bel pò che doveva farlo ma ancora nulla.

Sembra una stupidaggine burocratica, ma senza prezzario niente lavori di ricostruzione

Il sindaco de L’Aquila ha ricevuto solo 20 milioni di euro i primi i luglio , un finanziamento relativo agli indennizzi delle case di tipo A, ovvero quelle che necessitano solo di piccole riparazioni per essere abitabili. E questi soldi non può neanche spenderli se Chiodi, il presidente della Regione , non emette il prezzario.

Notare che aveva la possibilità di farlo da più di un mese visto che il provvedimento relativo è del 25 maggio. Ora dice che lo farà in questi giorni, Vedremo e , comunque, 20 milioni di euro sono una goccia in un oceano.

Ad oggi 18 luglio ci sono ancora 143 campi tendati con oltre 23.000 persone dentro . Altre 30.000 piu’ fortunate negli alberghi. La Protezione Civile non si coordina coi comuni che non possono più anticipare niente e sono senza un lira.

Nel decreto legge del 23 giugno non c’è scritto quel che berlusconi ripete oggi e la differenza fra le panzane che racconta e la realtà vera comincia ad esser troppa.

E’ vero che lui fa propaganda tutto l’anno anche e specialmente lontano dalle elezioni .

Ed é anche vero che al G8 un po’ di luce di Obama e le pressioni indebite di Napolitano su tutti – giornalisti compresi – gli hanno evitato il temuto shock politico internazionale ma questo pagliaccio deve piantarla di lucrare continuamente ed incessantemente sulla pelle della gente che soffre.

Del resto il buon giorno si era visto dal mattino, con la prima delle 17 visite per stare “vicino” al popolo abruzzese (vedi fra gli altri Lo sciacallo e la controinformazione).

Si dice che si compri una casa in queste ore qua vicino per iniziare una fase più serena e sobria della sua vita: basta con le escort nude in piscina a villa certosa e gli spettacolini lesbo apparecchiati per lui da produttori mediaset , da ora in poi solo passeggiate salubri e parsimoniose sul Gran Sasso.

Speriamo che non ricominci a passeggiare come faceva i primi giorni sui cadaveri degli aquilani in cambio di niente : qui tutti – destra e sinistra aquilana - metterebbero la firma per avere lo stesso trattamento od anche solo un pò di meno di Umbria e Marche di 14 anni addietro.

Vado via la sera e dopo più di tre mesi l’altopiano bellissimo dove é incastonata la città é sempre lo stesso, un lugubre insieme di macchie nere senza luce se non quella della statale 17, la strada che ha segnato in superficie la traccia della faglia sottostante quella notte alle 3,32 .

Solo qualche luce dei lampioni messa in fila sulla statale 17 come per dover sempre ricordare la via che ha fatto il sisma per distruggere quel mondo e probabilmente per non farlo tornare più.

Come non tornerà mai più il centro de L’Aquila che non sarà ricostruito.

Molti qui credono che finirà un ambiente intero, un sistema di valori legato a quel mondo a quelle radici.

Io stesso che passavo oltre il Gran Sasso e riuscivo veramente a "staccare" la spina perché incontravo qualcosa di veramente lontano e diverso, più, molto di più dei 150 chilometri che distano da Roma, forse lo spazio era in termini di anni…

Io stesso, dicevo, la penso come loro.

LINK
di RedO

E' iniziata la vera emergenza

24/5/2009 13:00:00 - Vivo sulla costa adriatica abruzzese, a 15 km. dalle prime case dichiarate inagibili, a meno di 100 km. di strada dall’epicentro del sisma che il 6 aprile ha devastato L’Aquila ed altri centri della regione.

E’ passato più di un mese e al TG5 o su Rai-Tre Regione Abruzzo parlano di fase 2, quella che segue l’emergenza ormai terminata. In TV ora parlano di villaggi temporanei, e di carotaggi per progettare le fondazioni e l’isolamento sismico. Per progettare al meglio... 20 insediamenti abitativi ben disegnati, ammiccano dallo schermo. Evitare baraccopoli provvisorie, questo è l’obiettivo immediato, e se proprio dovessero esserci è solo in posti come Onna ad esempio, perchè lì la gente vuole restare vicino alle sue case. Poi passano le immagini della delegazione francese che studia il sito del G8, seguite da quelle di un assessore campano, venuto a firmare un protocollo di intesa con l’omologo abruzzese per fornire aiuto.

Riavvolgo il nastro: “Terminata l’emergenza... Terminata l’emergenza...”. Poi arrivano i soliti servizi dei giornalisti d’assalto, che dedicano il doppio del tempo speso a parlare delle speranze dei senzatetto, a parlare della gara fra risotti alla milanese e della mostra dei cioccolatai belgi. Purtroppo non è una battuta.

“Terminata l’emergenza”, ci dicono, con migliaia di persone in tenda, con migliaia di persone temporaneamente dislocate sulla costa. Tra qualche giorno faranno vedere com’è divertente stare in tenda d’estate, …

… ci spareranno due chitarre e un fuocherello fuori dalle tende, seguiti rigorosamente dai primi bagni a Mondello, e tutti saremo più tranquilli. Anzi, sotto il solleone qualcuno invidierà anche i fortunatissimi sfollati sulla costa che, a spese dello stato, si godono quella meravigliosa sabbia fine e bianca. Del resto, la amavano così tanto da utilizzarla nelle colonne portanti di casa.

E così ad emergenza finita ognuno sarà libero di esprimere quello che ha dentro, senza vergogna e senza manti pietosi, dato che in TV dei morti non si parla più. Addirittura Obama andrà a L’Aquila: cosa aspettano i “vacanzieri” terremotati a tornare a casa? Anzi, già che ci siamo, perchè aiutarli noi a ricostruire quello che loro hanno malcostruito? E quelle storielle di terremotati, che circolano già da queste parti, che parlano sempre di maleducati senzatetto arraffoni o cinici mercanti approfittatori di questa favorevole situazione, saranno sempre più sulla bocca di tutti.

Nessuno ripenserà a quelle donne arrivate ancora in pigiama due giorni dopo il terremoto, nessuno ricorderà i tanti deboli travolti da questa tragedia, nessuno saprà di quelli che ancora oggi girano con le scarpe piegate dietro, tipo pantofola, perchè non hanno trovato quelle della loro misura.

Basterebbe fare un giretto sul posto e guardare in faccia questi delinquenti che vivevano nelle case dei padri, basterebbe ascoltare con attenzione le domande idiote fatte dai camerieri col microfono – i nostri giornalisti - a incravattati generali e incipriate generalesse di questo o quel corpo protettore di civili. Vi rendereste conto di quanto l’emergenza non sia finita, e che la vera emergenza stia nell’interesse a farci voltare dall’altra parte, per ricominciare a fare i propri comodi.

Finiti gli spot in TV i nostri concittadini, degradati a nullatenenti dalla natura, finiranno allegramente sullo stesso gradino sul quale releghiamo i più poveri. Quale gradino? Quello che gli pare, purchè non sia il nostro, e purchè stia lontano dal nostro.

Distratti dai barconi, ma abituati a respingere chi navighi bisognoso verso il nostro portafoglio, dimentichiamo facilmente che a pochi chilometri da casa nostra c’è chi fa pipì in un bagno chimico e già in questi giorni vive a 40° di temperatura nelle spianate attrezzate di tende.

Per loro moltissimi di noi hanno dato anche più di quello che potevano, in termini di tempo e di denaro, altri hanno devoluto l’sms di prassi e magari oggi si chiedono perchè uno viva addirittura in una casa non antisismica ed abbia bisogno dell’aiuto incondizionato di altri per ricostruirla.

La percezione sterilizzata delle tragedie a cui ci ha abituato la TV, l’inconsapevolezza di quel che succede a pochi passi da casa nostra se i media non ce la raccontano, ci porta, erroneamente, a credere di poter esprimere opinioni completamente slegate dalla realtà che vivono i protagonisti di queste tragedie. Tanto chi soffre sta al di là dello schermo, male che vada cambiamo canale.

E’ la solidarietà, la pietà per chi soffre, ad essere in vera emergenza, bisognosa di decreti, soglie e leggi per essere esercitata.

Un sisma che ha disastrato le coscenze, con i sussulti della miseria che avanza e le onde sismiche dei servizi che vengono sempre più tagliati. Ognuno di noi vive sempre più arroccato a difesa dei suoi pochi privilegi, pronto a cannoneggiare chiunque tenda la mano bisognoso.

E meno male che L’Aquila non è troppo a nord ne troppo a sud, che gli abitanti non sono abbastanza scuri o gialli da suscitare i soliti discorsi, che a pezzi siano cadute cupole e campanili e non minareti o templi d’altra foggia.

Altrimenti si rischiava che in autunno qualcuno proponesse di imbarcare quei poveretti verso sud, con la scusa di non fargli soffrire il rigido inverno abruzzese.

Patrizia e Silvio: la terza parte delle registrazioni

LINK

Ecco il terzo blocco delle registrazioni realizzate da Patrizia D'Addario. E la ricostruzione di tutte le menzogne raccontate dal premier. Un castello che sta crollando sotto il peso di questi nastri.

I "consigli" di Silvio

PD:
Un giovane sarebbe già arrivato in un secondo. Sai, cioè, sarebbe arrivato...I giovani hanno un sacco di pressioni...
SB: Però se posso permettermi (...) il guaio secondo me è di famiglia
PD: Quale?
SB: Avere l'orgasmo
PD: Sai da quanto tempo non faccio sesso da come ho fatto con te stanotte? Da molti mesi, da quando ho lasciato il mio uomo...E' normale?
SB: Mi posso permettere? Tu devi fare sesso da sola...Devi toccarti con una certa frequenza
ASCOLTA L'AUDIO

Durante i festini con le ragazze e Patrizia D'Addario Berlusconi racconta particolari e dettagli della residenza del premier

Le meraviglie di villa Certosa

SB: Questo è l'ingresso della gelateria questa qua è la gelateria guarda che meraviglia questa è la gelateria con tutti i posti per i gelati
PD: Ah, è il mio posto ideale ...
SB: Qua c'è... qua c'è la fabbrica dei gelati ...
PD: E i gelati chi li fa?
SB: Questo è un altro lago ...
PD: Con i cigni?
SB:
PD: ... con i cigni
SB: Sì, ma poi li tiriamo fuori perché vogliamo avere l'acqua pulita per fare il bagno ...
SB: Questa è una balena fossilizzata
SB: Sotto qua abbiamo scoperto 30 tombe fenice ... del 300 avanti cristo
SB: Ecco, vedi, questi qua sono i meteoriti. Questi son quelli che mi ha regalato ... visti questi qua io sono andato in India ... questo qui è il labirinto .... che ti ho detto.
ASCOLTA L'AUDIO

(22 luglio 2009)

...quale migliore in bocca al lupo per me stessa!



LINK

Barbara Matera (Lucera, 9 dicembre 1981) è una annunciatrice televisiva, attrice e politica italiana.

Carriera nello spettacolo

Dopo le scuole superiori a Lucera, Barbara Matera ha tentato il test d'ingresso alla Normale di Pisa senza superarlo. Si è quindi traferita a Roma, dove ha studiato Scienze dell'Educazione e della Formazione all'Università "La Sapienza" di Roma, senza aver ancora conseguito la laurea, come lei stessa ricorda.

È stata pre-finalista al concorso regionale di Miss Italia 2000, svoltosi in Puglia.

I suoi esordi televisivi sono stati la partecipazione alla trasmissione della Gialappa's Band Mai dire Domenica come "letteronza" (in onda su Italia1), e in Chiambretti c'è (in onda su La 7) come valletta.

Dal 21 settembre 2003 al 2007 è annunciatrice per Rai Uno.

Nel 2003 partecipa al film Ma che colpa abbiamo noi con Carlo Verdone. Nel 2007 appare su Raiuno nella miniserie tv La terza verità, per la regia di Stefano Reali, nel ruolo di una giornalista umbra. Nello stesso anno interpreta Francesca Rossini nella settima stagione della serie tv Carabinieri, in onda su Canale 5, ed è protagonista di una puntata della serie tv di Raiuno Don Matteo 6, nel ruolo di Laura.

Nel 2009 è tra gli interpreti del film tv di Canale 5, Due mamme di troppo, regia di Antonello Grimaldi.

Carriera politica

Dal 2001 è militante in Forza Italia. Ha partecipato come volontaria insieme ai giovani di Forza Italia alle diverse campagne elettorali dal 2001 ad oggi, prendendo parte a diverse manifestazioni.

Nel 2008 le viene offerta la candidatura alla Camera dei Deputati, ma la rifiuta.

Nel 2009 viene candidata al Parlamento Europeo, per le elezioni europee del 2009, nelle file del Popolo della libertà.

Presentando la sua candidatura, Berlusconi commenta:
« Barbara Ma­tera è laureata in scienze politi­che, me l’ha consigliata Gianni Letta, è la fidanzata del figlio di un prefetto suo amico. Ecco, ha fatto una parte in Carabinie­ri 7 su Canale 5, ma mai la veli­na.»

Barbara Matera ha successivamento smentito la laurea attribuitale e confermato il fidanzamento.

Nella circoscrizione Sud, in cui si è presentata, Barbara Matera ha raccolto 129.994 preferenze, seconda solo a Silvio Berlusconi.

mercoledì 22 luglio 2009

Intervento di Gioacchino Genchi, Via D'Amelio, Palermo, 19/07/2009




Entrato in Polizia nel 1985 è attualmente Vice questore a Palermo. In aspettativa sindacale non retribuita dal 1° giugno 2000 ha ripreso servizio il 4 febbraio 2009 . Ha collaborato come consulente informatico con molti magistrati tra cui Giovanni Falcone e Luigi de Magistris. Esperto di informatica e telefonia si occupa di incrociare i tabulati delle telefonate in processi di grande importanza, quali quelli sulla mafia.

Arrivò due ore dopo nel luogo della strage di via D'Amelio, individuando nel castello di Utveggio il luogo da cui sarebbe stato azionato il radiocomando dell'esplosivo utilizzato per la strage. Secondo Salvatore Borsellino in quel castello si sarebbe celata una base del Sisde.

È stato recentemente coinvolto dalla stampa e dal Presidente Silvio Berlusconi in merito a un presunto scandalo di intercettazioni. Avrebbe, secondo alcuni, intercettato 350.000 persone (non viene indicato in quanto tempo questo sarebbe avvenuto). In realtà Genchi si occupa di tabulati telefonici quindi niente a che vedere con le intercettazioni.

Nel febbraio del 2009 è stato aperto un procedimento penale a carico di Gioacchino Genchi presso la Procura di Roma. Il 13 marzo 2009 i carabinieri del Ros su mandato della procura di Roma sequestrano il cosiddetto "archivio segreto" di Genchi, cioè i computer con i dati raccolti da Genchi per il suo lavoro di consulenza a diversi magistrati. Genchi si è difeso in un'intervista pubblicata su internet, parlando delle responsabilità dei suoi accusatori.

Il Tribunale del Riesame ha annullato il sequestro e la perquisizione dei tabulati telefonici spiegando che i reati contestati erano inesistenti. La Procura di Roma comunque non ha restituito i tabulati a Genchi; Il 7 maggio 2009 la Procura della Repubblica di Roma ha impugnato per Cassazione le ordinanze con le quali il Tribunale del riesame l'8 aprile ha annullato il sequestro del cosiddetto 'archivio segreto' di Gioacchino Genchi.

Il 26 giugno 2009 Genchi viene scagionato. Viene chiesto da Eugenio Selvaggi, sostituto procuratore generale della Cassazione, che i giudici della quinta sezione penale dichiarino inammissibile il ricorso che la Procura di Roma aveva presentato contro l'annullo del sequestro dei tabulati ordinato dal Tribunale del Riesame.

(da wikipedia.org)

Zanicchi, il Bangladesh e l’assenteismo «da fiction»

LINK
di Maria Laura Rodotà

La cantante nominata vicepresidente della Commissione Sviluppo dell’europarlamento: aiuterò i bambini


E io tra di voi... «Che non parlo mai» nel suo caso pare una forzatura, sarebbe meglio «che parlo parecchio». La neo-vicepresidente nonché Aquila di Ligonchio nonché diva della canzone diventata presentatrice diventata politica berlusconiana è fatta così. Nel 1971 Iva Zanicchi aveva inciso l’album Caro Aznavour, con brani del cantautore franco-armeno («Io tra di voi» è il più famoso).

Nel 2009 è stata rieletta eurodeputato («mi avevano eletto nel 2004 ma poi son successe cose strane, e son diventata prima dei non eletti, sono subentrata nel 2008»); prima delle elezioni era risultata recordwoman dell’assenteismo («insomma, assenteista per modo di dire, avevo firmato un contratto per una fiction di otto puntate e i contratti si rispettano, l’ho detto che se mi avessero rieletto mi sarei impegnata »); ora, a Europarlamento insediato, è vicepresidente di una commissione importante, quella per lo Sviluppo, si occupa del terzo mondo e dei fondi per gli aiuti (e altro che eurofannullona, «devo star lì tre-quattro giorni a settimana a laurà, come si dice a Milano»). Ora però Zanicchi si preoccupa perché la fiction, «Caterina e le sue figlie», «io, Virna Lisi e trecento altre attrici», andrà in onda in autunno, «e diranno ancora che sono assenteista, ma io non sono andata alle sedute perché dovevo girare».

Insomma, non è colpa di Sanremo (dove ha cantato «Ti voglio senza amore», forse male interpretato come inno al desiderio femminile maturo; magari era delusa dai criteri di selezione del Pdl): «Ohi, Sanremo dura tre giorni». Anche cinque, ma ora è un’altra storia. Perché «se è vero che un miliardo di persone va a letto senza cena, se è vero che i bambini del Bangladesh non riescono a concentrarsi a scuola per la fame, allora l’Europa deve fare la sua parte. Dare degli aiuti, aiuti mirati, eh. Perché poi hanno fatto anche tante porcherie. E a questo punto, me lo lasci dire, col G8 e tutto Berlusconi ultimamente si è comportato benissimo. Il resto del carlino, si dice al mio paese, lo facciamo fare a Dio che è santo vecchio». Più anziano del premier. E soprattutto di alcune candidate giovani, attraenti, e molto seguite in campagna elettorale.

Onorevole Zanicchi, prima delle Europee lei si era lamentata perché la lasciavano un po’ sola: «Non un po’, totalmente sola. Capisco che era importante aiutare le new entries, ma forse l’hanno preso un po’ troppo alla lettera. Comunque sono andata per mercati, per negozietti, la gente mi vuole bene e mi ha votato. E sa quanto ho speso per la campagna? Cinquemila euro per 22.117 voti. Faccia lei il conto». Quattro euro e quaranta a voto, Ok il prezzo è giusto, chi conosce Zanicchi ricorda il quiz da lei condotto dal 1987 al 2000, che fu una storica trasmissione di Mediaset.

Nel 2000 alcune sue neocolleghe erano bambine: «Ma non sono mica veline. La Lara Comi è laureata alla Bocconi, non si dice sempre "è laureata alla Bocconi" per dire una bella cosa? La Licia Ronzulli ha lavorato come volontaria, è una caposala… La Barbara Matera è talmente carina, via, qualche bella ragazza, qualche bel ragazzo aiutano sempre, lì è tutto un vecchiume ». E poi: «Ora dobbiamo dimostrare quello che valiamo. Non devono pensare: quella è una cantante, quella è una fisioterapista, che cavolo vuol dire. Io sono orgogliosa di essere una cantante, canterei sempre, forse farò una serata a Strasburgo con i colleghi». Farà "Io tra di voi", per prenderli in giro, forse.

Silvio, Marcello e la raccomandata affettuosa di Mangano



Silvio: Pronto?
Marcello: Pronto.
Silvio: Marcello!
Marcello: Eccomi!
Silvio: Allora, è Vittorio Mangano.
Marcello: Eh!
Silvio: ...che succede se ha messo la bomba.
Marcello: Non mi dire!
Silvio: Sì.
Marcello: E come si sa?
Silvio: E... da una serie di deduzioni, per il rispetto che si deve all'intelligenza.
Marcello: Ah, è fuori?
Silvio: Sì, è fuori [fuori dal carcere, in libertà].
Marcello: Ah, non lo sapevo neanche.
Silvio: Sì; questa cosa qui, da come l'ho vista fatta con un chilo di polvere nera, una cosa rozzissima, ma fatta con molto rispetto, quasi con affetto... è stata fatta soltanto verso il lato esterno. Secondo me, come un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata, lui ha messo una bomba.
Marcello: Alla Mangano, sì sì.
Silvio: Un chilo di polvere nera, cioè proprio il minimo...
Marcello: Sì, sì, cioè proprio come dire mi faccio sentire, sono qui presente.
Silvio: Sì. Uno: "ma è arrivata una raccomandata, caro dottore?" Lui ha messo una bomba.
(risate)
Marcello: Lui non sa scrivere!
(risate)
Silvio: Su con la vita!
Silvio: (...) la verità ai carabinieri gli ho detto, (...) telefonata, io trenta milioni glieli davo. Scandalizzatissimi. "Come trenta milioni?! Come?! Lei non glieli deve dare, noi l'arrestiamo!" Gli dico: "Ma nooo, su', per trenta milioni!" Poi mi hanno circondato la villa, no? (...) sera siamo usciti, io ([e Fedele?]) dalla macchina, paurosissimi (...)
Marcello: Ormai non sei uscito più.
Silvio: Poi casomai vediamo.
Marcello: Va be', sentiremo.

Come volete che si stia qui... ma lo sappiamo solo noi

LINK
di Laura Tarantino, Università dell'Aquila

La gente mi chiede come sto. Come volete che stia? DI MERDA. Stiamo tutti di merda, 70.000 persone stanno di merda. Senza casa, senza la città, senza tessuto sociale, senza gli uffici. Molti di noi non rientreranno nella loro casa se non tra molti anni (me compresa), molti di noi non ci rientreranno più, perché la casa la hanno già perduta, o perché gliela stanno per abbattere. Tutti non rivedremo la città ricostruita prima di 7/8 anni, almeno. Le persone anziane rischiano di non rivederla mai più.

(Tra parentesi: non viene neanche data comunicazione ai proprietari che le case vengono abbattute, ci si aspetta che siano loro ad informarsi. Che so, una cosa tipo: "scusi, che per caso state per abbattermi la casa? ah no? allora che faccio, ripasso tra qualche giorno e magari me lo dite?")

E intanto che facciamo? Chi può lavora, lavora 100 volte più di prima, lavora in condizioni disastrate e disperate. Anche perché tutti gli aspazi agibili in città sono stati occupati dalla Protezione Civile, obbligando altri operatori cruciali per la ripresa della città, come l'Università ad esempio, ad andare altrove. Una Protezione Civile che, con le parole del rettore Di Orio «ha una visione dell’occupazione degli spazi inquietante», parole su cui non posso essere più d'accordo (http://www.corriereuniv.it/2009/06/laquila-il-rettore-chiede-spazie-attacca-bertolaso-pigliatutto/, o anche http://www.campus.rieti.it/jw/news/attualita/644-laquila-di-orio-attacco-frontale-a-bertolaso-linquietante-occupazione-di-spazir.html).

Non tutti però riescono a lavorare, neanche in condizioni disastrate. E' il caso dei dipendenti della Transcom, 360 persone poste in mobilità. La direzione generale spiega di non essere più in grado di pagare gli stipendi perché non più competitiva anche a causa del terremoto del 6 aprile, che ha reso inagibile la sua sede.

E' il caso dei dipendenti della Technolabs - uno dei più importanti Centri di Ricerca e Sviluppo del centro-sud Italia a capitale esclusivamente italiano - 100 (su 160) dei quali hanno solo la prospettiva di 13 settimane di cassa integrazione a partire dall'inizio di agosto.

A fronte di questa drammatica situazione, qual è la risposta del governo per rilanciare l'economia? Ad esempio quella di richiedere ai residenti del 49 comuni del "cratere", a partire da gennaio 2010, la restituzione dell'IRPEF non versata a seguito del terremoto, da effettuarsi al 100% in 24 rate. Per darvi un parametro di confronto, nei paesi colpiti dal terremoto dell'Umbria, l'Irpef non venne versata per 24 mesi, e viene restituita ADESSO, dopo dieci anni e più, al 40% e in 120 rate (situazione analoga si verificò per gli alluvionati in Piemonte).

Cosa passa invece dai mezzi di comunicazione "istituzionali"? Passa la voce di un Presidente del Consiglio che grida al miracolo per la costruzione di alloggi per circa 13.000 persone, quando allo stato attuale solo il 54% delle abitazioni fuori del centro storico è agibile. Se la stessa percentuale fosse valida anche per il centro storico i conti sono presto fatti: circa 35.000 sfollati (tralasciamo poi l'incresciosa situazione del centro storico di cui posso dare testimonianza diretta: del nostro futuro a tutt'oggi non sappiamo nulla, nulla di nulla al di là di poche parole del premier: «nel centro storico il tempo sarà contato non in mesi ma in anni»).

E basta. Questo è il suo miracolo. E ad agosto il premier vuole prendere casa all'Aquila per seguire i lavori di queste casette perché, parole sue, «l'occhio del padrone, come si dice, sappiamo cosa produce..» (padrone? Padrone? siamo noi i padroni della nostra città, caro premier).

Racconto queste cose, fuori dal "cratere" e la gente sembra non credermi. Abbiamo tutti la sensazione di essere stati abbandonati.

Ma anche qui, tranne in rare eccezioni, le informazioni sulla situazione dei terremotati continuano ad essere condivise solo dai terremotati stessi. E così continuiamo a parlarci addosso.E il resto d'Italia continua a non sapere niente.

E voi, che pensate di fare? Continuare a guardarci come poveri animali allo zoo, che forse stanno anche diventando un po' noiosi a fare e dire sempre le stesse cose da tre mesi? Bè, temo proprio che la noia continuerà per qualche anno...

martedì 21 luglio 2009

Intervento di Francesco Saverio Alessio, Via D'Amelio, Palermo, 19/07/2009



Francesco Saverio Alessio - San Giovanni in Fiore, 1958. Autore con Emiliano Morrone di La società sparente - Neftasia Editore S.r.l. 2007. Vicedirettore di lavocedifiore.org, presidente di emigrati.it Associazione Internet degli Emigrati Italiani onlus, web master, web content, web designer e fotografo dei siti web: emigrati.it - emigrati.org - lavocedifiore.org - lasocietasparente.blogspot.com - ndrangheta.it - cultura-mediterranea.blogspot.com - mediazioneculturale.it - oxford-teaching.com - florense.it

Intervento di Francesco Barbato, Via D'Amelio, Palermo, 19/07/2009




Francesco Barbato - Nato a CAMPOSANO (NAPOLI) il 3 novembre 1956, Laurea in scienze politiche; Talent scout di Compagnie di Assicurazione e Procuratore-agente generale di assicurazioni - Eletto nella circoscrizione XIX (CAMPANIA 1) - Lista di elezione: DI PIETRO ITALIA DEI VALORI - Proclamato il 29 aprile 2008, Elezione convalidata il 18 dicembre 2008 Iscritto al gruppo parlamentare ITALIA DEI VALORI dal 5 maggio 2008 - Componente dell'organo parlamentare VI COMMISSIONE (FINANZE) dal 14 maggio 2008.

19 luglio. Via D'Amelio. 1992. Strage di Stato

AUDIO INTEGRALE


ASCOLTA I SINGOLI INTERVENTI

I nuovi audio di Silvio e Patrizia

LINK

Dopo quelle pubblicate ieri, ecco altre quattro registrazioni realizzate dalla escort Patrizia D'Addario prima e in seguito agli incontri con il Presidente del Consiglio a Palazzo Grazioli. Dagli accordi con Tarantini alla colazione con il premier

«Alle nove e un quarto vi passa a prendere l'autista e andiamo lì...». Giampaolo Tarantini spiega a Patrizia D'Addario come si deve comportare per l'imminente incontro con il premier Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli. Siamo a metà ottobre del 2008, la ragazza di Bari registra ogni cosa. L'accordo sui soldi, i gusti di Silvio. «Lui non ti prende come una escort, ti prende come un'amica mia», le dice Gianpi. Che però aggiunge: «Mille ora già te li ho dati, poi se rimani con lui ti fa il regalo solo lui».
Dopo la pubblicazione delle registrazioni che dimostrano che Berlusconi ha mentito e che Patrizia D'Addario ha detto la verità, "L'espresso" pubblica qui in esclusiva i nuovi audio delle feste nella residenza del presidente del Consiglio.

Nel primo incontro di ottobre Berlusconi, tra musica e barzellette, esalta il Belpaese e le sue opere d'arte paragonandolo con le "cadenti" chiese di legno della Finlandia. Poi fa una piccola lezione di economia, spiegando che dopo due mesi sarebbe diventato il capo del G8. «Io sono l'unico al mondo che lo ha presieduto due volte. Siccome si va a sedici...Ora sono in-su-pe-ra-bi-le».

Patrizia D'Addario, quella sera, torna in albergo. Ma dopo due settimane, il 4 novembre, decide di rimanere a dormire con il premier. La notte la passano insonni, i due fanno colazione la mattina presto. Obama è stato appena eletto presidente degli Stati Uniti. Silvio e Patrizia sorseggiano tè e caffè. E una tisana "superdolce", come dice la escort, che svela a Berlusconi il suo cognome. E insieme commentano la notte d'amore.

LINK

Ottobre 2008. Prima di andare a Palazzo Grazioli Gianpaolo Tarantini e Patrizia si mettono d'accordo sulla serata a casa del premier

GT: Allora ...
P: mi volevi parlare?
GT: non volevo parlare, volevo dirti... che alle nove e un quarto vi passo a prendere l'autista e andiamo lì ...
Ragazza: andiamo lì ... poi se lui decide rimani lì ...
P: ...e mille per la serata.
G: Mille ora già te li ho già dati ... poi se rimani con lui ... ti fa il regalo solo lui ... ah ... vedi che lui non usa il preservativo ... eh
P: Ma non esiste una cosa senza preservativo ... come faccio a fidarmi?
G: Ma ... è Berlusconi ...
P: Ma tu chi sei? Guarda che ... sai quanta gente è rimasta ...
G: Sai quanti esami fa lui?
P: Lo so, ma ... sai ... per noi donne è anche più bello ... voglio dire ... ma sentire una cosa del genere ...
G: Tu puoi decidere, però lui non ti prende come escort, capito? lui ti prende come un'amica mia, che ho portato ...
ASCOLTA L'AUDIO

E' la mattina del 5 novembre. Obama è il nuovo presidente Usa, Silvio e Patrizia fanno colazione a Palazzo Grazioli

PD: Scusami (ero in bagno)
SB: Allora, come stai?
PD: io bene. Tu?
SB: Tranquillo. Allora, prendiamo il caffè o il tè?
PD:
SB: Allora io vado via, tu ti leggi il giornale
PD: Che prendo?
SB: C'è di tutto di più
PD: E' dolcissimo sai. E poi la tisana era superdolce
SB: Ecco perchè non lo giro, perchè mi fregano con questo fatto
PD: Il miele non è zucchero
PD: Che dolore, all'inizio mi hai fatto un dolore pazzesco
SB: Ma dai! Non è vero!
PD: Ti giuro, un dolore pazzesco all'inizio
SB: Mi vuoi dare il cognome?
PD: Si, è un cognome famoso. C'è una grossa concessionaria che fa pubblicità, un grosso dottore ginecologo
SB: (legge un biglietto?) D'Addario?
PD: Sì, non è tanto comune....
SB: D'Addario...
ASCOLTA L'AUDIO

E' ottobre 2008. La Lehman Brothers è fallita da poco. Berlusconi fa un comizio di economia davanti a Patrizia D'Addario, Giampaolo Tarantini e gli altri ospiti

SB: Perché vado a Berlino? Vado a Berlino per la riunione Europa Asia. Ma invece a partire dal primo di gennaio sono il responsabile dell'organismo internazionale che governerà l'economia del mondo
VOCE FEMMINILE: Eeeehhh
SB: che si chiama ora G8, poi sarà G14 con dentro India, Cina, Sud Africa, Messico , Egitto, Brasile. E poi G16... E io dovrò andare in tutti questi paesi e per un anno dare l'avvio alla gestione dell'economia mondiale che non si è reso possibile...Per cui è un organo che raccoglie i leader dell'80 per cento dell'economia che devono decidere di applicare le leggi dell'economia in un momento complesso di crisi...Io per avventura...io sono l'unico al mondo che ha presieduto due volte nel 1994 e nel 2002, non c'è nessun altro che ha presieduto due volte...Siccome si va a sedici, uno deve stare lì, e si fa un anno ciascuno, ora sono in-su-pe-ra-bi-le...tre volte! ed è un grande risultato per l'Italia...
ASCOLTA L'AUDIO

Continua la festa a Villa Certosa. Berlusconi parla con Patrizia delle opere d'arte italiane

SB: io sono andato in Finlandia...mi hanno fatto vedere una cosa...una chiesa di legno, cadente...Noi qui abbiamo...40mila parchi storici con tutti i tesori dentro, 3500 chiese, 2500 siti archeologici, pari al 52% di tutte le opere d'arte catalogate al mondo e al 70 % di tutte le opere d'arte catalogate in Europa: questa è l'Italia.
PDA: E' perché non vengono più?
ASCOLTA L'AUDIO

Silvio e Patrizia, ecco gli audio

LINK

Il gruppo l'Espresso pubblica le intercettazioni di alcuni dialoghi tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e la escort Patrizia d'Addario.

Nella conversazione, registrata lo scorso autunno a Palazzo Grazioli, già rimbalzata su Youtube, si sente una voce maschile, attribuita a Berlusconi, che si rivolge ad una donna e parlano di un letto, regalato dal primo ministro russo Putin. Dal dialogo dei due si evince che proprio in quel letto i due si ritroveranno di lì a poco, dopo aver fatto una doccia, ciascuno per conto suo. L'Espresso pubblica poi le conversazioni tra D'Addario e Tarantini su quanto sarebbe avvenuto in quegli incontri.

Le conversazioni confermerebbero la versione data dalla donna, secondo la D'Addario infatti, Berlusconi avrebbe in effetti un letto a baldacchino regalato proprio da Putin.

Patrizia D'Addario, barese, 42 anni, è al centro di una inchiesta giudiziaria a Bari nella quale Berlusconi non risulta indagato riguardante un giro di escort che avrebbe preso parte ad alcune serate a Palazzo Grazioli organizzate con l'intermediazione dell'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, accusato di corruzione.

La D'Addario ha dichiarato alla stampa di aver incontrato Berlusconi due volte e di aver ricevuto la promessa di 2.000 euro di compenso per ogni incontro.

La D'Addario ha affermato di avere le registrazioni degli incontri a Palazzo Grazioli i nastri sono stati acquisiti dalla magistratura.

Parla il portavoce del Pdl
"Il gruppo Espresso-Repubblica è come il proverbiale ultimo giapponese. Ma, nonostante tanti sforzi, la bolla del pettegolezzo e del fango contro Silvio Berlusconi e il governo si è già sgonfiata. E allora resta solo il tentativo patetico di rianimare una campagna giornalistica già morta". Daniele Capezzone, portavoce del Popolo della Libertà, conclude dicendo: "Si rassegnino, e si facciano una vacanza: ne hanno evidentemente bisogno".

La reazione dell'avvocato Ghedini
Materiale "senza alcun pregio, del tutto inverosimile e frutto di invenzione". Così in una nota Niccolò Ghedini, consulente giuridico e avvocato del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, definisce le registrazioni apparse oggi su 'L'Espresso' tra il premier e Patrizia D'Addario.

"Come risulta dagli atti, la D'Addario - si legge nella nota di Ghedini - ha consegnato delle registrazioni asseritamente eseguite, alla Procura della Repubblica di Bari, e che sono tuttora in possesso di tale Procura, sottoposte a regime del segreto di indagine e del divieto assoluto di pubblicazione. La veridicità e la liceità delle asserite registrazioni erano già state contestate. Alla luce della lettura di quelle pubblicate sul sito di Repubblica, e l'autorità giudiziaria competente si auspica verifichi come i giornalisti ne siano entrati in possesso, non si può che ritenere trattarsi di materiale senza alcun pregio, del tutto inverosimile e frutto di invenzione".

"Comunque la pubblicazione integra è di per sè un illecito che dovrà essere perseguito, e nei confronti di chiunque ritenesse di riprendere tale materiale saranno esperite tutte le azioni legali del caso", conclude Ghedini.

LINK

Le registrazioni degli incontri con il premier fatte dalla escort D'Addario a Palazzo Grazioli. La prima festa a metà ottobre e poi la notte trascorsa assieme il 4 novembre 2008. Ecco le prove che la donna che ha chiamato in causa il presidente del Consiglio dice la verità

Dalle presentazioni con i nomi di fantasia, come Alessia o Clarissa, all'appuntamento post doccia nel "letto di Putin", ai resoconti della serata con Giampaolo Tarantini, a quel "ciao tesoro" telefonico con il quale, Berlusconi, la congeda prima di partire per Mosca.

Gli incontri tra il presidente del Consiglio e l'escort Patrizia d'Addario sono rimasti impressi nei nastri che oggi L'espresso è in grado di rivelare in esclusiva.

Questi nastri rappresentano la prova che gran parte delle affermazioni, rilasciate dalla escort barese nelle sue interviste, nonché dinanzi ai magistrati, sono vere, e confermate dagli audio che lei stessa ha registrato a Palazzo Grazioli.

Siamo a metà ottobre 2008 e i nastri riportano "l'anticamera" delle ragazze, che attendono di essere accompagnate dal premier, annunciato come un "presidente un po' allegro, che dice qualche barzelletta e canta". Le ragazze chiedono se potranno cantare con lui. Poi si passa alle presentazioni. Il premier le approccia attraverso un cordiale "Ciao, come va?" e un galante complimento alla loro bellezza. Le donne sono altrettanto cordiali, ma parecchio imbarazzate. Almeno finché non si rompe il ghiaccio, quando esclamano, ridendo all'unisono: "Siamo tutte vestite di nero". Berlusconi commenta compiaciuto, spiegando d'aver fatto confezionare abiti particolari per un teatro, e suscitando così la curiosità delle donne.

È questa, quindi, la prima volta di Patrizia d'Addario a Palazzo Grazioli. Quella prima volta di "metà ottobre", durante la quale la escort decise di non restare con il premier. Dai nastri spunta un'altra conferma della sua versione: sentiamo la d'Addario che, sollecitata dalle domande di Berlusconi, parla al premier del suo intento di portare a termine un'operazione immobiliare.

Nelle cassette, però, è rimasta impressa anche la nottata trascorsa da Patrizia, a Palazzo Grazioli, circa due settimane dopo. E' il 4 novembre. Quella sera Barak Obama diventava presidente degli Stati Uniti. Nelle stesse ore il premier invitava la d'Addario a infilarsi, dopo la doccia, nel letto di Putin, dove lui l'avrebbe raggiunta poco dopo, mentre scorre la colonna sonora del musical "Scugnizzi", che nei nastri si conclude con un paradossale refrain di "zoccole, zoccole, zoccole".

Berlusconi sapeva che la D'Addario si stava prostituendo? Dai nastri è impossibile stabilirlo, ma c'è un particolare che induce a riflettere, e riguarda la telefonata tra la d'Addario e Giampaolo Tarantini all'indomani della nottata trascorsa con il premier: "Non mi ha dato nessuna busta", dice Patrizia a "Giampi". E Tarantini risponde: "Veramente?". Il suo tono lascia intendere una profonda sorpresa. Anche se il dialogo riprende più serenamente, quando Patrizia dice d'aver ricevuto dal premier la promessa di un aiuto "sul cantiere": "Ci devo credere?" chiede Patrizia. "Se lo dice lui...", risponde "Giampi". Poco dopo il cellulare squilla ancora: è Berlusconi a chiamare Patrizia, spiegandole che ha dovuto tenere un discorso, peraltro riuscito benissimo, e che sta partendo per Mosca.

LINK

Patrizia sta per entrare a Palazzo Grazioli. Chiede a un accompagnatore come si deve comportare con Berlusconi

UOMO: ... dietro sto. [...]
PATRIZIA: ma adesso ceniamo? poi a che ora diciamo...di solito...
UOMO: ...non lo so io...perché...so che il presidente è un po' allegro..canta....dice qualche barzelletta
PATRIZIA: pure noi possiamo cantare?
UOMO: ...e si fa un po' più.. ... però...non c'è problema
ASCOLTA L'AUDIO

Berlusconi si presenta alle ragazze. Tra battute e risate, inizia la festa

VOCE MASCHILE: Clarissa...
SB: Ciao, tutto bene?
RAGAZZA: Assolutamente
SB: Ciao
PD: Alessia
SB: Ah che carine ... complimenti
PD: grazie
RAGAZZA: Tutte in nero!
SB: Ahhh!
VOCE MASCHILE: Tutte in nero!
RAGAZZE: Tutte in nero!
SB: Io tra l'altro pensa... che per il nostro teatro ho ordinato 22 costumi, sai quei costumi...li hanno fatti
VOCE MASCHILE: dimentichi qualcosa?
SB: Allora...tu di dove sei?
PD: Io sono di Milano [però vivo attualmente vivo a Bari] ...
SB: Cosa fai?
PD: sto occupandomi di un'operazione immobiliare [...] va un po' male perché da sola è un po' dura
ASCOLTA L'AUDIO

E' il 4 novembre, sono passate due settimane. Obama sta per essere eletto alla Casa Bianca, Berlusconi e Patrizia sono nel "lettone di Putin".

SB: questo [libro?...] l'ho disegnato io
PD: l'hai fatto molto bene
SB: l'altra volta ce l'avevi?
PD:
SB: C'eri già l'altra volta?
PD:
SB: ma tu pensa... e questa? prendi
PD: no questa no
SB: è la più bella
PD: è bellissima questa
SB: prenditi questa la regali a qualcuno
PD: no
SB: no, sarebbe uno spreco
PD: anche questa l'hai disegnata tu?
SB: questa è una mia idea ma non l'ho disegnata io. ma guarda che roba...com'è fatta. questo è un mio amico che me l'ha fatta. che mi fa tutte le cose...io mi faccio una doccia anch'io... e poi, poi mi aspetti nel lettone se finisci prima tu?
PD: quale lettone.. quello di putin?
SB: quello di Putin
PD: ah che carino..quello con le tende

canzone 1 'Gente magnifica gente' - Sal da Vinci - dal musical 'Scugnizzi'
canzone 2 'Zoccole zoccole' - Sal da Vinci - dal musical 'Scugnizzi'
ASCOLTA L'AUDIO

E' il 5 novembre. Patrizia commenta con Giampaolo Tarantini la nottata in bianco con il premier

PD: Pronto buongiorno
GT: Buongiorno
PD: Come stai?
GT: Bene
PD: Non abbiamo chiuso occhio stanotte
GT: Eh immagino, come è andata?
PD: Bene, niente busta però
GT: Veramente?
PD: Giuro. Come mai? Tu mi avevi detto che c'era una busta. Mi ha fatto un regalino, non so, una tartarughina
GT: Uhm
PD: E poi mi ha fatto una promessa
GT: Cioè?
PD: Che..va beh te lo posso dire, tanto tu sei la guardia di tutto, mi ha detto che mi mandava gente sul cantiere, l'ha detto lui quindi ci devo credere?
GT: Si, e va beh se lo dice lui. Gli hai dato il tuo numero?
PD: Si, gli ho dato il mio numero, l'ha voluto stamattina anche il mio cognome e ha detto che mi avrebbe aiutata sul cantiere mi mandava gente
GT: E beh va beh oh
PD: E poi ha detto che vuole rivedermi con un'amica perché..in due
GT: Senti ma come? a che ora sei tornata?
PD: Adesso, adesso che ti sto chiamando
GT: Ma dove stai, in albergo già?
PD: Si adesso
GT: ci vediamo per un caffè
PD: Sì se vuoi noi siamo qui in albergo, non sappiamo nemmeno a che ora dobbiamo partire
GT: Amò ti ho mandato un messaggio ieri
PD: Ah, c'era scritto l'orario che dobbiam partire? Siccome Barbara ha detto, appena sono arrivata ha detto 'Hai avito la busta, 5000 euro' ho detto no, io non ho preso proprio niente
GT: Ti volevo dire una cosa, di me ha detto qualcosa no?
PD: Mah mi ha chiesto solo da quanto tempo ci conosciamo io e te, ho detto da tantissimo tempo, ho fatto bene?
GT: Brava si
PD: Ho detto che ci conosciamo da tanto tempo, Barbara è anche una mia amica ho detto, lui ha detto che ha una sua amica e vuole farmi leccare da una sua amica
GT: Ahahahah
PD: Ti giuro, così mi ha detto. Molto affettuoso, tutta la notte non abbiamo dormito
GT: E' bravo comunque lui
PD: E poi lui stesso mi ha chiesto del cantiere, gli ho detto qua lo sto portando avanti da sola, però non è facile giù al sud, una ragazza da sola, anche perché è una cosa abbastanza grossa e lui mi ha detto ti manderò io qualcuno, mi auguro che sia vera
ASCOLTA L'AUDIO

Subito dopo, Berlusconi chiama Patrizia. Commentano la serata, poi lui parte per Mosca

PD: Pronto?
SB: Come stai questa mattina?
PD: Come stai?
SB: Questa mattina
PD: Bene
SB: Tutto bene?
PD: Si..tu?
SB: Io si, ho lavorato tanto, questa mattina sono andato a inaugurare questa mostra, ho fatto un bellissimo discorso, con applauso e non sembravo stanco
PD: Eh infatti come me, io non ho sonno non ho dormito, è andata via solo la mia voce
SB: Beh come mai? Non abbiamo gridato
PD: Eh eppure non ho urlato, chissà perché è andata via la voce, sai perché? Perché ho fatto la doccia, 10 volte con l'acqua ghiacciata perché avevo caldo
SB: Va bene senti, tutto bene?
PD: Si tutto bene
SB: Hanno consumato, io sto partendo adesso per Mosca
PD: Va bene
SB: Ti chiamo domani quando torno eh?!
PD: Ok, un bacione forte anche a te
SB: ciao
PD: ciao
SB: ciao tesoro
DONNA: ciao un bacio
ASCOLTA L'AUDIO

L'agenda di Borsellino non l'ha presa la mafia

LINK

Caltanissetta, 21-07-2009
L'agenda rossa di Paolo Borsellino "non è stata certo la mafia a farla sparire": ne è convinto il procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari.

Diverse, secondo il magistrato, le ipotesi della strage di via D'Amelio. "Una è questa: si pensa che Borsellino fosse venuto a conoscenza della trattativa e che si fosse messo di traverso. E, proprio per questo, sarebbe stato ucciso. Un'altra ipotesi: quella trattativa si era arenata, e allora Totò Riina ha deciso di accelerare l'esecuzione della strage di via D'Amelio allo scopo di costringere lo Stato a venire a patti. Adesso, lentamente, emergono possibili se non addirittura probabili rapporti tra Cosa nostra e settori deviati dello Stato", spiega il magistrato in un'intervista a Repubblica.

"Negli ultimi sei mesi siamo venuti a sapere alcuni particolari che ci hanno permesso di spingere le nostre indagini sulle stragi in territori non solo di mafia", afferma il magistrato, facendo riferimento, in primo luogo, alle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza. "Io non sono nella mente di Totò Riina - afferma Lari - però lui sa che Gaspare Spatuzza sta parlando con noi. Non sa esattamente che cosa ci sta dicendo, ma credo che in qualche modo lo immagini. Credo che anche lui pensi che ci sarà proprio una svolta nelle indagini. Ecco perché è intervenuto. Vuole dirci qualcosa. E' abbastanza chiaro che quel suo messaggio a mezzo stampa era diretto a noi, ai titolari delle indagini sulle stragi: i magistrati di Caltanissetta". I quali, assicura Lari, sono "pronti" ad ascoltare il boss: "Ho l'impressione che a quasi 80 anni Totò Riina voglia levarsi qualche sassolino dalle scarpe".

lunedì 20 luglio 2009

Paolo Borsellino, l'eredità di un sogno

LINK

“Perché quello che è stato fatto è proprio cercare di fare passare l’assassinio di Paolo e di quei ragazzi che sono morti in via D’Amelio come una strage di mafia (…) Quello che invece noi cerchiamo in tutti i modi di far capire alla gente (…) è che questa è una strage di Stato, nient’altro che una strage di Stato (…) Oggi questa nostra Seconda Repubblica è una diretta conseguenza delle stragi del ‘92”.

A parlare è Salvatore Borsellino. E le sue non sono solo le parole figlie della perdita del fratello magistrato nella deflagrazione di un’autobomba, ma di un cittadino lucido che, nonostante tutto, conserva in sé la fiducia nella forza delle Istituzioni e della Giustizia. Non trucidato dalla mafia, dunque, ma dallo Stato stesso di cui era servitore. Con la Seconda Repubblica che nasce sulle ceneri di quell’assordante boato che ha fatto tremare Palermo il 19 luglio di diciassette anni fa. Il sogno di liberare la Sicilia, e con essa tutta l’Italia, dal “puzzo del compromesso morale”, è la spinta che animava tanto Borsellino quanto Falcone. Da La Kalza di Palermo, periferia sociale ed economica della città, alle aule di Tribunale: una parabola, quella dei due protagonisti della prima Procura anti-mafia, che determina in modo nuovo e originale la battaglia contro la criminalità organizzata. Perché Borsellino e Falcone non solo hanno, per la prima volta, definito i contorni di ‘cosa nostra’, processandone i suoi esponenti di spicco nell’aula bunker dell’Ucciardone, ma ne hanno conosciuto e indicato la mentalità, i linguaggi, i codici, i simboli, avendoli appresi a La Kalza, da dove Falcone proveniva. Stesso quartiere e stessa infanzia di Tommaso Buscetta.

“Nuddu miscatu cu nenti”, cioè nulla mischiato col niente, è la formula con cui comincia l’iniziazione nelle famiglie, la cooptazione di nuovi affiliati ai mandamenti e alle cosche. E’ questo il messaggio che la mafia ha cercato sempre di far passare fra i suoi e nella società: l’essere nulla mischiato col niente senza protezione della famiglia criminale, il non esistere senza la copertura dell’organizzazione illegale; diffondere, insomma, la coscienza insana che lo Stato non serve, non basta, non provvede alle tue esigenze e bisogni, finanche alla tua sicurezza. Un’opera persuasiva, altamente etica, per l’obiettivo di ridefinire il codice di comportamento sociale, perseguita prima attraverso lo spargimento di sangue –la fase dello stragismo degli anni ’90- e poi per mezzo del controllo economico: della droga all’inizio, della finanza oggi.

Ma sempre i target di questa conquista infame sono stati la politica e la società.
Diciassette anni fa di fronte a tale tentativo di controllo e di infiltrazione, politica e società furono evidentemente deboli nell’opporsi. Con la prima che non potè nascondere la paura che Borsellino e Falcone generarono quando lambirono il ‘terzo livello’, quando cioè arrivarono al legame della mafia con le amministrazioni nazionali e locali, di fronte al quale furono costretti a fermarsi perché uccisi.

Ora la mafia ‘ammazza’ meno, non usa le armi come in passato, non si serve della droga per alimentarsi, ma preferisce la strada del business: appalti edili e sanitari, ricostruzione in Abruzzo ed Export di Milano, nomine nella Asl, riciclaggio di denaro in attività estere apparentemente innocue come la ristorazione, gestione del ciclo dei rifiuti. Calca la scena dei salotti buoni di politica e finanza, parla l’inglese, non scrive sui ‘pizzini’ dal casolare di campagna vestendo gli abiti lisi dei contadini. E soprattutto si ramifica, assume tante forme locali. Oggi non c’è la mafia, bensì le mafie, appunto declinate al plurale. Non controllano solo il territorio dove nascono, ma si estendono in tutto il Paese, in tutto il mondo, cercando l’infiltrazione in ogni attività economica.

Per contrastarla la magistratura, come intuirono per altro già Borsellino e Falcone, deve entrare nelle banche e nei conti correnti internazionali, nel meccanismo degli appalti e nei settori industriali, utilizzando le intercettazioni (che il governo sta tentando di impedire con il ddl Alfano) e operando in modo autonomo (che, sempre il governo, sta tentando di impedire con la riforma del ruolo del Pm, espropriato della sua indipendenza e privato di una forza di polizia libera, che si vuole sottoporre al controllo dell’esecutivo).

Per contrastarla, invece, la società civile deve avviare una riflessione interna profonda, chiedendosi da che parte stare e scegliendo quella della trasparenza, della legge uguale per tutti, dell’informazione libera. Esigendo verità dallo Stato, anche sullo stragismo degli anni ’90, su cui la Procura di Caltanissetta sta nuovamente indagando. C’è stata o non c’è stata la trattativa fra ‘cosa nostra’ e lo Stato italiano di cui tratterebbe il ‘papello’ di Riina, che il collaboratore di giustizia e figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, Massimo Ciancimino dice di possedere? Il baratto fra pene più leggere per le cosche, la fine della morsa giudiziaria su ‘cosa nostra’, in cambio della fine della mattanza, è esistito? E Borsellino morì perché seppe di questa trattativa e si mise di traverso? Venne ucciso perché a conoscenza di quale era il ‘terminale istituzionale’, come lo chiamano Ciancimino e Brusca, che sedeva al tavolo con il capo dei Corleonesi per trattare la tregua? Senza le risposte a queste domande, che Salvatore Borsellino con coraggio ripropone sempre, sconfiggere le nuove mafie diventa uno sforzo ancora più difficile. Senza le risposte a queste domande, ricordare Borsellino e Falcone, insieme a tutte le altre vittime di mafia, è rituale vuoto, che depotenzia la forza di una rivoluzione morale e civile che, come acqua, disseti il deserto morale in cui questo Paese si sta trasformando.

(18 Luglio 2009)