martedì 30 giugno 2009

Tra un valzer e l'altro...

I clandestini sono un'invenzione della televisione

Questa è la favoletta che ci propinano:
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Il ministro Ronchi visita il Centro di prima accoglienza dell'isola: «Grazie al governo qui tutte le stanze sono vuote»
«Nessun clandestino a Lampedusa»
Successo Le associazioni umanitarie senza immigrati da accogliere. Sui mari il «deserto»

dall'inviato Fabio Perugia

LAMPEDUSA -
Ciò che resta degli immigrati a Lampedusa sono solo alcune scritte in arabo. Brevi versi del Corano, impressi sui muri delle stanze dei prefabbricati del Centro di prima accoglienza. I clandestini sono ormai un ricordo. Anche le organizzazioni umanitarie che lavorano sull'isola, come Croce Rossa, Save the Children, Unhcr e Oim, restano senza nessuno da accogliere. Il governo, qui, sembra aver imprigionato in un ricordo il dramma dei clandestini. La visita a Lampedusa del ministro delle Politiche europee, Andrea Ronchi, inizia così. Con una passeggiata nel «deserto» del Cpa. Un Centro, che dopo l'incendio del gennaio scorso, è stato in gran parte ricostruito in soli quattro mesi. «Grazie alla politica dei respingimenti e all'azione del governo - spiega Ronchi camminando accando al sindaco dell'isola, Bernardino De Rubeis - qui abbiamo risolto il problema dell'immigrazione clandestina restituendo all'Italia e ai turisti una perla del Mediterraneo». Nella sala di controllo operativo della Guardia di Finanza il radar che controlla i mari non segnala più imbarcazioni provenienti dall'Africa. Un successo, rispetto agli sbarchi, drammatici, di un anno fa, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. Ma il ministro sa bene che questa è una vittoria soprattutto dell'Italia: «L'Europa ci ha lasciati soli per molto tempo. Nonostante questo, il governo italiano ha realizzato leggi che sono andate nella direzione della solidarietà e della legalità assieme a un grande lavoro diplomatico: questa è la via maestra per l'Europa». E quel «buco nero», come lo hanno definito alcuni Paesi europei, «è stato tappato». Ora l'isola può tornare a occuparsi della sua principale attività, il turismo. Sulle bianche spiagge a pochi chilometri dal Continente Nero i turisti siedono sereni sotto gli ombrelloni. Si tuffano tra i fondali del Mediterraneo. Avanzano con le loro piccole barche con in mano una lenza. E sorridono. Nel Centro di prima accoglienza, oggi, ci sono zero immigrati.

26/06/2009
Questo è quello che succede:
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IMMIGRATI: COMUNE LAMPEDUSA, SBARCHI CONTINUANO MA "OSCURATI"

(AGI) - Lampedusa, 19 giu. - Malgrado la politica dei respingimenti adottati dal Governo, le traversate di immigrati nel Canale di Sicilia sono continuate e nelle acque di Lampedusa sono state effettuate diverse operazioni di soccorso delle quali pero' le autorita' non hanno dato notizia. Lo ha detto questa mattina l'assessore all'Immigrazione del Comune di Lampedusa, Mauro Buccarello. "Il silenzio e' la nuova strategia del governo", ha affermato Buccarello e ha aggiunto: "Ci sono stati almeno tre sbarchi nell'ultimo mese e mezzo, dei quali ci risulta direttamente sono arrivate in totale circa 200 persone.
Le ultime 50 sono state soccorse ieri sera al largo di Lampedusa e condotte direttamente a Porto Empedocle perche' sull'isola al momento non si puo' fare accoglienza dati i lavori in corso nel centro di contrada Imbriacola. Altri 50 migranti sono arrivati 15 giorni fa, e 4 settimane fa sono stati soccorsi 73". Una conferma e' venuta anche dal sindacio di Lampedusa, Dino De Rubeis: "Prima della campagna elettorale - ha detto De Rubeis - il governo ha adottato la politica dei respingimenti fregandosene dei vescovi, delle associazioni umanitarie e dell'Unione Europea. Finita la campagna elettorale abbiamo visto ieri sera i primi 50 immigrati che sono stati prelevati e portati direttamente a Porto Empedocle. Vedremo cosa accadra' dopo il G8. La verita' e' che sono finite le elezioni e sono ripresi i viaggi verso le nostre coste". Il sindaco ha puntualizzato che i migranti soccorsi nel mare di Lampedusa non possono comunque essere sbarcati sull'isola perche' il centro di prima acoglienza di contrada Imbriacola e' vuoto e non puo' essere utilizzato a causa dei lavori di ristrutturazione dopo l'incendio di 3 mesi fa.
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LAMPEDUSA, E' EMERGENZA. OTTAVO SBARCO DI FILA

Ottavo sbarco consecutivo, nel giro di poche, a Lampedusa: 67 extracomunitari, tra cui otto donne, sono appena giunti sull'isola dopo essere stati soccorsi da una motovedetta della Guardia di Finanza a circa sette miglia a Sud dalla costa. Anche questi immigrati sono stati trasferiti nel Centro di prima accoglienza, che ha ormai superato le 1500 presenze.

E' EMERGENZA - Nuova ondata di sbarchi a Lampedusa: in poche ore sono giunti sull'isola o sono stati intercettati su cinque distinti barconi oltre 800 clandestini. Circa 250 clandestini si trovano in un barcone di 12-13 metri, il quinto dalla scorsa notte fino ad ora, intercettato a 24 miglia a sud di Lampedusa dalla Guardia costiera. Tre motovedette si stanno dirigendo nella zona di mare per i soccorsi. A bordo del natante ci sono numerose donne. L'arrivo più consistente si è registrato intorno alle 4 del mattino, quando un peschereccio è riuscito a entrare direttamente in porto con 339 extracomunitari, tra cui 47 donne e quattro bambini. Un'altra imbarcazione più piccola, con 39 immigrati, è approdata invece all'alba sulla spiaggia di Cala Croce. Un altro barcone, con 47 clandestini tra cui due donne, è stato intercettato a circa 50 miglia a sud di Lampedusa da una motovedetta della Guardia Costiera, che sta facendo rotta verso l'isola. L'ultimo intervento riguarda una imbarcazione con oltre un centinaio di immigrati soccorso da una nave della Marina Militare a 70 miglia a Sud dall'isola. Il centro di prima accoglienza di Lampedusa, dove ieri si trovavano circa 700 clandestini, con gli ultimi arrivi rischia adesso nuovamente il collasso. Circa quattrocento clandestini sbarcati nei giorni scorsi saranno trasferiti dal centro di accoglienza sull'isola ad altre strutture in Italia. Nel Centro di Lampedusa - che al massimo della capienza può ospitare poco più di seicento persone - ci sono già un migliaio di immigrati. Ma altri arrivi faranno salire il numero delle presenze a circa 1.300. I migranti, secondo quanto si è appreso, dovrebbero essere divisi nei Centri di Cagliari, Caltanissetta, Trapani e Castelnuovo di Porto (Roma).

MARONI: STOP SBARCHI LAMPEDUSA CON ACCORDO LIBIA - Gli sbarchi a Lampedusa saranno risolti quasi al cento per cento quanto entrerà in vigore l'accordo con la Libia che prevede il pattugliamento congiunto delle acque libiche. Lo ha detto il ministro dell'interno, Roberto Maroni, nel corso di una conferenza stampa a Casal di Principe. "Gli sbarchi - ha spiegato il ministro - non si evitano con un decreto legge purtroppo, ma con l'attivazione dell'accordo con la Libia che prevede un pattugliamento delle acque del paese nordafricano: ma ciò non si può fare senza l'ok della Libia; quando ci sarà l'ok non ci saranno più sbarchi a Lampedusa". Maroni ha poi rilevano che il governo è impegnato in questa direzione. "Il premier Berlusconi - ha ricordato - è andato qualche giorno fa in Libia per parlare di questo con Gheddafi, il ministro degli esteri Frattini è molto attivo: tutto quello che potevamo fare lo abbiamo fatto, abbiamo anche avviato ricognizioni sui porti dove mettere le basi". Se il via libera della Libia avverrà a settembre, ha aggiunto, "dobbiamo aspettarci un agosto molto pesante". Per quanto riguarda i clandestini che sbarcano, ha proseguito il ministro, "non possiamo non accoglierli e questa è la prima fase, ma poi c'é la seconda fase: se non hanno diritto a stare in Italia torneranno a casa loro".

lunedì 29 giugno 2009

La selezione dei giornalisti ai quali rispondere



Le verità del Presidente del Consiglio sono affidate alle pagine del (suo) settimanale, Chi, grazie alle graffianti e impudenti domande del gossipologo (perché è tutto gossip, solo gossip, pessimo gossip, come il caso Mills) Alfonso Signorini:
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"Io, Patrizia e Veronica. Ecco la verità"
di Alfonso Signorini

Silvio Berlusconi nell'occhio del ciclone. Da almeno un paio di mesi a questa parte per lui non c'è tregua. Sul piano privato, ma anche su quello pubblico, visto che alcuni episodi della sua vita privata hanno finito per influenzare pesantemente il clima politico. La miccia si è accesa il 28 aprile, a seguito di un breve articolo del
quotidiano La Repubblica, in cui veniva riportata notizia della partecipazione del premier alla festa di compleanno di Noemi Letizia, figlia di amici, in un ristorante di Casoria, a una ventina di chilometri da Napoli. Da lì la situazione è andata precipitando.

Prima le dichiarazioni pesantissime della moglie Veronica Lario, poi l'annuncio, il 3 maggio, della loro separazione. Il tutto alla vigilia delle elezioni europee. Non si erano ancora spenti gli echi dei risultati elettorali, che Massimo D'Alema annuncia da Bari nuove "scosse" per Berlusconi e il suo governo.

E la scossa, puntuale, arriva due giorni dopo: la procura di Bari avvia un'inchiesta su un giro di prostituzione, che vede tra i principali testimoni Patrizia D'Addario, una squillo di lusso (ma candidata alle comunali di Bari, dove raccoglierà solo 7 voti). Patrizia confessa di essere stata ospite a Palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi, e di aver passato anche una notte con il presidente del Consiglio. Gli inquirenti chiamano a testimoniare altre due ragazze, Lucia Rossini e Barbara Montereale. Tutte e tre portate a casa del premier da un
comune amico: Gianpaolo Tarantini, imprenditore pugliese, indagato per induzione alla prostituzione.


Questi gli antefatti. Da quando è scoppiato lo scandalo, Berlusconi sull'argomento ha concesso sempre pochissimo ai media. Non ha mai voluto fare commenti pubblici, ribadendo con forza che il suo lavoro a capo del governo avrebbe risposto meglio di qualsiasi discorso alle illazioni.

Affronta ora la spinosa questione per la prima volta con "Chi", dopo una giornata di relax trascorsa a Villa Bonomi Bolchini, nei pressi di Paraggi, tra gli affetti familiari. Cioè nel clima ideale per affrontare con serenità anche le domande più difficili.

Presidente, partiamo dall'inchiesta di Bari. Lei conosce Patrizia D'Addario?
«Non ne ho alcun ricordo. Ne ignoravo il nome e non ne avevo in mente il viso».

Non si era reso conto che potesse essere una prostituta d'alto bordo che voleva tenderle una trappola?
«Se sospettassi di una persona una cosa del genere, le starei lontano mille miglia».

Ha mai pagato una donna perché restasse con lei?
«Naturalmente no. Non ho mai capito che soddisfazione ci sia se non c'è il piacere della conquista».

Ha detto che non ricorda il viso di Patrizia D'Addario. Ricorda, invece, Lucia Rossini e Barbara Montereale?
«Incontro ogni giorno decine e decine di persone per le ragioni e le occasioni più diverse. Non voglio far torto a nessuno, ma è evidente che non posso ricordarle tutte».

Come ha conosciuto Gianpaolo Tarantini? Che cosa pensa ora di lui?
«L'ho conosciuto la scorsa estate in Sardegna e mi è stato presentato come un imprenditore serio e stimato. So che in Puglia è conosciuto e stimato da molti. Non avevo mai saputo di inchieste giudiziarie che lo riguardassero. Ora che è al centro di un'indagine penso che per lui, come per ogni cittadino coinvolto in un'azione giudiziaria, debba valere la presunzione di innocenza. Sono un garantista e per questo sospendo ogni giudizio».

Non trova insolito che gli ospiti di Palazzo Grazioli non vengano controllati dagli uomini della vigilanza?
«Nessuno dei miei ospiti è mai stato sottoposto a una perquisizione personale. Se poi qualcuno abusa della mia cortesia e della mia buona fede e viola la mia privacy, questo è un comportamento che squalifica lui, non me».

A proposito di privacy, c'è chi pensa che sia molto strano che il fotografo Antonello Zappadu abbia potuto lavorare indisturbato per tanto tempo attorno a Villa Certosa, la sua residenza in Sardegna, senza che i servizi segreti se ne accorgessero. Lei che risposta si è dato?
«Penso che i servizi segreti siano stati occupati in cose più serie delle foto di Zappadu».

Ritorniamo all'inchiesta di Bari. Chi c'è dietro questa inchiesta secondo lei?
«C'è qualcuno che conosceva molto bene la data delle elezioni a Bari e che ha dato un mandato molto preciso e benissimo retribuito a questa signora D'Addario».

La famosa "scossa" di D'Alema si riferiva secondo lei a questa inchiesta?
«È a lui che deve chiederlo. Un leader politico normalmente non si occupa di pettegolezzi e di dicerie. Si occupa, invece, di cose concrete».


Francesco Cossiga sul Corriere della sera la esorta a non chiedere scusa a nessuno: secondo lui il privato non influisce sulla vita pubblica. Cosa gli risponde?
«Ringrazio il mio caro amico Cossiga per il suo intervento a mio sostegno. In effetti, io non ho nulla di cui dovermi scusare con nessuno. Non c'è nulla nella mia vita privata di cui io mi debba scusare. Sono, invece, in tanti, dagli editori ai direttori dei principali quotidiani italiani, che debbono vergognarsi e che dovrebbero scusarsi con me».

Lo faranno secondo lei?
«Non lo faranno, certo. Ma alla fine di questi miserevoli attacchi si ritroveranno con meno credibilità e con meno lettori».

Silvio Berlusconi guiderà il G8 dell'8 luglio?
«Se non defungo prima...» (intanto fa gli scongiuri, ndr).

Passiamo al suo incontro con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Un bilancio?
«Molto positivo. Il presidente Obama è persona di grande lucidità, concretezza, simpatia e sense of humour. Ci siamo trovati subito bene insieme. E questo non soltanto perché Stati Uniti e Italia sono da sempre vicini, hanno gli stessi valori, hanno la stessa visione dei principali problemi internazionali, ma anche perché Barack Obama e io abbiamo in comune la stessa cultura del fare, della concretezza».

Quanti saranno i detenuti di Guantanamo che arriveranno in Italia e dove saranno accolti?
«Tre per cominciare. Poi vedremo, in sintonia con gli altri Paesi europei. La decisione su dove accoglierli la assumeranno le autorità di pubblica sicurezza».

Il terremoto in Abruzzo. Perché la ricostruzione procede lentamente?
«Lentamente? Vorrà scherzare. Mai in Italia, e nemmeno nel mondo, si è data una risposta così tempestiva a un'emergenza così grave. Ce lo riconoscono tutti. Entro il 30 novembre quindicimila persone avranno una casa, una casa vera, confortevole e addirittura ammobiliata. Le famiglie che usufruiranno di queste case ritorneranno nelle loro vecchie abitazioni quando saranno state ricostruite a spese dello Stato. E i nuovi appartamenti diventeranno dei "campus" per gli studenti dell'Università dell'Aquila, che potrà offrire così agli studenti che verranno da tutto il mondo una ospitalità unica e fantastica».

Ritiene che certa stampa stia strumentalizzando anche il disagio dei terremotati?
«Trovo vergognoso che certa stampa riesca a strumentalizzare persino il disagio e le attese delle vittime del terremoto. Gli italiani hanno dato una grande risposta di civiltà, di unità e di compostezza di fronte alla tragedia del terremoto. Mi piacerebbe che anche la classe politica e la stampa fossero all'altezza del Paese che le esprime».

Si è mai chiesto che cosa accadrà al Pdl dopo di lei? Chi è potenzialmente il suo erede?
«Solo i monarchi hanno eredi. Io non sono un monarca, non ho ricevuto investiture se non dalla gente. Sono convinto che il Pdl sarà l'asse portante della politica italiana nel XXI secolo, come lo sono stati la Destra storica o la Democrazia cristiana in altre stagioni politiche. E i leader nasceranno, come avviene sempre in politica, sul campo e dal consenso della gente».

Vorrei toccare un tema sul quale lei non si è mai espresso apertamente. Quello di sua moglie Veronica. Molti sperano ancora in una vostra riconciliazione. C'è qualche possibilità che ritorniate a vivere insieme?
«È stata una ferita molto dolorosa. Non so se il tempo potrà rimarginarla. Quello che è certo è che la nostra è stata una grande storia d'amore. E le vere storie d'amore non si cancellano mai».

La separazione da sua moglie ha messo in crisi anche i rapporti tra lei e i vostri figli, Barbara, Eleonora e Luigi?
«Il rapporto che mi lega a loro è più forte di prima. Il dolore per il fango che hanno provato a gettarci addosso ci ha unito ancora di più. La risposta di tutti i miei figli di fronte alle incredibili affermazioni del leader dell'opposizione (Dario Franceschini aveva chiesto pubblicamente agli italiani: "Fareste educare i vostri figli
da Berlusconi?", ndr) è stata per me la più grande gioia da molto tempo a questa parte».

Come hanno reagito i suoi figli di fronte a questa separazione?
«Come ogni figlio. Con dolore, ma anche con rispetto per entrambi i genitori. Hanno confermato di essere ragazzi splendidi, hanno dato prova di grande sensibilità e maturità».

La vediamo in queste pagine in foto privatissime accanto ai suoi nipoti. Pare esserci un grande feeling tra voi.
«Fare il nonno è bellissimo. In un certo senso è perfino meglio che fare il genitore. C'è la stessa dolcezza, ma ci sono meno responsabilità. Ci si può permettere di viziare un nipotino come non si è mai potuto fare con i figli. Tanto ci pensano i genitori a far loro rispettare le regole».

Anche Alessandro, il figlio di sua figlia Barbara, ha doti canore, a giudicare da un'immagine di questo servizio...
«In effetti ha molto senso musicale. Conosce e canta decine di canzoni. La sua sensibilità per la musica, che naturalmente incoraggio in ogni modo, mi fa dire: "Tutto suo nonno"».

Come convive Berlusconi nonno con il Berlusconi Superman?
«L'idea di avere un nonno Superman piace moltissimo ai miei nipotini, li affascina. Gabriele e Silvio, i figli di Marina, che sono anche loro dei bambini "speciali", sono convinti per davvero che io sia Superman. Questo mi impone, a volte, delle esibizioni particolari e impegnative. Non le racconto... per amor di patria».

A proposito, è vero che i suoi più stretti collaboratori la chiamano Duracell?
«In mia presenza non osano. Può darsi che tra loro, in privato, succeda. In effetti qualche volta mi accorgo che loro sono esausti, mentre io continuo imperterrito a darmi da fare. Ma sono molto più giovani di me: se ce la faccio io, devono farcela anche loro».

Si favoleggia che Berlusconi dorma pochissime ore a notte. Qual è il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi?
«Mi è stato insegnato a non andare a dormire se c'è anche un solo documento di cui occuparsi sulla scrivania. Ogni sera mi chiedo se ho fatto tutto quello che dovevo fare».

E il primo pensiero della giornata?
«Al risveglio, un grazie per la bellezza della vita. E una sintesi mentale, spesso un po' preoccupata, di tutto ciò di cui dovrò occuparmi durante la giornata».

Bisogno di vacanze? Dove andrà questa estate?
«Non ho ancora un programma».

Ritornando a Palazzo Grazioli, lei ci ha incontrato anche Fiorello. Che qualche giorno fa, ribadendo con forza «mai più a Mediaset», ha descritto così il vostro incontro: «Avevo davanti il presidente del Consiglio che si occupava di me, un guitto, un saltimbanco, e che mi diceva: "La tua strada è senza ritorno". Me la sono data a gambe». Che ne pensa?
«Fiorello si è semplicemente dimenticato di avere dichiarato, dopo l'incontro con me, che io gli avevo chiesto di rimanere dov'era. Cioè nel servizio pubblico. Alla Rai».

Da ultimo, in questi mesi così difficili sul piano privato, le è mai capitato di pensare a sua madre?
«Penso a mia madre ogni giorno. In un anno ho perso lei e mia sorella, due delle persone che mi amavano di più. Mia madre mi ha insegnato a non avere paura di nulla, a non farmi scoraggiare da nulla. Io sono molto sereno. Sono triste, ma sereno. E sono convinto che mia madre continui a proteggermi».

E qui... quando?

Zelaya arrestato e trasferito in Costa Rica. Voleva riformare la Costituzione per essere rieletto
I magistrati della Corte Suprema: "Siamo stati noi a guidare l'esercito". Obama "molto preoccupato"
Colpo di Stato militare in Honduras
Chavez minaccia di intervenire
Il leader venezuelano pronto ad usare le armi per liberare il suo ambasciatore
"Sequestrati" anche i rappresentanti diplomatici di Cuba e Nicaragua

2009-06-28 18:14
Zelaya, sono stato sequestrato
Obama molto preoccupato. Ministri Esteri Ue condannano con forza

(ANSA) - SAN JOSE', 28 GIU - 'Non ho chiesto asilo al Costa Rica. E' stato un sequestro compiuto dai militari' honduregni, ha detto Manuel Zelaya a San Jose'. 'La comunita' internazionale deve difendere l'Honduras' - ha aggiunto - raccontando a Telesur e alla Cnn i dettagli del suo 'rapimento'. Intanto Obama ha espresso 'profonda preoccupazione' e ha chiesto agli honduregni di evitare l'uso della violenza. Mentre i ministri Ue hanno 'condannato con forza l'arresto' di Zelaya chiedendone 'l'urgente liberazione'.

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2009-06-28 19:01
Zelaya, hanno mitragliato mia casa
Blindati in strada e lacrimogeni contro manifestanti, testimoni

(ANSA) - SAN JOSE', 28 GIU - 'Hanno mitragliato la mia casa, spero non ci siano stati feriti', ha detto il presidente honduregno Zelaya, a San Jose' (Costa Rica).'La mia guardia d'onore ha opposto resistenza, sono stato svegliato dagli spari e dalle urla. Sono entrati sparando, e ho dovuto proteggermi dai colpi. Mi hanno puntato contro le armi'. Blindati sono stati dispiegati dopo il golpe e gas lacrimogeni sono stati sparati contro circa 500 manifestanti davanti al palazzo presidenziale, affermano diversi testimoni.

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2009-06-28 22:52
Honduras: intervento deciso da Corte
'Abbiamo ordinato a esercito di destituire presidente Zelaya'

(ANSA) - TEGUCIGALPA, 28 GIU - La Corte Suprema di giustizia dell'Honduras ha reso noto di aver 'ordinato all'esercito di destituire il presidente Zelaya'. 'Tale decisione - precisa il comunicato - e' stata presa dopo che Zelaya non ha desistito dal portare avanti un referendum, che doveva tenersi oggi, che avrebbe potuto aprirgli la strada alla rielezione, dopo la scadenza dell'attuale mandato di 4 anni. E' stato quindi dato l'ordine alle forze armate di intervenire in quanto difensori della Costituzione'.

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2009-06-28 23:01
Honduras: nominato successore Zelaya
Presidente deposto: 'non mi sono dimesso, e' assolutamente falso'

(ANSA) - TEGUCIGALPA, 28 GIU - Il Parlamento dell'Honduras ha nominato successore di Manuel Zelaya, il presidente dello stesso Parlamento, Roberto Micheletti. Il voto e' avvenuto per alzata di mano. 'Non mi sono dimesso' ha invece dichiarato Zelaya in un'intervista dal Costa Rica alla Cnn.'E' assolutamente falso': ha aggiunto facendo riferimento al fatto che, in Parlamento a Tegucigalpa, alcuni politici sostenitori del golpe hanno letto un testo secondo il quale il presidente ha appunto 'rinunciato' all'incarico.

sabato 27 giugno 2009

Consulta, la cena segreta

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di Peter Gomez su L'Espresso

Un incontro carbonaro tra il premier, Alfano, Ghedini e due giudici della Corte Costituzionale. Per parlare di giustizia. Ma sullo sfondo c'è anche l'immunità di Berlusconi.
Le auto con le scorte erano arrivate una dopo l'altra poco prima di cena. Silenziose, con i motori al minimo, avevano imboccato una tortuosa traversa di via Cortina d'Ampezzo a Roma dove, dopo aver percorso qualche tornante, si erano infilate nella ripida discesa che portava alla piazzola di sosta di un'elegante palazzina immersa nel verde. Era stato così che in una tiepida sera di maggio i vicini di casa del giudice della Corte costituzionale Luigi Mazzella, avevano potuto assistere al preludio di una delle più sconcertanti e politicamente imbarazzanti riunioni, organizzate dal governo Berlusconi. Un incontro privato tra il premier e due alti magistrati della Consulta, ovvero l'organismo che tra poche settimane dovrà finalmente decidere se bocciare o meno il Lodo Alfano: la legge che rende Silvio Berlusconi improcessabile fino alla fine del suo mandato.

Del resto che quello fosse un appuntamento particolare, gli inquilini della palazzina lo avevano capito da qualche giorno. Ilva, la moglie di Mazzella, aveva chiesto loro con anticipo di non posteggiare autovetture davanti ai garage. "Non stupitevi se vedrete delle body-guard e se ci sarà un po' di traffico, abbiamo ospiti importanti...", aveva detto la signora Mazzella alle amiche. Così, stando a quanto 'L'espresso' è in grado ricostruire, a casa del giudice si presentano Berlusconi, il ministro della Giustizia, Angiolino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini. Con loro arriva anche un altro collega di Mazzella, la toga Paolo Maria Napolitano, eletto alla Consulta nel 2006, dopo essere stato capo dell'ufficio del personale del Senato, capo gabinetto di Gianfranco Fini nel secondo governo Berlusconi e consigliere di Stato.

Più fonti concordano nel riferire che uno degli argomenti al centro della riunione è quello delle riforme costituzionali in materia di giustizia. Sul punto infatti Berlusconi e Mazzella la vedono allo stesso modo. Non per niente il giudice padrone di casa è stato, per scelta del Cavaliere, prima avvocato generale dello Stato e poi, nel 2003, ministro della Funzione pubblica, in sostituzione di Franco Frattini, volato a Bruxelles come commissario europeo. Infine l'elezione alla Consulta a coronamento di una carriera di successo, iniziata negli anni Ottanta, quando il giurista campano militava in un partito non certo tenero con i magistrati, come il Psi di Bettino Craxi (ma lui ricorda di aver mosso i primi passi al fianco dell'avversario di Craxi, Francesco De Martino), diventando quindi collaboratore e capo di gabinetto di vari ministri, tra cui il suo amico liberale Francesco De Lorenzo (all'epoca all'Ambiente), poi condannato e incarcerato per le mazzette incassate quando reggeva il dicastero della Sanità.

La cena dura a lungo. E a tenere banco è il presidente del Consiglio. Berlusconi sembra un fiume in piena e ripropone, tra l'altro, ai presenti una sua vecchia ossessione: quella di riuscire finalmente a riformare la giustizia abolendo di fatto i pubblici ministeri e trasformandoli in "avvocati dell'accusa".

L'idea, con Mazzella e Napolitano, sembra trovare un terreno particolarmente fertile. Il giudice padrone di casa non ha mai nascosto il suo pensiero su come dovrebbero funzionare i tribunali. Più volte Mazzella, come hanno in passato scritto i giornali, ha ipotizzato che la funzione di pm fosse svolta dall'avvocatura dello Stato. Solo che durante l'incontro carbonaro l'alto magistrato si trova a confrontarsi con uno che, in materia, è ancora più estremista di lui: il plurimputato e pluriprescritto presidente del Consiglio. E il risultato della discussione, a cui Vizzini, Alfano e Letta assistono in sostanziale silenzio, sta lì a dimostrarlo.

'L'espresso' ha infatti potuto leggere una bozza di riforma costituzionale consegnata a Palazzo Chigi un paio di giorni dopo il vertice. Una bozza che adesso circola nei palazzi del potere ed è anche arrivata negli uffici del Senato in attesa di essere trasformata in un articolato e discussa. Si tratta di quattro cartelle, preparate da uno dei due giudici, in cui viene anche rivisto il titolo quarto della carta fondamentale, quello che riguarda l'ordinamento della magistratura. Nove articoli che spazzano via una volta per tutte gli 'odiati' pubblici ministeri che dovrebbero essere sostituiti da funzionari reclutati anche tra gli avvocati e i professori universitari.

Per questo è previsto che nasca un nuovo Consiglio superiore della magistratura (Csm) aperto solo ai giudici, presieduto sempre dal presidente della Repubblica, ma nel quale entrerà di diritto il primo presidente della Corte di cassazione, escludendo invece il procuratore generale degli ermellini.

L'obiettivo è evidente. Impedire indagini sui potenti e sulla classe politica senza il placet, almeno indiretto, dell'esecutivo. Del resto il progetto di Berlusconi di incrementare l'influenza della politica in tutti i campi riguardanti direttamente o indirettamente la giustizia trova conferma anche in altri particolari. Per il premier va rivisto infatti pure il modo con cui vengono scelti i giudici della Corte costituzionale aumentando il peso del voto del parlamento. Anche la riforma della Consulta è un vecchio pallino di Mazzella.

Nei primissimi anni '90 il giurista, quando era capogabinetto del ministro delle Aree urbane Carmelo Conte, aveva tentato di sponsorizzare con un articolo pubblicato da 'L'Avanti' l'elezione a presidente della Corte dell'ex ministro della Giustizia Giuliano Vassalli e aveva lanciato l'idea di modificare la Carta per affidare direttamente al capo dello Stato il compito di sceglierne in futuro il presidente.

Allora i giudici non l'avevano presa bene. Da una parte, il pur stimatissimo Vassali, era appena entrato a far parte della Consulta e se ne fosse diventato il numero uno per legge avrebbe ricoperto quell'incarico per nove anni. Dall'altra una modifica dell'articolo 135 della Costituzione avrebbe finito per far aumentare di troppo il peso del presidente della Repubblica che già nomina cinque giudici. Per questo era stato ricordato polemicamente proprio dagli alti magistrati che stabilire una continuità tra Quirinale e Consulta era pericoloso. Perché la Corte costituzionale è l'unico giudice sia dei reati commessi dal capo dello Stato (alto tradimento e attentato alla Costituzione), sia dei conflitti che possono sorgere tra i poteri dello Stato, presidenza della Repubblica compresa. Altri tempi. Un'altra Repubblica. E un'altra Corte costituzionale.

Oggi, negli anni dell'impero Berlusconi, un imputato che fonda buona parte del proprio futuro politico sulle decisioni della Corte, che dovrà pronunciarsi sul Lodo Alfano, può persino trovare due dei suoi componenti disposti a discutere segretamente a cena con lui delle fondamenta dello Stato. E lo fa sapendo che non gli può accadere nulla. Al contrario di quelli dei tribunali, le toghe della Consulta, non possono ovviamente essere ricusate. E dalla loro decisione passerà la possibilità o meno di giudicare il premier nei processi presenti e futuri. A partire dal caso Mills e dal procedimento per i fondi neri Mediaset.

Le reazioni >> LINK

Dall'Italia dei Valori

Antonio Di Pietro: "Ci sono due giudici della Corte che fanno i 'consigliori' del principe e si mettono al suo servizio per dargli le migliori indicazioni per fare leggi che gli facciano mantenere l'impunità".
"C'è una grave incompatibilità e un conflitto d'interessi. La Corte non si pronunci sul lodo Alfano fino a quando i due giudici non si saranno dimessi".

L'ex pm Luigi De Magistris: "È l'ennesima confusione tra interessi istituzionali o interessi privati. Non è opportuno che alcuni giudici banchettino con il principale interessato di una così importante decisione".

Il senatore Luigi Li Gotti: "Berlusconi ha messo in grave imbarazzo due componenti della Corte pregiudicandone la terzietà".

Dalla destra

Per il capogruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello le accuse dell'Idv sono "ridicole" e si risolvono "in una pressione obliqua e indebita sulla Consulta".

Il responsabile giustizia del Pdl Niccolò Ghedini non vede nella cena "nulla di strano perché i giudici non vivono sul monte Athos ed è normale che frequentino le alte cariche. Se passasse il principio, Napolitano non dovrebbe più incontrare Berlusconi se deve firmare una legge importante, o il presidente della Corte dei conti o della Cassazione se devono prendere decisioni contabili, penali o civili. Spero che il Quirinale intervenga perché questa è un'aggressione alla Corte".

Luigi Mazzella definisce Berlusconi "un vecchio amico", scrive all'Espresso e con l'Ansa rivendica il diritto di cenare con chi gli pare: "Stiamo scherzando? Allora dovrei astenermi da tutti i lavori della Corte. A cena invito chi voglio. A casa mia vengono tutti, dall'estrema sinistra alla destra, sono amico personale di Bertinotti e di tante altre persone che vivono nel mondo della politica".
"Non credo che io, da individuo privato, debba dar conto delle cene che faccio".
"In casa mia invito chi voglio e parlo di quello che voglio".

Il signor B. e la censura della TV argentina

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Berlusconi: Le foto porno di Villa Certosa pubblicate da "El País" vietate in Italia

Vi presentiamo questa trasmissione argentina nel quale si parla dello scandalo di Berlusconi ed i suoi rapporti con le "veline", tra cui ricordiamo c'é il primo ministro delle pari opportunitá Mara Carfagna. All'estero, dove c'è pluralitá dell'informazione e non si é sotto dittatura mediatica com in Italia, le notizie sull'Italia riescono ad affiorare.

Il 22 giugno 2009, alle ore 15.50, Youtube ci comunica di aver censurato questo terzo video riguardante un telegiornale argentino sulle foto scandalo di Silvio Berlusconi a Villa Certosa.
Inoltre ci aggiunge che TUTTI i video pubblicati da "pignetoroma", l'account collegato a Buzz Intercultura, sono stati cancellati.
Il giorno prima, su Facebook, vengono cancellati TUTTI gli amici di "Buzz Intercultura". Una azione cosí sistematica, perfettamente paragonabile
alla CENSURA CINESE SU INTERNET, cancella ed uccide la libera informazione in un sol colpo.
Viene cancellato un account con 180 video visto da una media di 10.000 persone al giorno in tutto il mondo che avevano lasciato centinaia di migliaia di commenti, anch'essi cancellati.
L'azione fatta é illegale in quanto i telegiornali non possono essere sottoposti a copyright in quanto rientrano nel DIRITTO COSTITUZIONALE DELL'INFORMAZIONE.
Riteniamo che tra qualche giorno, cancelleranno anche il sito principale.
REAGISCI !!
NEL NOME DELLA LIBERA INFORMAZIONE!
SCARICA TUTTI I VIDEO CHE RITIENI SIANO IMPORTANTI E METTILI A TUA VOLTA SUL TUO SITO, SU YOUTUBE, DAILY MOTION E ALTRI.

venerdì 26 giugno 2009

Vergogna!

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Cassazione: archivio Genchi da dissequestrare? Ieri sì, oggi no

Roma, 26 giu (Velino) - Il paradosso dell’archivio Genchi. Potrebbe essere un racconto fantasy se non fosse un frutto “normale” della bizantina giustizia italiana. Sono passate meno di 12 ore dal dissequestro dell’archivio dell’esperto in intercettazioni Gioacchino Genchi, deciso dalla Cassazione, che la stessa Cassazione, oggi, discute della possibilità di annullare il dissequestro. Come in un deja vu, oggi al Palazzaccio si è nuovamente discusso del ricorso della procura della Repubblica di Roma contro il provvedimento di dissequestro di una delle più consistenti banche dati frutto di intercettazioni, quella messa insieme nel corso degli anni dalla meticolosa attività di consulente per i pubblici ministeri svolta dal poliziotto in aspettativa Gioacchino Genchi. E mentre ieri il sostituto procuratore generale ha chiesto e ottenuto, dai giudici della quinta sezione penale, la conferma del dissequestro, oggi sempre il sostituto procuratore generale della Cassazione ha chiesto di annullare con rinvio la decisione del dissequestro.

Un paradosso spazio-temporale di quelli stile “Ritorno al futuro”? No, una semplice “catena” di procedimenti. Se ieri il dissequestro è stato confermato dai giudici della quinta sezione penale della Suprema Corte, oggi la richiesta di annullare il dissequestro dovranno valutarla i giudici della sesta sezione penale. La Suprema Corte è la stessa. Tutto si spiega, si fa per dire, con ragioni tecnico-processuali. La procura di Roma infatti aveva sequestrato più volte, in un certo senso, lo stesso archivio. Aveva cioè disposto il sequestro per reati diversi. Anzitutto per accesso abusivo a sistema informatico (in riferimento all’ingresso telematico di Genchi nell’archivio dell’Agenzia delle Entrate utilizzando la password del Comune di Mazara del Vallo per prendere notizie utili al suo lavoro di consulente dell’ex pm Luigi De Magistris). In secondo luogo i sigilli erano motivati con l’accusa di violazione della privacy. Queste due ragioni di sequestro erano state impugnate dalla difesa di Genchi al tribunale del riesame che, l’8 aprile, aveva ordinato il dissequestro perché, a suo parere, gli indizi a sostegno di quelle accuse non erano sufficienti (l’accesso non era abusivo ma concordato con la magistratura, la violazione della privacy non ha concretamente danneggiato nessuno perché i dati non sono stati utilizzati in modo improprio).

Ma gli inquirenti della Capitale, non paghi, hanno sequestrato l’archivio di Genchi anche per altre ragioni. In particolare, basandosi sulle accuse, sempre contestate al poliziotto esperto in “intercettaziologia”, di abuso d’ufficio e violazione della legge Boato per aver illecitamente acquisito i tabulati telefonici di parlamentari senza avviare la procedura per consentire al pm di chiedere l’autorizzazione alla Camera di appartenenza. Anche in questo caso la difesa di Genchi ricorre al tribunale del riesame che nuovamente annulla il sequestro: non rientrava nei compiti di Genchi chiedere l'autorizzazione per l'acquisizione dei tabulati dei parlamentari e inoltre le utenze in uso ad alcuni parlamentari avevano delle intestazioni fittizie e non erano, dunque, immediatamente riconducibili a loro. Questa decisione è del 16 aprile, otto giorni dopo la prima. Per la serie: altro giro, altra corsa e altro ricorso. Stavolta però i giudici del riesame entrano anche nel merito delle contestazioni, affermando che quei due reati contestati proprio non stanno in piedi. Un’iniziativa che, a parere della procura, era fuori luogo. Il riesame deve limitarsi a dire se il sequestro è fondato su presupposti validi e se è stato correttamente eseguito. Senza anticipare il giudizio su ipotetici capi d’imputazione futuri. Un motivo di ricorso che, oggi, la procura generale della Cassazione condivide, a differenza di quello di ieri, e dunque ha chiesto di annullare con rinvio il dissequestro. Si attende la nuova decisione che naturalmente annulla gli effetti della prima.

Una querela al giorno...

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L'Espresso; Mandato a legali per dichiarazioni Berlusconi

Milano, 24 giu. (Apcom) - Il gruppo editoriale L'Espresso ha dato mandato ai propri avvocati di valutare azioni legali contro Silvio Berlusconi per le sue dichiarazioni rese al convegno dei giovani industriali di Santa Margherita Ligure, quando il premier aveva accusato Repubblica di compiere un attacco eversivo nei suoi confronti e aveva invitato gli imprenditori a non comprare più pubblicità al quotidiano del gruppo di De Benedetti. "Con riferimento alle gravi dichiarazioni rese dal presidente del consiglio a Santa Margherita Ligure in occasione dell'assemblea dei giovani industriali - si legge in una nota - dove ha accusato il quotidiano la Repubblica di un attacco eversivo nei suoi confronti e nel contempo ha istigato gli industriali a boicottare ed interrompere gli investimenti pubblicitari, il gruppo editoriale L'Espresso ha dato mandato al Carlo Federico Grosso ed a Guido Rossi di avviare tutte le azioni a tutela della società, vista la rilevanza sia penale che civile individuabile nelle predette dichiarazioni. In particolare - continua la nota - si è dato mandato ai due professionisti di valutare azioni civili in materia di violazione delle norme sulla concorrenza e penali sotto il profilo di possibili abusi compiuti dal presidente del consiglio in quella occasione nonché della lesione dell'immagine del gruppo Espresso". Red-Pbl

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D'Alema querela Il giornale
Azione legale per diffamazione contro notizie pubblicate oggi

(ANSA) - ROMA, 25 GIU - Il presidente della Fondazione Italianieuropei D'Alema ha dato mandato ai propri legali di querelare per diffamazione 'Il Giornale'. L'azione riguarda quanto pubblicato oggi dal quotidiano. In prima pagina il giornale edito da Mondadori titola "Tutte le escort del clan D'Alema". Nel sommario richiama un'indagine del 1999 nella quale sarebbero stati coinvolti "i fedelissimi dell'allora premier" per "rapporti con prostitute a Montecitorio in cambio di favori".

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Udc, Cesa querela Il Giornale
Azione contro titolo di oggi, respinge solidarieta' Berlusconi

(ANSA) - ROMA, 26 GIU - Il segretario dell'Udc Cesa ha deciso di fare causa per diffamazione al Giornale per le notizie pubblicate su di lui. Il quotidiano ha pubblicato un articolo col titolo 'Clan D'Alema, Cesa era socio della escort' ed ha reagito. Ha anche ricevuto la solidarieta' di Berlusconi, ma l'ha respinta: ''Non ho mai partecipato a festini, ne' frequentato minorenni o persone che fanno uso di droga''. Pronta replica del premier: ''Risposta offensiva''.

Dl Abruzzo; Via libera dell'Aula della Camera, diventa legge

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Roma, 23 giu. (Apcom) -
Il dl Abruzzo, varato dal governo in seguito al terremoto del 6 aprile, diventa legge dello Stato con il via libera definitivo da parte dell'Aula della Camera. I voti a favore sono stati 261, i voti contrari 226 e le astensioni 9. Ad esprimersi per il voto contrario sono stati i gruppi dell'opposizione: Pd, Idv e Udc. Nessuna modifica è stata introdotta a Montecitorio rispetto alla versione uscita dal Senato e non sono entrati nel testo, tra l'altro, i contributi per la ricostruzione delle case dei non residenti e il rimborso agli enti locali per i mancati introiti dovuti alla sospensione dei pagamenti dei tributi. Tra le principali misure ci sono: un contributo del 100% a fondo perduto per la ricostruzione della casa principale; la possibilità per le famiglie con un mutuo di liberarsene trasferendo l'onere a carico dello Stato (purché non morose e con un tetto massimo di 150mila euro); la realizzazione di moduli abitativi, le cosiddette 'casette', per sistemare i senzatetto e un contributo fino a 10mila euro per la riparazione di danni degli edifici lesionati in modo lieve. Per le imprese ci sono indennizzi per la riparazione e ricostruzione di beni mobili distrutti o danneggiati e per il ripristino delle scorte andate distrutte e per il ristoro di danni derivanti dalla perdita di beni mobili strumentali. Nei territori della Provincia dell'Aquila e nei comuni colpiti dal terremoto dovrebbe essere istituita una zona franca urbana per la quale sono stati stanziati 45 milioni di euro. 'In alternativa' verrà istituito un 'regime fiscale di incentivazione' per le imprese. Resta comunque per entrambe le possibilità il preventivo e necessario ok della commissione europea. Il provvedimento prevede inoltre che le nuove norme antisismiche per le costruzioni entreranno in vigore il 30 giugno 2009. Viene cancellata quindi la proroga prevista nel 'milleproroghe' che faceva slittare le disposizioni al 30 giugno 2010. Le aree destinatarie del decreto sono gli ambiti territoriali che, sulla base dei rilievi effettuati dalla Protezione civile, risultano essere stati colpiti da una scossa sismica pari o superiore al 6° grado della scala Mercalli, cioè i 49 Comuni del cosiddetto 'cratere' che si trovano in Provincia di L'Aquila, Teramo e Pescara. Cos

Testo integrale

Repubblica >> I soldi non ci sono
Scheggedivetro >> I soldi per la ricostruzione da qui al 2032
Giornalettismo >> Decreto terremoto o decreto abracadabra
Dichiarazioni di Confindustria e del direttore dell'Unione Industriali dell'Aquila >> Pochi soldi per le imprese
Autoreferenziale >> Offerta più vantaggiosa abruzzese, ma vincono ditte del Nord

In questo Stato laico...

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Berlusconi; 'Famiglia cristiana': Superato limite della decenza

Roma, 23 giu. (Apcom) - A tutto c'è un limite e "quel limite di decenza", nelle vicende private di Berlusconi, "è stato superato", secondo 'Famiglia cristiana'. "Non basta la legittimazione del voto popolare o la pretesa del 'buon governo' per giustificare qualsiasi comportamento, perché con Dio non è possibile stabilire un 'lodo', tanto meno chiedergli l''immunità morale'", afferma il direttore del settimanele cattolico, don Antonio Sciortino, nelle risposte alle domande dei lettori. "La morale è uguale per tutti: più alta è la responsabilità, più si ha il dovere del buon esempio. E della coerenza, che è ancora una virtù, e dà credibilità alle persone e alle loro azioni". "Chi ha l'onore e l'onere di servire il Paese (senza servirsene), per di più con una larga maggioranza, quale mai si era vista nella storia della Repubblica - prosegue il settimanale dei paolini - è doveroso che si dedichi a questo importante compito senza 'distrazioni', che un capo di Governo non può permettersi". Non solo: "A maggior ragione oggi, che il Paese è alle prese con una delle più gravi crisi economiche (ma anche morali) che abbia mai affrontato, con moltissime famiglie sulla soglia della povertà, lavoratori senza più occupazione e giovani precari a vita, senza futuro e speranza. Che esempio si dà alle giovani generazioni con comportamenti 'gaudenti e libertini', o se inculchiamo loro i valori del successo, dei soldi, del potere: traguardi da raggiungere a ogni costo, anche tramite scorciatoie e strade poco limpide?. Oggi, per 'Famiglia cristiana', il Paese più che di polveroni e distrazioni, necessita di maggiore sobrietà, coerenza e rispetto delle regole. E, soprattutto, chiarezza. Non solo a parole, ma concretamente, con i fatti. A poco servono imbarazzanti e deboli difese d'ufficio dei vari 'corifei', 'caudatari' o 'maschere salmodianti' (come li ha definiti qualcuno), che ci propinano a ogni ora ritornelli e moduli stantii, a difesa dell'indifendibile. O nel tentativo 'autolesionista' di minimizzare tutto, spostando la mira su altri bersagli. Ancora peggio, poi, quando 'la pezza è più grande dello sbrego' come si dice, e si definisce il presidente del Consiglio 'l'utilizzatore finale' di un giro di prestazioni a pagamento (ammesso che sia vero), e si considerano le donne 'merce', di cui 'si potrebbe averne quantitativi gratis'. Naturalmente". La Chiesa, da parte sua, "non può abdicare alla sua missione e ignorare l'emergenza morale nella vita pubblica del Paese. Nessuno pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perché non intervenga e taccia. I cristiani (come dismostrano le lettere dei nostri lettori) sono frastornati e amareggiati da questo clima di decadimento morale dell'Italia, attendono dalla Chiesa una valutazione etica meno 'disincantata'. Non si può far finta che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare". Don Sciortino si augura che "quanto prima", da una "politica da camera da letto" si passi alla vera politica delle "camere del Parlamento", "restituite alla loro dignità e funzioni. Prima che la fiducia dei cittadini verso le istituzioni prenda una via senza ritorno".

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Berlusconi; Padre Sorge: Chiarisca, i cattolici si interrogano

Roma, 24 giu. (Apcom) - E' importante "un ragionamento serio, senza secondi fini, sulla necessità della moralità di chi ha cariche pubbliche", secondo padre Bartolomeo Sorge, secondo il quale nel mondo cattolico emergono "interrogativi" sui comportamenti privati del premier Berlusconi. "E' un problema di fondo. Certe ombre corrodono la credibilità della persona. Il comportamento di una personalità pubblica ha incidenza sul costume, sul senso della legalità e della moralità della gente. Il punto è che si faccia chiarezza. La cosa brutta è l'incertezza", afferma il gesuita, osservatore di cose politiche e direttore della rivista 'Aggiornamenti sociali'. "Certo, c'è il rischio di strumentalizzazioni politiche, che vanno rigettate. Ma data la degenerazione di quello che è avvenuto - prima col caso Noemi, poi questioni più gravi - un ragionamento serio, senza secondi fini, sulla necessità della moralità di chi ha cariche pubbliche è importante. Anche da parte della Chiesa". Padre Sorge non critica la prudenza dei maggiorenti della Chiesa cattolica sull'argomento. "Tutti ci rendiamo conto della delicatezza della situazione. La magistratura non ha appurato nulla. Un pronunciamento pubblico in una situazione così magmatica non è nemmeno possibile in questo momento. In questo senso, una cosa è il giudizio sull'episodio, un'altra è la confusione nell'opinione pubblica per ribadire dei principi di etica generale, come la dottrina sociale della Chiesa ha fatto da sempre. Per questo una parola serena - non un giudizio o un'accusa sulla situazione ancora 'sub iudice' - è necessaria. Bene ha fatto 'Famiglia cristiana' col suo richiamo alla necessità di una coerenza morale. C'è un certo scompiglio nell'opinione pubblica". E tra i cattolici? "E' difficile fare valutazioni, ma alcuni segnali del recente ballottaggio e delle elezioni europee fanno pensare che nel mondo cattolico ci sia qualche interrogativo in più". Ska

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Card. Tettamanzi: Serve sobrietà anche nell'esercizio potere

Città del Vaticano, 24 giu. (Apcom) - La sobrietà "è virtù non apprezzata, forse perché spesso fraintesa o applicata solo alla sfera economica": lo afferma il cardinale Dionigi Tettamanzi in un passaggio di un'intervista all''Osservatore romano'. "Sobrietà - prosegue - è confusa con un vissuto che sa di risparmio minuzioso, di astensione dai consumi. Ma la sobrietà autentica è tutt'altro, è uno stile di vita complessivo: sobrietà nelle parole, nell'esibizione di sé, nell'esercizio del potere, nel vissuto quotidiano. La sobrietà intende guarire il nostro comportamento quotidiano dagli eccessi, riconducendolo alla 'giusta misura'". Nell'intervista al quotidiano della Santa Sede, l'arcivescovo di Milano parla del suo ultimo libro - 'Non c'è futuro senza solidarietà. La crisi economica e l'aiuto della Chiesa' - e dell'iniziativa che lo ha fatto nascere, ovvero il Fondo famiglia-lavoro, annunciato in Duomo a Natale, durante la messa di mezzanotte. "La raccolta diocesana ha superato i quattro milioni e mezzo di euro", afferma il porporato. In termini più generali, "le comunità cristiane, con la loro rete discreta, capillare e efficace possono intercettare e aiutare ben altri bisogni: le solitudini, le angosce, i timori che questa crisi sta generando. La parola del Vangelo e la sua testimonianza viva sono una presenza di speranza che vale più di un sussidio economico. Potremo uscire da questa crisi purificati negli stili di vita se impareremo l'autentica virtù della sobrietà, e rafforzati se sapremo rinnovare il legame della solidarietà". Ska

giovedì 25 giugno 2009

L'aureo cerchio di Vauro

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25 giugno 2009

Lettera di Vauro


“Alla fine,dovranno dargli un'aureola in un certo qual modo ambita: Quella di uomo più censurato d'Italia. Vauro...”. Questo l'incipit di un articolo apparso sulle pagine del Corriere della Sera il nove maggio scorso, a firma M.Cre. Quando lo lessi non prevedevo che, a distanza di poco tempo, lo stesso giornale, al quale collaboro da più di quindici anni, avrebbe direttamente contribuito ad illuminare ulteriormente l'aureo cerchio (da me per niente ambito) sul mio capo. Sbagliavo. Tant'è che i lettori, quelli che apprezzano e quelli che non apprezzano le mie opere (opere si fa per dire) ieri non hanno trovato la mia vignetta nello spazio consuetamente dedicato alla mia piccola rubrica. La direzione del Corriere si è sostituita al loro giudizio decidendo di non pubblicarla. Qualcuno adesso si starà chiedendo “ Chissà cosa aveva disegnato di così impresentabile ed indecente da meritare una censura”. Mi dispiace deludere quel qualcuno ma si trattava soltanto di una semplice vignetta riguardante Berlusconi; Oltretutto, ritengo fosse abbastanza al di sotto degli standard ai quali in genere mi attengo quando mi dedico al suddetto. Ma forse sono io che sottovaluto l'efficacia del mio lavoro, altrimenti non si spiegherebbe tanto zelo censorio da parte della direzione. Comunque, niente di grave, come lo stesso Corriere ricordava nel pezzo che ho citato, sono avvezzo alle censure (meno ad accettarle) e non ho nessuna intenzione di avvolgermi nel sudario del martirio (mi sta decisamente stretto). Sono cose che succedono quando si fa satira o informazione. Anche se nel nostro paese succedono un po' troppo frequentemente. Grave sarebbe se questo fosse un segnale che il più grande e prestigioso quotidiano nazionale teme le minacce del presidente del consiglio, specialmente quelle riguardanti la distribuzione delle quote pubblicitarie che vorrebbe ridotte o addirittura azzerate per i giornali non suoi amici o non suoi tout court. Ma questo è impensabile in un paese democraticamente avanzato come il nostro. O no?
Vauro


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Scritto da Bruna Italia Massara on giu 25th, 2009

Ferruccio De Bortoli a Vauro: ’Il Corriere della Sera non è una buca delle lettere’

«Caro Vauro, può capitare, in quindici anni di collaborazione – replica De Bortoli a Vauro -, che il direttore possa ritenere una vignetta di dubbio gusto e decidere di non pubblicarla. E non per scelta politica, visto che la notizia cui si ispirava la tua vignetta (l’inchiesta di Bari) è stata pubblicata per primo, e in esclusiva, dal Corriere della Sera. Ma soltanto per una questione di stile che purtroppo, nella tua simpatica veemenza, ti sfugge. In questi anni – conclude – ti sei esercitato sul soggetto Berlusconi con assoluta costanza. E il giornale che non è come tu ritieni, una comoda buca delle lettere, ha rispettato le tue opinioni anche quando non le condivideva». (Ansa).

Le candidate di papi

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di Marco Lillo
Ronzulli, Matera, Comi. Prima nelle residenze del Cavaliere tra escort e ballerine, poi elette al Parlamento europeo. Ecco come si sceglie la nuova classe politica

Tutte sono passate per villa Certosa e palazzo Grazioli. Sia le bad girls, Patrizia D'Addario e Barbara Montereale, che le angeliche Licia Ronzulli, Barbara Matera e Lara Comi. Tutte hanno partecipato alle feste leggendarie del Cavaliere ma solo poche fortunate (Ronzulli, Matera e Comi) sono arrivate all'Europarlamento.

Per cinque anni avranno uno stipendio garantito di 20 mila euro con assistenti e benefit a disposizione. Mentre le due protagoniste del sexgate barese, Patrizia D'Addario e Barbara Montereale, si sono dovute accontentare di un posticino in una lista apparentata al Pdl che correva per le comunali di Bari.

GUARDA IL VIDEO ESCLUSIVO: La festa d'agosto
GUARDA LE FOTO: Le ragazze in arrivo a Olbia

Dopo aver fallito l'elezione hanno deciso di raccontare tutto a stampa e magistratura. A unire mondi così diversi in uno scenario unico però non sono stati i pm e i giornalisti ma Berlusconi in persona. È stato lui a ospitare contemporaneamente volontarie in partenza per il Bangladesh e ragazze di ritorno da una trasferta a Dubai con lo sceicco.

Nemmeno il più fervido sceneggiatore della commedia italiana avrebbe potuto immaginare a villa Certosa una comitiva che include la direttrice sanitaria destinata all'Europarlamento, Licia Ronzulli, e la mangiatrice di fuoco Siria De Fazio, più nota come la 'lesbica del Grande fratello'. Senza controllo e senza filtro, tutte hanno avuto il privilegio di entrare nelle dimore del sultano. Le bocconiane, come Lara Comi, ma anche le escort da duemila euro a notte come Patrizia D'Addario.

Persone e storie totalmente diverse che dovevano restare distinte e che invece sono state mescolate nel gran frullatore impazzito delle candidature 2009. A imbastire questa matassa che lega insieme manager, letteronze, annunciatrici, dirigenti e stelline dei reality ha contribuito l'incapacità del premier di distinguere pubblico da privato, dovere da piacere, festa e politica. Le protagoniste delle riunioni e delle cene, con le loro bugie e i loro silenzi, hanno fatto il resto.

Paradossalmente a parlare sono le escort. Mentre le ragazze 'serie' restano silenziose. E se parlano dicono bugie. La migliore allieva del Cavaliere da questo punto di vista è certamente Licia Ronzulli. Questa infermiera 34enne ha raccolto oltre 40 mila preferenze nel nord-ovest grazie anche alle indicazioni che provenivano da Roma. I coordinatori locali dicevano che se non fosse stata eletta, avrebbero perso il posto.

Quando 'L'espresso', la settimana scorsa, le ha chiesto cosa facesse sulla barca di Berlusconi il 14 agosto 2008 con altre sei giovani che non hanno nulla a che fare con la politica, lei ha risposto: "Sbaglia, non ci sono io. Ci sono tante ragazze more. Mai stata a villa Certosa. Cado dalle nuvole".

Finché un'altra amica e ospite del Cavaliere, Barbara Montereale, l'ha smentita su 'Repubblica': "A metà gennaio 2009 sono stata accolta a villa Certosa da Licia Ronzulli. È lei che organizza la logistica dei viaggi delle ragazze. Che decide chi arriva e chi parte e smista nelle varie stanze".

Invece di dimettersi all'istante l'europarlamentare-receptionist ha vergato un comunicato per annunciare querela confermando en passant che la sua parola non vale nulla: "Più di una volta, in occasione di vacanze, sono stata ospite a villa Certosa con mio marito". Del quale nelle foto non c'è traccia.

Prodiga di particolari sulle sue umili origini nel quartiere Baggio di Milano, sulla passione per il Milan, sul papà maresciallo dei carabinieri e sulle sue attività di volontariato, Ronzulli non ha mai spiegato perché sia stata incaricata dal premier di ricevere un tipino come Barbara Montereale, una ragazza madre di 23 anni pagata per mostrarsi carina con gli ospiti del Billionaire che non si tira indietro se c'è da accompagnare l'amica escort in trasferta sul panfilo dello sceicco.

Spedita in villa dall'imprenditore barese Giampaolo Tarantini, indagato per induzione alla prostituzione, è prima apprezzata da Emilio Fede, poi sistemata da Licia Ronzulli e infine gratificata dal Cavaliere con una busta con dentro diecimila euro. Montereale, che dice di non avere avuto rapporti sessuali con il Cavaliere, riconosce tra le ospiti del premier anche Carolina Marconi, reduce del Grande fratello, e Susanna Petrone, conduttrice del calcio su Mediaset. Ed è un'altra strana coincidenza.

Pochi mesi prima, il 14 agosto sulla barca del premier ritroviamo la Petrone accanto alla solita Ronzulli e alla futura protagonista del reality Mediaset: Siria. Tutte e tre all'epoca non erano note al grande pubblico. Pochi mesi dopo quella gita diverranno tutte famose ciascuna nel proprio settore.

Se si può sorvolare sui criteri di selezione delle reti televisive berlusconiane (Siria è stata segnalata agli autori del Gf dalla segreteria del premier) non si può fare lo stesso con le elezioni. Le candidature non sono casting e l'Europarlamento non un reality né tanto meno un luogo da escort, come farebbe pensare la storia raccontata da Patrizia D'Addario. La donna che ha passato la notte del 4 novembre 2008 sul lettone donato da Putin a Silvio Berlusconi, ha raccontato che pochi mesi dopo le sarebbe stata ventilata dal solito Tarantini una candidatura alle europee.

Nonostante non avesse mai nascosto di avere registrato le sue trasferte romane e nonostante tutti sapessero quale fosse il suo mestiere. Patrizia, dopo l'intervento di Veronica Lario, non è poi stata candidata per Bruxelles ma solo per le comunali con la lista 'Puglia prima di tutto', ora confluita nel Pdl.

Scelte come queste gettano un'ombra anche su candidature limpide come quella di Lara Comi. Anche lei ha avuto l'onore di essere trasportata sull'aereoFininvest in Sardegna? 'L'espresso' pubblica una serie di foto scattate il 14 ottobre 2006 all'aeroporto di Olbia nelle quali appare una donna mentre scende dal jet di Berlusconi a lei molto somigliante. Il contesto però è ben diverso dalle foto in barca. La ragazza è in compagnia di altre giovani azzurre e sembra diretta a una riunione politica non a una convention di veline.

Lara Comi, a 26 anni può vantare una laurea in Bocconi con il massimo dei voti e un impiego da manager alla Giochi preziosi, nessuno può accomunarla a una velina o a un'esperta di 'logistica'. Probabilmente il presidente l'ha aiutata a raggranellare 63 mila voti perché stima questa milanista temeraria che gli si è presentata durante una partita di calcio nel giugno del 2004.

Più oscura l'origine della scintilla scoccata tra Berlusconi e Barbara Matera. L'ex annunciatrice Rai in anni non troppo lontani non stravedeva per il suo attuale mentore. Alla fine del 2003 la letteronza della Gialappa's era diventata una delle annunciatrici di RaiUno insieme a Virginia Santjust di Teulada. In quel periodo la sua collega era legata da una relazione sentimentale ('platonica', dice lei) a Silvio Berlusconi e volava spesso a villa Certosa.

Nella foto pubblicata da 'L'espresso' a pagina 43, scattata nel settembre del 2006, si vede una ragazza in bianco che somiglia molto a Virginia scendere dall'aereo con il deputato-segretario di Berlusconi Valentino Valentini. Una scena consueta in quel periodo. Quando Virginia raggiungeva Silvio a Olbia, Barbara era costretta a coprire gli annunci del week-end su RaiUno e non poteva far visita ai genitori a Lucera, in provincia di Foggia.

In quei week end solitari si racconta anche di una breve storia sentimentale con il marito separato di Virginia, l'agente segreto Federico Armati. Da allora sono cambiate molte cose. Virginia Sanjust non è più nelle grazie del Cavaliere e non se la passa bene. Barbara Matera è fidanzata con un altro agente segreto ed è diventata la giovane promessa del Pdl.

Chissà se l'europarlamentare ricorda quei giorni lontani nei quali non lesinava critiche al Cavaliere, a Virginia e alla Rai che la trattavano da brutto anatroccolo rispetto all'amica del premier. Acqua passata. Oggi Berlusconi è dalla sua parte. Nella vita, basta sapere aspettare.

Il film della festa a Villa Certosa

È l'11 agosto 2008. Il mondo vive ore di angoscia per la crisi Russia-Georgia. Le agenzie di stampa riferiscono di un Berlusconi in famiglia con nipotini e Veronica a villa Certosa ma "in continuo contatto con i membri del G8". Alle 23 lo scenario immortalato da un video e dalle foto che "L'espresso" pubblica in esclusiva è diverso dall'iconografia ufficiale. A Villa Certosa si festeggia. Si vedono una quarantina di invitati intorno al Cavaliere in giacca bianca. Al tavolo c'è anche Simon Le Bon dei Duran Duran. L'idolo delle teen ager degli anni '80 canta il suo hit "Ordinary world" tra i gridolini delle belle ospiti. Quasi di fronte a Berlusconi siede Giampaolo Tarantini, l'imprenditore barese indagato per induzione alla prostituzione. Dopo Simon tocca a Silvio. Il Cavaliere agguanta il microfono e intona "L'ultimo amore" insieme al fido Apicella. Poi si scatenano le danze. Quando il deejay lancia il "Gioca jouer", una mezza dozzina di ragazze, tra cui si intravede Simona Ventura, salgono sul palco come cubiste. Nelle foto c'è anche Sabina Began, insieme a una splendida ragazza che, incurante della minigonna cavalca una giostrina. Berlusconi passeggia tra i tavoli. Si dirige verso l'autore del filmato. Lui spegne. È passata mezzanotte il video si interrompe

L'articolo di Marco Lillo
[25 giugno 2009]

Fuori l'archivio!

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Genchi: pg Cassazione, confermare dissequestro archivio

(AGI) - Roma, 25 giu. - Va confermato il dissequestro dell'archivio di Gioacchino Genchi, il consulente dell'ex pm Luigi De Magistris, disposto dal tribunale del Riesame di Roma nell'aprile scorso. E' quanto ha sollecitato il sostituto procuratore generale della Cassazione Eugenio Selvaggi, secondo il quale va dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura di Roma contro la decisione del Riesame, che aveva annullato il decreto di perquisizione e sequestro firmato dai pm romani l'11 marzo scorso. Saranno i giudici della quinta sezione penale ad esaminare il ricorso, relativo all'ipotesi di reato di accesso abusivo ad un sistema informatico e violazione della legge sulla privacy inerente l'ingresso di Genchi nell'anagrafe dell'Agenzia delle entrate. L'ex consulente era presente oggi a Palazzaccio con i suoi avvocati Fabio Repici e Maria Rita Cicero. La decisione dei supremi giudici, presieduti da Giuliana Ferrua, potrebbe arrivare già in serata. Domani, poi, sarà la sesta sezione penale della Cassazione a prendere in esame il secondo ricorso presentato dalla Procura di Roma contro il dissequestro dell'archivio di Genchi disposto dal Riesame, sempre nell'aprile scorso, in merito all'ipotesi di reato di abuso d'ufficio in relazione all'inchiesta 'Why not', e per la raccolta di tabulati, anche riconducibili a parlamentari, in violazione della legge Boato.

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Archivio Genchi, pg Cassazione: "Giusto il dissequestro, non ha violato la privacy di nessuno"
Il consulente informatico di diversi magistrati, tra cui Luigi De Magistris e Giovanni Falcone, era stato indagato per intromissione illecita nel sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate e per violazione della privacy

Roma, 25 giu. (Adnkronos) - Gioacchino Genchi non ha violato la privacy di nessuno. Dunque è stato legittimo il dissequestro del suo 'archivio'. Lo sottolinea il sostituto procuratore generale della Cassazione, Eugenio Selvaggi, nel chiedere, ai giudici della quinta sezione penale, di dichiarare inammissibile il ricorso presentato dalla Procura di Roma contro l'ordinanza con cui il Tribunale del Riesame ordinò il dissequestro del cosiddetto 'archivio Genchi'.

Il consulente informatico di diversi magistrati, tra cui Luigi De Magistris e Giovanni Falcone, era stato indagato per intromissione illecita nel sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate e per violazione della privacy. Accuse che il Tribunale del Riesame di Roma aveva fatto cadere ordinando il dissequestro del materiale di Genchi. Sulla stessa lunghezza d'onda si e' posta oggi la pubblica accusa della Cassazione che ha chiesto ai supremi giudici di confermare il dissequestro del materiale.

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Cassazione: archivio Genchi, pg chiede conferma dissequestro
Procura Roma contraria: accesso abusivo a sistema informatico

(ANSA) - ROMA, 25 GIU - La Procura della Cassazione ha chiesto la conferma del dissequestro della copia dell'archivio di Gioacchino Genchi. In serata o domani la Cassazione deciderà se accogliere il ricorso della Procura di Roma contro il dissequestro dell'archivio dell'ex consulente dell'ex pm Luigi De Magistris deciso dal tribunale del Riesame l'8 aprile. La procura di Roma era contro il dissequestro, sostenendo l'accusa di accesso abusivo al sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate.

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Intercettazioni: cassazione su archivio Genchi, si a dissequestro

Roma, 25 giu. (Adnkronos) - La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Roma contro il dissequestro dell'archivio di Gioacchino Genchi, il consulente dell'ex pm Luigi De Magistris, disposto dal Riesame della capitale. In questo modo, la Quinta sezione penale si e' allineata alle richieste della Procura della Cassazione che, attraverso il pg Francesco Salzano, in mattinata, aveva chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso della Procura di Roma.

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Cassazione: Genchi, giustizia scoprirà pupari

(ANSA) - ROMA, 25 GIU - "Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e sono certo che questa vicenda sarà chiarita, con l'accertamento delle vere responsabilità dei 'pupari' che l'hanno determinata". Così Gioacchino Genchi, l'ex consulente dell'ex Pm Luigi De Magistris, commenta la decisione della Cassazione, che ha appena dichiarato "inammissibile" il ricorso presentato dalla Procura di Roma contro il dissequestro di copia del suo archivio informatico. Il sequestro era stato chiesto dalla Procura di Roma, in relazione all'accusa, rivolta a Genchi, di accesso abusivo al sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate, nell'ambito delle inchieste 'Poseidone' e 'Why not'.

mercoledì 24 giugno 2009

Un po' di luce

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Rai: Merlo, commissione vigilanza convochi Minzolini
Anche dai giornalisti Rai si chiede, a gran voce, un'informazione libera ed imparziale.

(ASCA) - Roma, 23 giu - Senza intimidire nessuno e, soprattutto, senza interferire minimamente nell'autonomia editoriale dei Tg, credo sia compito - e dovere - della Commissione di vigilanza audire i direttori dei Tg Rai quando l'informazione quotidiana rischia di incrinare i principi di fondo del servizio pubblico. E questo, a maggior ragione, quando si parla del primo Tg nazionale, cioe' il Tg1''. Lo afferma in una nota Giorgio Merlo, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai, che di fatto sollecita - dopo le polemiche nate per la gestione del Tg1 delle notizie sull'inchiesta di Bari, che vedrebbe in qualche modo coinvolto anche il premier Silvio Berlusconi - l'audizione, da parte dell'organismo parlamentare, del direttore del Tg1 Augusto Minzolini.



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Rai, oggi niente nomine, Garimberti porta in cda il caso Minzolini
Prossima settimana pacchetto complessivo anche su Radiorai

Roma, 24 giu. (Apcom) - Slitta ancora una volta la seconda tornata di nomine Rai: nemmeno al Cda di oggi convocato per l'ora di pranzo a viale Mazzini saranno affrontate le nuove direzioni di rete e testate ancora in discussione. Ieri è infatti scaduto senza esito il termine delle 24 ore precedenti il consiglio in cui, in caso di nomine, vengono depositati i relativi dossier. Sul nuovo rinvio alla prossima settimana (dopo l'analogo di sette giorni fa), a quanto si è appreso, si sarebbero trovati d'accordo sia il Presidente Paolo Garimberti (che ha rinnovato l'indisponibilità a ratificare nomine e nomi, dopo Augusto Minzolini, già indicati all'indomani della ormai famosa 'riunione di palazzo Grazioli' come ad esempio quello di Susanna Petruni per Raidue) sia il direttore generale Mauro Masi. Quest'ultimo intenzionato a tener fede all'impegno di una proposta-pacchetto complessivo che chiuda le nomine, piuttosto che a procedere per singole situazioni. Un pacchetto che, è ormai praticamente certo, riguarderà anche Radiorai: una casella che però fa parte di quelle ancora senza intesa. D'altra parte, la definizione del 'pacchetto complessivo' rende inevitabilmente più complicata la partita e più forte il vortice di veti non solo incrociati ma anche all'interno dei diversi schieramenti.

Al cda di oggi, dunque, non nomine di nuovi direttori. Bensì, ed è ormai certo, un confronto sulla direzione di fresca nomina che porta il nome di Augusto Minzolini. A porre al Cda la questione della "completezza e trasparenza" dell'informazione del Tg 1 sarà il Presidente Paolo Garimberti nella sua relazione. Preso atto, come in molti a viale Mazzini oggi fanno notare, che l'editoriale-autodifesa di ieri sera di Minzolini nel Tg di massimo ascolto sul 'caso Berlusconi', alle orecchie di Garimberti non è potuto che suonare come qualcosa di molto simile ad una alzata di spalle del direttore a fronte del 'richiamo informale' rispetto, appunto, il dovere di "completezza e trasparenza" dell'informazione del Tg1 che il Presidente per due volte aveva ritenuto muovere al neodirettore: telefonandogli prima venerdì scorso, convocandolo poi di persona ieri. Fin qui Garimberti, da Presidente. Da oggi, però, della questione sarà investito il Consiglio di Amministrazione che è il titolare della linea editoriale di viale Mazzini. Ed il rischio spaccatura al vertice su Minzolini è assai forte. Piuttosto scontate le posizioni dei 'consiglieri di amministrazione di area', non poco dipenderà dai termini in cui Garimberti metterà la questione (la stessa su cui, praticamente in contemporanea, a San Macuto Sergio Zavoli chiederà alla Presidenza della commissione di Vigilanza di stabilire una convocazione piuttosto urgente di Minzolini davanti all'organismo parlamentare) e dall'atteggiamento che vorrà assumere il Dg Mauro Masi. Quest'ultimo è stato finora (e forse anche domani) ufficialmente assolutamente silente sul Tg di Minzolini, con il quale si sente "spesso e continuamente come con tutti i direttori sui problemi di tutti i giorni", dicono a viale Mazzini. Quasi a marcare una distanza da quella convocazione del direttore del Tg1 da parte di Garimberti che deve avere sorpreso un poco la Direzione Generale, considerato ruolo e poteri del Presidente.

Dario Franceschini sceglie il web

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Il segretario in carica annuncia il suo impegno diretto nel prossimo congresso di ottobre



martedì 23 giugno 2009

Iran. "Nokia: Disconnects People..."

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23 Giugno 2009 -- La Nokia è uno dei più più importanti fornitori (insieme alla tedesca Siemens) delle tecnologie fornite, consapevolmente, ai servizi segreti iraniani per intercettare telefoni GSM e fax, e spiare le comunicazioni via e-mail, Blog, Facebook e Twitter degli attivisti della Resistenza iraniana, contribuendo così all'arresto o alla fuga di centinaia di dissidenti, che secondo le leggi liberticide in vigore nel paese governato dai clerico-fascisti rischiano ora pene che possono arrivare fino alla condanna a morte.

Link: The Washington Times

"Berlusconi, il politico più sessista"


Sulla stampa estera il caso del nostro premier L'ironia dell'Independent: "Perché paga per le donne?"

"Se si dovesse tenere, in Europa, un concorso per scegliere il politico più sessista, vincerebbe senza dubbio Silvio Berlusconi". Si apre così il duro editoriale del Guardian, dedicato alla figura del premier italiano e all'inchiesta sul presunto giro di squillo messo in piedi da Gianpaolo Tarantini. E proprio l'atteggiamento verso le donne tenuto da Berlusconi, rappresenta, secondo il quotidiano britannico, "una delle varie ragioni per cui gli italiani non avrebbero dovuto metterlo al potere per tre volte".

E non è la sola ragione, visto che il giornalista inglese elenca "il suo rifiuto di voler ammettere il conflitto tra i suoi affari e gli interessi nei media, da una parte, e il suo ruolo politico dall'altro; i suoi attacchi al Parlamento e al potere giudiziario; l'uso che fa della maggioranza per garantirsi l'immunità dai procedimenti giudiziari; il suo fallimento nell'azione di contrasto al crimine organizzato; la cattiva gestione economica e le riforme illiberali alle quali sta lavorando".

Il Guardian sottolinea anche come il successo di Berlusconi sia "il prodotto, più che la causa, del crollo del sistema politico dell'Italia, che ha fatalmente indebolito sia la sinistra che il centro, lasciando spazio agli opportunisti e agli xenofobi". In conclusione, secondo l'editorialista, "la promessa fatta da Berlusconi, durante le elezioni, di portare stabilità in Italia, significa solo che l'Italia e il resto d'Europa dovranno sopportarlo ancora per un po'".

Il Guardian dedica altri due pezzi alle vicende del premier e una pagina sull'inchiesta giudiziaria di Bari, con una mappa delle varie città italiane relative al giro di prostituzione oggetto dell'inchiesta.

Anche il Times dedica tre pezzi alla vicenda, e in uno punta il dito contro l'atteggiamento del premier verso le donne, titolando: "L'Italia di Berlusconi mostra uno strano di tipo di femminismo". Un premier, quello italiano, che "sembra trattare le donne come delle cose da comprare e vendere per soddisfare il proprio ego". Berlusconi "detiene la seconda carica più alta in Italia (non dimentichiamoci del Papa)" e "sembra aver interpretato il ruolo di primo ministro della Repubblica italiana come una via di mezzo tra un imprenditore di locali notturni e un pezzo di cabaret". Il Cavaliere è, per il Times, una versione "esagerata, fumettistica, del classico stereotipo dell'uomo italiano: vanesio, borioso, chiacchierone, accondiscendente e sessualmente insicuro. "Per molti italiani - scrive la giornalista - il suo flirtare non è un'espressione di insaziabile virilità, ma, come ha sostenuto un mio amico, è chiara evidenza della sua impotenza sessuale". La giornalista prevede che tutta la vicenda del presunto giro di squillo si tradurrà, durante il prossimo G8 a l'Aquila, in "una umiliazione sulla stampa straniera. Farsi trovare con i pantaloni calati davanti al mondo intero è una brutta figura. E, in Italia, è un peccato che non può essere perdonato". In un secondo pezzo, sul Times, si parla di "un Paese che ha dimenticato il femminismo", e viene ripresa la proposta lanciata su Micromega, alle first Ladies, di boicottare il G8.

Lo stesso appello alle mogli dei Grandi, firmato da tre accademiche italiane, viene citato anche dal Daily Telegraph. Che pubblica le foto della Montereale scattate Palazzo Grazioli e titola: "Le donne in bagno tormentano Berlusconi". Su "The Independent", un corsivo, accompagnato dalla foto della D'Addario, si chiede ironicamente perché Berlusconi, un miliardiario, proprietario di televisioni, abbia dovuto pagare per fare sesso, con tutto ciò che ne consegue.

Lo spagnolo El Mundo, oltre a citare l'appello delle accademiche italiane alle First Ladies, riporta un editoriale dal titolo "L'utilizzatore finale", termine utilizzato, riferendosi a Berlusconi, dal suo avvocato, Nicolò Ghedini. "L'utilizzatore finale - scrive il giornale - ha imposto il suo modello di televisione alla società italiana, creando un talk show permanente, senza interruzioni. Berlusconi non è una persona, è un attore che interpreta se stesso 24 ore su 24 davanti alle telecamere. E quando non ci sono le telecamere, recita davanti ad un pubblico pieno di 'veline'".

Il tedesco "Bild", sotto alla foto di Barbara Montereale e della sua amica scattata nel bagno di palazzo Grazioli, titola: "Qui le ragazze si fanno belle per lui". Il giornale cita poi le dichiarazioni rese della Montereale sulle feste con "almeno 30 ragazze nella villa di Berlusconi".

"Die Welt", sempre in Germania, punta sulle perplessità sollevate sulla vicenda dal mondo cattolico: "La chiesa pretende chiarezza da Berlusconi". Il giornalista riferisce di voci che ci sono levate dagli ambienti della chiesa, per criticare "la vita sentimentale e sessuale di Berlusconi". E conclude citando l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che "al premier ha consigliato, in una lettera pubblica, di non scusarsi con nessuno, ma di smetterla con le sue teorie del complotto" e di dimettersi per andare a nuove elezioni.

(m.p.)

(23 giugno 2009)