sabato 4 luglio 2009

Amnesy International

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di Marco Travaglio

3 luglio 2009

Dunque la mafia si aspettava favori da Silvio Berlusconi e minacciava, in caso contrario, di fare del male a suo figlio Piersilvio. Lo dimostra un foglio manoscritto, forse da Riina in persona, che l’aveva girato a Provenzano perché lo facesse pervenire al Cavaliere o a Dell’Utri tramite Vito Ciancimino. La richiesta era semplice: una delle tante tv berlusconiane a disposizione di Cosa Nostra, altrimenti “dovrà essere compiuto un luttuoso evento”. Nel paese degli smemorati, giornali e telegiornali annunciano la cosa come se fosse strana e inedita. In realtà sono quasi quarant’anni, da quando nel 1974 Marcello Dell’Utri infiltrò un mafioso travestito da stalliere nella villa di Arcore, che va avanti lo stop and go.

Favori e contraccambi, minacce e ricatti. Per chi ha scoperto solo ora che il premier è ricattabile (da qualche decina di escort, ragazze immagine, letterine, letteronze e papponi), sarà una sorpresa. Per chi conosce le carte, è una conferma. L’ennesima. Basta leggere la telefonata intercettata a Milano alle ore 9,27 del 17 febbraio 1988 fra Berlusconi e il suo socio immobiliarista, Renato Della Valle, all’epoca indagato per bancarotta, e pubblicata in vari nostri libri (dunque mai raccontata in tv).

BERLUSCONI Renato...

DELLA VALLE Ciao, Silvio.

BERLUSCONI Come stai?

DELLA VALLE Bene. È appena partito Franco Carraro.

BERLUSCONI Ah, sì? Dov’è andato?

DELLA VALLE Andava giù a Roma.

BERLUSCONI Era lì da te?

DELLA VALLE Sì.

BERLUSCONI Allora...

DELLA VALLE È stato ieri sera al processo.

BERLUSCONI Diavolo di un uomo, sempre in mezzo ai ministri.

DELLA VALLE Eh, be’. Ieri ho parlato, poveretto, con Nicolazzi [Franco Nicolazzi, Psdi, ministro dei Lavori pubblici, in quei giorni sotto inichiesta per le tangenti sulle «carceri d’oro», nda].

BERLUSCONI Mmh.

DELLA VALLE M’ha telefonato.

BERLUSCONI Oggi questi stronzi del mio «Giornale» gli han messo un titolo in prima pagina del cazzo.

DELLA VALLE Eh, ho visto.

BERLUSCONI Ma son proprio dei figli di troia, guarda.

DELLA VALLE Mmh.

BERLUSCONI E non so più cosa fare io. Mamma mia, non so più cosa fare.

DELLA VALLE M’ha telefonato: era giù da matti per ’sta storia qui. Lo sai la cosa triste? Che lui proprio non c’entra niente, eh.

BERLUSCONI Ma lo so.

DELLA VALLE Quello non c’ha una lira, eh. Mah!

BERLUSCONI Guarda...

DELLA VALLE Come andiamo, Silvio?

BERLUSCONI Eh?

DELLA VALLE Come andiamo?

BERLUSCONI Ma, guarda, vado male da un punto di vista fisico, perché mi è venuto... c’ho un’artrosi, più un... un po’ di altri dolori. Mi sono bloccato sulla sinistra, dietro, tutto.

DELLA VALLE Ma va!

BERLUSCONI E allora sono messo male fisicamente. E poi c’ho tanti casini in giro, a destra, a sinistra. Ce n’ho uno abbastanza grosso, per cui devo mandar via i miei figli, che stan partendo adesso per l’estero, perché mi han fatto estorsioni... in maniera brutta.

DELLA VALLE Oh, Madonna!

BERLUSCONI Una cosa che mi è capitata altre volte, dieci anni fa, e... Sono ritornati fuori.

DELLA VALLE Senti, Silvio...

BERLUSCONI Mmh.

DELLA VALLE Eh, va be’, no... hai St. Moritz, se no ti dicevo: se vuoi mandarli anche qui a casa mia, non ci son problemi, eh.

BERLUSCONI Grazie, ma li mando molto più lontano.

DELLA VALLE Ah.

BERLUSCONI Sai, siccome mi hanno detto che, se, entro una certa data, non faccio una roba, mi consegnano la testa di mio figlio a me ed espongono il corpo in piazza del Duomo...

DELLA VALLE Oh, Madonna!

BERLUSCONI E allora son cose poco carine da sentirsi dire e allora, ho deciso, li mando in America e buona notte.

DELLA VALLE Senti, ma vai anche tu... fuori.

BERLUSCONI Eh, io c’ho un po’ di cosette qua da fare.

DELLA VALLE Eh, ma chi se ne frega, Silvio. Però insomma, se... se t’han dato una data, fino a quella data lì, vai anche tu.

BERLUSCONI Ma, vedi, no, io sono qui difeso... per casa...

DELLA VALLE Se vuoi venire qui a casa mia...

BERLUSCONI Ascolta...

DELLA VALLE Devono passare sul mio cadavere, eh.

BERLUSCONI Così ci mettono la bomba in du... ci fan saltare in due. (ride)

DELLA VALLE No!

BERLUSCONI ...(incompr. per sovrapposizione delle voci) uno (ride)

DELLA VALLE Ma cosa vuoi che faccian saltare. La bomba...

BERLUSCONI Senti un po’... tutto bene lì, i ragazzi, tutto bene?

DELLA VALLE Sì, sì, tutto bene.

BERLUSCONI Tua moglie?

DELLA VALLE Mi rattrista ’sta cosa, cazzo.

BERLUSCONI Eh, va be’, cosa ci vuoi fare? Senti, tua moglie sta bene?

DELLA VALLE Bene, bene.

BERLUSCONI Senti... io... niente, ero in debito anche di una risposta su Tanzi.

DELLA VALLE Eh.

BERLUSCONI Francamente non mi è venuto in mente un Cristo (ride) (...)

DELLA VALLE Senti... quando è quella scadenza?

BERLUSCONI Di Rizzoli?

DELLA VALLE No, no, no, la scadenza di quei de... delinquenti lì che t’han detto...

BERLUSCONI Fra sei giorni.

DELLA VALLE Perché non prendiamo l’aereo domani, molliamo tutto e andiamo a fare un giro?

BERLUSCONI No, io son qui con...

DELLA VALLE Anch’io. Sapessi i casini che c’ho in ballo io, non ne hai idea.

BERLUSCONI Eh.

DELLA VALLE Però, vaffanculo, andiamo... andiamo in giro per il mondo. Eh, se quelli hanno un Grumond (fonetico, parola non certa) che va forte come noi, ci beccano. Ma proprio da stare un giorno in un posto, un giorno in un altro.

BERLUSCONI Sì, va be’, ma, avendo allontanato l’oggetto, capisci?

DELLA VALLE Sì, va be’, ma, Silvio, se sono sei giorni...

BERLUSCONI No, son preoccupato piuttosto per il Paolo, così, insomma.

DELLA VALLE Be’, Paolo, scusa, portiam via anche lui.

BERLUSCONI Eh, sì. Va be’.

DELLA VALLE Ragazzi, il mondo si ferma, eh.

BERLUSCONI Va be’, lo so, lo so.

DELLA VALLE Eh.

BERLUSCONI Va be’.

DELLA VALLE Facciamolo... Silvio, facciamolo davvero.

BERLUSCONI Ma no, dài. Io c’ho tante cose da fare qui. Io poi non ci credo a quelle robe lì, lo sai.

DELLA VALLE Hai paura di diventare povero?

BERLUSCONI No.

DELLA VALLE Sei giorni?

BERLUSCONI No.

DELLA VALLE Dài. Andiamo a fare sei giorni i pirla per il mondo.

BERLUSCONI No, no, ma io ti dico sinceramente che, se fossi sicuro di togliermi questa roba dalle palle, pagherei tranquillo, così almeno non rompono più i coglioni.

DELLA VALLE Eh, lo so, ma solo che questi qui... poi te lo... ci provano ancora, eh. Be’, ma, Silvio, avrai tutta la collaborazione che serve, no?

BERLUSCONI Sì, sì, tutti quanti. Sono molto... sono molto bravi.

DELLA VALLE Eh.

BERLUSCONI Va be’. Senti, Renato...

DELLA VALLE Mi dispiace molto, Silvio.

BERLUSCONI Ci sentiamo (...)

Dal che si apprende, fra l’altro, che Berlusconi non trova niente di strano nel “pagare tranquillo” il pizzo ai mafiosi, “così almeno non rompono i coglioni”. E’ lo stesso soggetto che oggi fa il presidente del Consiglio e dovrebbe, eventualmente, combattere i mafiosi che vent’anni fa intendeva pagare, e dovrebbe pure incoraggiare i cittadini a denunciare le richieste estorsive, anziché cedervi. Mission impossible.

Ora però sappiamo anche che cosa voleva la mafia da lui: una televisione. Naturalmente nessuno, raccontando questa storia, si pone e gira a chi di dovere le due domande fondamentali. 1) Come poteva Riina pensare che Provenzano e Vito Ciancimino (i suddetti sono tre boss mafiosi) fossero in grado di raggiungere Silvio Berlusconi? 2) Come mai quel documento, sequestrato nel 2004 in casa Ciancimino dalla Procura di Palermo allora diretta da Piero Grasso, non era agli atti del processo d’appello in corso a carico del figlio dell’ex sindaco di Palermo, e salta fuori soltanto ora? E come mai la Procura di Grasso, quando interrogò Ciancimino junior per giorni e giorni, non gli pose neppure una domanda su quella lettera autografa di Riina diretta a Berlusconi? L’onorevole avvocato Niccolò Ghedini, interpellato dalla Stampa, cade dalle nuvole: “E’ in assoluto la prima volta che sento parlare di questa storia.

E penso che non ne sappia nulla nemmeno il Presidente, altrimenti lo saprei anch’io”. Strano, perché il presidente, al telefono con Della Valle, si mostrava informatissimo della cosa, ed è una di quelle cose che difficilmente si dimenticano. Ma forse l’On.Avv. s’è portato avanti col lavoro, e, in attesa di abolire le intercettazioni, ha deciso di dimenticarle. E’ il Lodo Amnesia.

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