giovedì 16 luglio 2009

La marea sta salendo

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L’Italia si sveglia dal sogno berlusconiano
di MARCOS PARADINAS

“Ho deciso di fondare un partito. Se non entro in politica finisco in galera o mi rovino”. La frase è di Silvio Berlusconi, nel 1993. Diciassette anni dopo, l’attuale primo ministro italiano torna ad affacciarsi sull’abisso. Fino a ora niente lo aveva scalfito: né le sue evidenti relazioni con la mafia, né il suo impero fondato su mazzette e corruzioni, né la sua evidente mancanza di rispetto per la Costituzione. Impassibile di fronte a tutto. Fino a che sono arrivate le prostitute e si è cominciato a parlare di cocaina.

Così è l'Italia. E forse non è tanto differente dalla Spagna. Qui il caso Gürtel* sembra aver dato più voti che castighi al partito implicato e ci scandalizziamo per i vestiti di Camps con le cinture di esportazione, quando quello che ci dovrebbe preoccupare è l’arbitrarietà con la quale si può aver diviso il denaro di tutti tra gli amici di pochi.

Niente di niente
Marcello Dell’Utri, braccio destro di Berlusconi e cofondatore di Forza Italia, è stato condannato nel 2004 a nove anni di carcere. Non è successo niente. David Mills è stato condannato un mese fa per aver ricevuto tangenti da Berlusconi perché mentisse a suo favore nel processo. Non è successo niente. Berlusconi ha modificato la legge per essere immune di fronte ai tribunali o per mantenere il suo monopolio televisivo e non cedere le licenze. Niente di niente.

Paura della cocaina
Nonostante ciò, tutto il paese trema per alcune fotografie sopra le righe delle feste private di Berlusconi. L’ecatombe arriva con la confessione di quattro giovani che dicono di essere state pagate per passare la notte con lui e la procura di Bari lo indaga per “induzione alla prostituzione”. E il colpo di grazia potrebbe arrivare in settimana se verranno confermate le voci secondo cui anche la cocaina potrebbe formar parte di questo pericoloso cocktail ludico-festivo.

La morale vaticana
Lo spiegava oggi Miguel Mora ne El Pais, attraverso una docente romana che ha votato per Berlusconi: “La morale vaticana sopporta maschilismo, corna e minorenni; può invidiare le feste con 25 veline, ammettere la corruzione e perfino i regolamenti di conti. Ma gli italiani non tollereranno mai che il nome del primo ministro si associ alle droghe”.

Allerta da postfascismo
Finalmente c’è l’impressione che gli italiani si siano svegliati da un sonno profondo. Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati ed ex presidente del partito post fascista Alleanza Nazionale, ha avvertito di come “è in pericolo la fiducia del popolo nella politica e nelle istituzioni”. È ironico che sia un vecchio nostalgico del fascismo a dare l’allarme sul pericolo che corre la democrazia in Italia, fatto sta che Fini, di fronte ad una squallida sinistra, si è convertito nell’unica opposizione degna a Berlusconi. Interna, ma opposizione.

La piazza chiusa
Oltre le critiche politiche, il sentimento corre per strada. Si è ironizzato sul fatto che Berlusconi abbia inventato la “piazza chiusa”, con riunioni in cui porta solo i suoi seguaci perché lo applaudano. Ma non funziona. Questa settimana è stato contestato in uno di questi incontri da un centinaio di persone: “Vergogna!, siete dei poveri comunisti”, ha risposto Berlusconi a “questi analfabeti della libertà”. Dopo ha assicurato il suo pubblico che quelli che gli gridavano contro erano “arrabbiati perché si svegliano la mattina allegri, ma poi si rendono conto che devono andare a lavorare, si guardano allo specchio e si rovinano la giornata”.

Sale la marea
Beppe Grillo è un comico che si è trasformato in un’icona della critica al potere dal suo blog Vaffanculo [sic]. L’altro giorno è stato invitato a parlare davanti alla commisione del Senato e non si è morso la lingua: “Questo Parlamento non ha niente a che vedere con la democrazia. Sei persone hanno eletto chi doveva essere deputato o senatore. (…) Cari membri della commissione, siete illegali, incostituzionali e antidemocratici. Per rispetto a voi e agli italiani, dovreste dimettervi ora stesso”. Grillo ha sintetizzato il suo intervento in una frase che riflette la situazione meglio di mille giornali: Ora vorreste limitare il diritto del cittadino ad essere informato. Io vi dico solo una cosa: la marea sta salendo”.

* indagine su una presunta rete di corruzione vincolata alla direzione nazionale del Partito Popolare ai tempi di José María Aznar, N.d.T.

[El Plural] - 21 Giugno 2009 - Spagna

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