martedì 21 luglio 2009

L'agenda di Borsellino non l'ha presa la mafia

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Caltanissetta, 21-07-2009
L'agenda rossa di Paolo Borsellino "non è stata certo la mafia a farla sparire": ne è convinto il procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari.

Diverse, secondo il magistrato, le ipotesi della strage di via D'Amelio. "Una è questa: si pensa che Borsellino fosse venuto a conoscenza della trattativa e che si fosse messo di traverso. E, proprio per questo, sarebbe stato ucciso. Un'altra ipotesi: quella trattativa si era arenata, e allora Totò Riina ha deciso di accelerare l'esecuzione della strage di via D'Amelio allo scopo di costringere lo Stato a venire a patti. Adesso, lentamente, emergono possibili se non addirittura probabili rapporti tra Cosa nostra e settori deviati dello Stato", spiega il magistrato in un'intervista a Repubblica.

"Negli ultimi sei mesi siamo venuti a sapere alcuni particolari che ci hanno permesso di spingere le nostre indagini sulle stragi in territori non solo di mafia", afferma il magistrato, facendo riferimento, in primo luogo, alle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza. "Io non sono nella mente di Totò Riina - afferma Lari - però lui sa che Gaspare Spatuzza sta parlando con noi. Non sa esattamente che cosa ci sta dicendo, ma credo che in qualche modo lo immagini. Credo che anche lui pensi che ci sarà proprio una svolta nelle indagini. Ecco perché è intervenuto. Vuole dirci qualcosa. E' abbastanza chiaro che quel suo messaggio a mezzo stampa era diretto a noi, ai titolari delle indagini sulle stragi: i magistrati di Caltanissetta". I quali, assicura Lari, sono "pronti" ad ascoltare il boss: "Ho l'impressione che a quasi 80 anni Totò Riina voglia levarsi qualche sassolino dalle scarpe".

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