sabato 6 giugno 2009

Offerta più vantaggiosa abruzzese, ma vincono ditte del Nord



"Siamo certi di non andare contro i principi che regolano le gare d'appalto in Europa perché un certo numero di questi appalti li riserviamo alle aziende abruzzesi di media o buona dimensione, mentre tutte le altre abruzzesi minori che operano nell'edilizia avranno da sfogarsi sui tutti i tanti lavori dei singoli appartamententi da ricostuire a cura dei singoli proprietari che ricorrerano al sistema del finanziamento diretto da parte dello Stato, o anche per intervenire su tutte le lesioni che invece saranno gli stessi proprietari a interessarsi di sanare... Aspettiamo fiduciosi!"

Abruzzesi già fuori gara, imprese del Nord si aggiudicano le 150 piattaforme antisismiche da 28 milioni di euro
di Alfo
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L'AQUILA. Ore 15 di venerdì scorso: un commissario della Protezione Civile apre all'Aquila le buste del primo appalto della ricostruzione. In ballo ci sono 15 milioni di euro. L'offerta economica più vantaggiosa è di un'impresa abruzzese, ma vince una ditta del Nord. Il giorno dopo, sabato, viene assegnato il secondo appalto da 13 milioni. L'offerta economica migliore per lo Stato è abruzzese. Ma per la seconda volta, in appena 24 ore, vince ancora un'impresa del Nord. Gli abruzzesi sono fuori gara.

CHI HA VINTO. Gli appalti delle piattaforme antisismiche, quelle speciali basi di cemento armato, pilastri d'acciaio e solai basculanti, capaci di neutralizzare le frustate ondulatorie e sussultorie del terremoto, vanno alla Gruppo Bison in associazione temporanea d'impresa con la Gdm costruzioni di Milano e alla Zoppoli e Pulcher spa del Nord Est. Hanno 80 giorni di tempo per realizzare 150 piattaforme, ciascuna lunga 50 metri, larga 21 e alta 50 centimetri sui venti siti della ricostruzione. Piattaforme su cui è possibile poggiare case di legno, moduli o abitazioni vere.

Ma la Bison-Gdm, nell'offerta tecnica, ha dichiarato che riuscirà a costruire le prime 65 basi in settanta giorni. E le sono bastate questi dieci giorni in meno per aggiudicarsi la gara, nonostante un ribasso dell'11,6 per cento contro il 21 dell'unica abruzzese in corsa, la Imar, oppure il 19 della Saicam. La Protezione Civile, quindi, ha preferito spendere circa due milioni di euro in più, applicando semplicemente il criterio di un punteggio più basso per l'offerta economica e doppio per l'offerta tecnica sui tempi di realizzazione. Ma l'impresa milanese dovrà portare in Abruzzo 400 operai propri, per i quali sarà necessario realizzare alloggi di cantiere, serviti di acqua e di luce.

Occorrerà quindi più tempo e per di più non ci sarà spazio per gli operai abruzzesi che la mattina sarebbero venuti all'Aquila in auto senza che ci fosse la neccessità di occupare altri spazi per baracche di cantiere.
Abbiamo contattato gli uffici della Imar Costruzioni. «No comment» è stata la risposta. Dalla base operativa della Protezione Civile di Coppito, però, esce un documento che sintetizza le due gare, da 15 e 13,6 milioni di euro, vinte da imprese del Nord.

NESSUNA PUBBLICITA'. Passati sotto traccia. Se non avessimo avuto il documento dei due appalti, nessuno avrebbe saputo nulla, perché nessuno ha pubblicizzato l'esito. Alla prima gara hanno partecipato in sei, l'ha vinta la Bison-Gdm con 81 punti (26 per il ribasso e 55 per la relazione tecnica), seconda la Zoppoli e Pulcher spa (punti 26 e 47), terza la Saicam (29 e 39), poi l'abruzzese Imar (30 e 36), quindi la Cogeis spa-Ivies spa (25 e 33) e infine la Domus dei fratelli Gizzi in Ati con Icor e Zeppieri (24 e 30).

L'ALTRO LOTTO. Alla seconda gara, per i restanti 59 moduli, hanno preso parte solo in quattro, per l'esclusione della Bison-Gdm, perché già risultata vincitrice del primo lotto denominato «1G» e il ritiro della Domus-Icor-Zeppieri.

Come è finita? Ha vinto la Zoppoli e Pulcher (con un ribasso di soli 9,8%) che ha «soffiato» l'appalto ancora all'abruzzese Imar (ribasso alto del 28%) per un solo punto: 66 a 65.

Ma c'è una curiosità: la Imar ha presentato due relazioni tecniche per i due lotti. La prima è stata valutata 36 punti, la seconda 35. Ma sarebbero relazioni identiche

04 giugno 2009

La denuncia dei sindaci: “Restituiteci il potere civile”
di Marzia Coronati
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Regime militare imposto dalla Protezione Civile, gare d’appalto per la ricostruzione rivolte a ditte del Nord, poca chiarezza sul rilevamento dei mutui. La gestione della ricostruzione sembra calare dall’alto. E i sindaci abruzzesi scendono in piazza: “Vogliamo anche noi potere decisionale”.

3,1 miliardi in ventiquattro anni per oltre 65mila sfollati in Abruzzo. E’ quanto previsto dal Decreto Terremoto che in questi giorni sta facendo discutere cittadini, enti locali e realtà territoriali nella regione colpita a inizi aprile dal terremoto. “La cosa più grave” dichiara Julia, dell’associazione Pralipe “è che non sembra sia prevista la possibilità per ognuno di scegliere in che modo ristrutturare la propria casa”. Venerdì scorso un team di tecnici abruzzesi è entrato nel centro storico de L’Aquila, nonostante i divieti, per monitorare la situazione. I lavoratori aquilani temono di non riuscire a mettere mano nelle case dei concittadini, e che la ricostruzione sia affidata a sconosciuti.

Ma quella di venerdì non è stata l’unica azione. Ogni giorno, da quando il decreto è stato emanato, in Abruzzo si assiste a contestazioni. A scendere in piazza sono anche i primi cittadini abruzzesi. “I sindaci non vengono presi in considerazione e non riescono ad esercitare il loro potere civile” continua Julia. “Attualmente tutto ciò che riguarda la ricostruzione è previsto dalla protezione civile e quindi del commissario delegato Guido Bertolaso; ogni decisione non prevede il voto dei sindaci ma solo la loro consultazione”.

Quello che più si teme oggi è che gli appalti per le ricostruzioni siano assegnati a ditte del nord, invece che a imprese locali. Mette in allarme, inoltre, la questione mutui. Tra le preoccupazioni maggiori, quella che la Fintecna, l’impresa finanziaria controllata dal Ministero del Tesoro che secondo il decreto si occuperà di rilevare i mutui delle case colpite, si accollerà il mutuo contratto nei limiti del contributo riconosciuto, ma diverrà poi proprietaria di quel che resta dell’immobile.

Sul territorio intanto i controlli delle forze dell’ordine sono aumentati. Lungo le strade ci sono molti posti di blocco e prima di entrare nelle tendopoli è necessario mostrare un documento. “Dicono che queste azioni siano legate all’imminente G8, ma di fondo crediamo che riguardino la gestione globale del terremoto, di stampo assistenzialista e che lascia poco spazio alle libertà degli individui” conclude Julia.

03 Giugno 2009

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