venerdì 26 giugno 2009

In questo Stato laico...

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Berlusconi; 'Famiglia cristiana': Superato limite della decenza

Roma, 23 giu. (Apcom) - A tutto c'è un limite e "quel limite di decenza", nelle vicende private di Berlusconi, "è stato superato", secondo 'Famiglia cristiana'. "Non basta la legittimazione del voto popolare o la pretesa del 'buon governo' per giustificare qualsiasi comportamento, perché con Dio non è possibile stabilire un 'lodo', tanto meno chiedergli l''immunità morale'", afferma il direttore del settimanele cattolico, don Antonio Sciortino, nelle risposte alle domande dei lettori. "La morale è uguale per tutti: più alta è la responsabilità, più si ha il dovere del buon esempio. E della coerenza, che è ancora una virtù, e dà credibilità alle persone e alle loro azioni". "Chi ha l'onore e l'onere di servire il Paese (senza servirsene), per di più con una larga maggioranza, quale mai si era vista nella storia della Repubblica - prosegue il settimanale dei paolini - è doveroso che si dedichi a questo importante compito senza 'distrazioni', che un capo di Governo non può permettersi". Non solo: "A maggior ragione oggi, che il Paese è alle prese con una delle più gravi crisi economiche (ma anche morali) che abbia mai affrontato, con moltissime famiglie sulla soglia della povertà, lavoratori senza più occupazione e giovani precari a vita, senza futuro e speranza. Che esempio si dà alle giovani generazioni con comportamenti 'gaudenti e libertini', o se inculchiamo loro i valori del successo, dei soldi, del potere: traguardi da raggiungere a ogni costo, anche tramite scorciatoie e strade poco limpide?. Oggi, per 'Famiglia cristiana', il Paese più che di polveroni e distrazioni, necessita di maggiore sobrietà, coerenza e rispetto delle regole. E, soprattutto, chiarezza. Non solo a parole, ma concretamente, con i fatti. A poco servono imbarazzanti e deboli difese d'ufficio dei vari 'corifei', 'caudatari' o 'maschere salmodianti' (come li ha definiti qualcuno), che ci propinano a ogni ora ritornelli e moduli stantii, a difesa dell'indifendibile. O nel tentativo 'autolesionista' di minimizzare tutto, spostando la mira su altri bersagli. Ancora peggio, poi, quando 'la pezza è più grande dello sbrego' come si dice, e si definisce il presidente del Consiglio 'l'utilizzatore finale' di un giro di prestazioni a pagamento (ammesso che sia vero), e si considerano le donne 'merce', di cui 'si potrebbe averne quantitativi gratis'. Naturalmente". La Chiesa, da parte sua, "non può abdicare alla sua missione e ignorare l'emergenza morale nella vita pubblica del Paese. Nessuno pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perché non intervenga e taccia. I cristiani (come dismostrano le lettere dei nostri lettori) sono frastornati e amareggiati da questo clima di decadimento morale dell'Italia, attendono dalla Chiesa una valutazione etica meno 'disincantata'. Non si può far finta che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare". Don Sciortino si augura che "quanto prima", da una "politica da camera da letto" si passi alla vera politica delle "camere del Parlamento", "restituite alla loro dignità e funzioni. Prima che la fiducia dei cittadini verso le istituzioni prenda una via senza ritorno".

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Berlusconi; Padre Sorge: Chiarisca, i cattolici si interrogano

Roma, 24 giu. (Apcom) - E' importante "un ragionamento serio, senza secondi fini, sulla necessità della moralità di chi ha cariche pubbliche", secondo padre Bartolomeo Sorge, secondo il quale nel mondo cattolico emergono "interrogativi" sui comportamenti privati del premier Berlusconi. "E' un problema di fondo. Certe ombre corrodono la credibilità della persona. Il comportamento di una personalità pubblica ha incidenza sul costume, sul senso della legalità e della moralità della gente. Il punto è che si faccia chiarezza. La cosa brutta è l'incertezza", afferma il gesuita, osservatore di cose politiche e direttore della rivista 'Aggiornamenti sociali'. "Certo, c'è il rischio di strumentalizzazioni politiche, che vanno rigettate. Ma data la degenerazione di quello che è avvenuto - prima col caso Noemi, poi questioni più gravi - un ragionamento serio, senza secondi fini, sulla necessità della moralità di chi ha cariche pubbliche è importante. Anche da parte della Chiesa". Padre Sorge non critica la prudenza dei maggiorenti della Chiesa cattolica sull'argomento. "Tutti ci rendiamo conto della delicatezza della situazione. La magistratura non ha appurato nulla. Un pronunciamento pubblico in una situazione così magmatica non è nemmeno possibile in questo momento. In questo senso, una cosa è il giudizio sull'episodio, un'altra è la confusione nell'opinione pubblica per ribadire dei principi di etica generale, come la dottrina sociale della Chiesa ha fatto da sempre. Per questo una parola serena - non un giudizio o un'accusa sulla situazione ancora 'sub iudice' - è necessaria. Bene ha fatto 'Famiglia cristiana' col suo richiamo alla necessità di una coerenza morale. C'è un certo scompiglio nell'opinione pubblica". E tra i cattolici? "E' difficile fare valutazioni, ma alcuni segnali del recente ballottaggio e delle elezioni europee fanno pensare che nel mondo cattolico ci sia qualche interrogativo in più". Ska

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Card. Tettamanzi: Serve sobrietà anche nell'esercizio potere

Città del Vaticano, 24 giu. (Apcom) - La sobrietà "è virtù non apprezzata, forse perché spesso fraintesa o applicata solo alla sfera economica": lo afferma il cardinale Dionigi Tettamanzi in un passaggio di un'intervista all''Osservatore romano'. "Sobrietà - prosegue - è confusa con un vissuto che sa di risparmio minuzioso, di astensione dai consumi. Ma la sobrietà autentica è tutt'altro, è uno stile di vita complessivo: sobrietà nelle parole, nell'esibizione di sé, nell'esercizio del potere, nel vissuto quotidiano. La sobrietà intende guarire il nostro comportamento quotidiano dagli eccessi, riconducendolo alla 'giusta misura'". Nell'intervista al quotidiano della Santa Sede, l'arcivescovo di Milano parla del suo ultimo libro - 'Non c'è futuro senza solidarietà. La crisi economica e l'aiuto della Chiesa' - e dell'iniziativa che lo ha fatto nascere, ovvero il Fondo famiglia-lavoro, annunciato in Duomo a Natale, durante la messa di mezzanotte. "La raccolta diocesana ha superato i quattro milioni e mezzo di euro", afferma il porporato. In termini più generali, "le comunità cristiane, con la loro rete discreta, capillare e efficace possono intercettare e aiutare ben altri bisogni: le solitudini, le angosce, i timori che questa crisi sta generando. La parola del Vangelo e la sua testimonianza viva sono una presenza di speranza che vale più di un sussidio economico. Potremo uscire da questa crisi purificati negli stili di vita se impareremo l'autentica virtù della sobrietà, e rafforzati se sapremo rinnovare il legame della solidarietà". Ska

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