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di Conchita Sannino
Dopo il rinvio a giudizio, la pratica su Elio Letizia si è fermata
Il Tribunale apre un'inchiesta: "Accertare eventuali negligenze"
NAPOLI - Un fascicolo giudiziario completamente dimenticato. Su un binario morto. O accortamente insabbiato. Per alcuni lustri. Così può accadere che l'ex intraprendente segretario della direzione dell'Annona del Comune di Napoli, arrestato nel 1993 per presunti episodi di concussione, poi rinviato a giudizio nel 1997, non sia mai stato processato. Il presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi, ha aperto un'inchiesta amministrativa su un caso che provoca tra i giudici imbarazzo. "Accerteremo eventuali negligenze e responsabilità. Dobbiamo capire cosa è successo e perché", dice Alemi a Repubblica. A segnalargli la vicenda sarebbe stato il presidente dell'Ufficio Gip, Bruno D'Urso. E desta ulteriore sorpresa - ma si tratta di una coincidenza, fino a prova contraria - il fatto che quell'indagato sia Elio Letizia, il padre della diciottenne che chiama papi il premier.
Una storia nella storia. Conferma la strana scoperta anche il suo legale di allora, l'avvocato Fabio Fogliamanzillo. Un "buco nero" della giustizia incrocia il caso politico che ha segnato la campagna elettorale. L'inquisito "dimenticato" è il genitore di Noemi, la studentessa che ha accolto il premier alla sua festa di compleanno a Casoria, il 26 aprile, e che aveva già incontrato il premier a Roma, a Milano e durante la vacanza in Sardegna dello scorso Capodanno.
Vale la pena ricordare che, nella sequenza di bugie e contraddizioni che hanno segnato le spiegazioni sull'origine dell'amicizia con la ragazza, Berlusconi ha sempre sostenuto la tesi di un legame con Elio Letizia: prima facendolo passare come "ex autista di Craxi" (Ansa, 29 aprile), poi come un amico che gli avrebbe segnalato "le candidature alle europee di Martusciello e Malvano" (Porta a Porta, 5 maggio). Poi lo sfondo politico viene sostituito da una privata frequentazione. Elio Letizia afferma (Mattino, 25 maggio) che egli presentò la sua famiglia al premier nel 2001. Il Cavaliere offre un ricordo diverso: "La prima volta che ho visto questa ragazza è stato a una sfilata", (Corriere, 25 maggio), a partire almeno dal 2005. Infine, 24 ore prima dell'apertura delle urne, Berlusconi torna su Elio: "Il padre della ragazza, avendo saputo che io sarei stato a Napoli, mi ha chiesto di essere presente alla festa di Noemi" (Ansa, 5 giugno).
Ma che storia aveva Letizia? Nel suo passato giudiziario, ora vuole vederci chiaro anche il presidente del Tribunale. L'impiegato fu arrestato l'11 febbraio del 1993 con il suo direttore dell'assessorato all'Annona, Giovanni De Vecchi, di cui era intimo amico: furono accusati di avere intascato tangenti fino a 35 milioni. I due furono poi rinviati a giudizio, con altri dipendenti e professionisti successivamente arrestati, nell'aprile 1997. Ma qui il fascicolo si polverizza, la posizione di Letizia è stralciata. Gli avvocati ottengono la nullità dell'udienza preliminare.
Così Elio Letizia non sarà mai sottoposto a giudizio (se non per un episodio marginale, per il quale risulta assolto dalla terza sezione penale del Tribunale di Napoli, nel settembre 2003). Tra gli atti sottoposti all'attuale inchiesta amministrativa, ve n'è uno che spinge Alemi a riflettere. È il paradosso per cui, nella sentenza passata in giudicato il 2 novembre 2004, i giudici della Undicesima sezione penale assolvono quattro coindagati di Letizia e scrivono: "Appare evidente che per tutti i reati menzionati - provata la sussistenza di tutti gli elementi oggettivi e soggettivi del reato in contestazione - la descritta illecita condotta risulta certamente ascrivibile al solo Letizia", non agli altri.
(11 giugno 2009)
giovedì 11 giugno 2009
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