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Voli di Stato, Berlusconi all'attacco:
"Sono libero di invitare chi voglio"
«Sono obbligato a usare l’aereo di Stato pur avendo una mia flotta con numerosi aerei. A bordo sale il presidente, il suo staff, gli uomini della sicurezza e il presidente ha l’assoluta libertà di invitare chi ritiene sia opportuno avere a bordo». Così Silvio Berlusconi, ospite di Sky Tg24, torna sulla vicenda dei voli di Stato. «Non c’è nessun abuso d’ufficio, solo le meschinità di chi fa certe affermazioni. Sarà un altro boomerang», aggiunge il premier.
«L’indagine è risibile e obbligata perchè c’è stata una denuncia. È un caso che dimostra la meschinità delle persone che stanno all’opposizione». Il premier sicuro di «un'archiviazione sicura», precisa che è assurdo «dire ad un premier, fatto oggetto di 39 minacce di morte da prendere sul serio, che non gli è consentito portare persone del suo giro in aereo». Il capo del governo assicura tra l’altro che «non c’è alcun aggravio per le casse dello Stato» e questo «dimostra la pochezza e l’invidia» degli altri.
A questo proposito, e facendo un paragone con la Camere e il Quirinale, Berlusconi tiene a sottolineare che «porto io i cuochi, i camerieri da Roma. C’è una brigata di cuochi miei. Poi in queste cene c’è uno spettacolo e gli artisti non vengono gratis. Poi ci sono i regali e non si può regalare alle signore un foulard... girano regali anche da 10 mila euro per volta che sono fatti a spese mie. Senza - ha ribadito - un euro di spesa per lo Stato. Il caso dimostra anche «la pochezza e l’invidia di questi signori».
E sulle accuse da parte della stampa internazionale: «So come si comportano i giornalisti stranieri nei salotti romani, dove attingono notizie dai giornali della sinistra». Alla domanda se ritiene di essere al centro di un complotto internazionale del quale farebbe parte anche l’editore australiano Murdoch, Berlusconi ha replicato: «Penso a un gruppo italiano, ma prima di puntare il dito accusatorio bisogna avere in mano circostanze fermissime».
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Aerei ed elicotteri Fininvest diventano voli di Stato
di Claudia Fusani
La Presidenza del Consiglio dei ministri ha dato la qualifica di «volo di Stato» ad aerei ed elicotteri di compagnie private che fanno capo a Fininvest. Dare la qualifica significa che quegli aeromobili devono servire «a consentire l’efficace svolgimento delle attività aeronautiche occorrenti per realizzare o supportare la cura di interessi pubblici rilevanti» come i viaggi di lavoro del premier e dei suoi ministri. Significa, soprattutto, che quegli stessi mezzi, per assolvere a questa funzione, saranno pagati con soldi pubblici. Soldi nostri, dei cittadini contribuenti, che finiscono nelle casse di un gruppo che fa capo alla famiglia del Presidente del Consiglio. Sintetizzando, pare di poter dire che lo Stato affitta da Berlusconi gli aerei che servono al presidente Berlusconi per svolgere in sicurezza le mansioni di premier. A meno che l’affitto degli aerei non avvenga a titolo gratuito, cosa in linea di principio anche possibile, siamo non solo in un evidente conflitto di interessi ma anche ben oltre il reato di peculato.
L’Unità è venuta in possesso di un prezioso documento che porta in alto a sinistra il timbro Enac (l’ente nazionale di aviazione civile), il numero di protocollo e la data del 4 giugno 2008, un mese dopo il giuramento dell’esecutivo Berlusconi. L’oggetto della comunicazione della direzione security è «L’attribuzione della qualifica di volo di Stato». Si legge che «la Presidenza del Consiglio dei ministri e l’Ufficio per i voli di Stato con nota protocollata del 15 maggio 2008 ha comunicato che in conformità al Dpcm del 23-01-2008 è stata attribuita la qualifica di Volo di Stato ai voli che saranno effettuati per le esigenze di trasporto del sig.Presidente del Consiglio dei ministri, dagli aeromobili della Società Alba Servizi Aerotrasporti e del Consorzio Elicotteri Fininvest di seguito elencati...». Seguono le targhe di cinque velivoli, un Gulfstream 5, due Hawaker 800xp, un A319 (un airbus con 124 posti) e un elicottero AW 139.
Il capitolo “Voli di Stato” è complesso e di difficile accesso visto che si tratta di capitoli della vita pubblica coperti dal segreto per motivi di sicurezza. È probabile, quindi, che veramente il premier abbia affittato i propri aerei ed elicotteri allo Stato senza pretendere un euro per l’affitto. È molto probabile, però, il contrario, e cioè che le due società che fanno capo al gruppo Fininvest (dal 1981 Alba fa parte del gruppo) vengano pagate per i servizi svolti.
I voli di Stato sono gestiti da Cai, la compagnia che fa capo ai servizi segreti e che portano sempre le insegne della Presidenza del Consiglio dei ministri, e dagli aeromobili del 31 Stormo. Una flotta, spiegano in ambienti dell’Aeronautica, «perfettamente in grado di assolvere le esigenze di trasporto del premier e dei suoi ministri». In casi eccezionali, «come potrà essere il G8 per cui dovremo trasportare all’Aquila, in poche ore, 26 capi di Stato e rispettive delegazioni», oltre agli aeromobili dello Stato e delle sue amministrazioni, «possono essere equiparati a voli di Stato anche aerei privati». È il caso di Alba e di Cefin (Consorzio elicotteri). Vale la pena ricordare che nei primi cinque mesi dell’anno le ore di volo dei voli di Stato sono triplicate. E che il conto per i cittadini è di oltre 60 milioni di euro solo nel 2009.
Facile immaginare che anche questa parte della storia diventi, o sia già, parte del fascicolo della procura di Roma in cui Berlusconi è indagato per abuso di ufficio. Di certo le foto oggetto dell’inchiesta non possono essere solo quelle in cui si vedono gli aerei della Presidenza del Consiglio atterrare a Olbia e dalle cui scalette scendono ballerine, menestrelli e cuochi e compagnie di giro varie. Di certo vanno indagati anche gli elicotteri che arrivano direttamente a Villa Certosa e altri aerei in arrivo a Olbia. Con le targhe che trovate in questa pagina.
Un bel po’ di lavoro per il procuratore Ferrara. A cui si aggiunge un nuovo esposto del Codacons che vuole conoscere la lista dei passeggeri dei vari voli. Intanto il 9 giugno il Consiglio di Stato deve pronunciarsi sulla direttiva che nell’agosto 2008 ha allargato i criteri di accesso di voli di Stato e che per il Codacons è «troppo discrezionale».
venerdì 5 giugno 2009
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